Giornalismo e giornalismi
Il declino del mediattivismo, il calo del conflitto e la retorica della partecipazione
In una recensione di un saggio di Dominique Cardon e Fabien Granjon (‘’Médiactivistes’’), Ulrike Lune Riboni analizza l’ incerto destino del ‘’mediattivismo’’ nel contesto creato dall’ idea che è ormai possibile a tutti pubblicare su internet – Blogger, whistleblower e appassionati non vengono più designati come dei ‘’mediattivisti’’ ma come dei ‘’cittadini-giornalisti’’. L’’’attivista’’ sarebbe dunque scomparso a favore del ‘’cittadino’’ – Una trasformazione semantica che non è neutra. Essa infatti, sottolinea Riboni, comporta nello stesso tempo una legittimazione dell’ azione – il cittadino ha un diritto di parola legale – e una forte attenuazione dell’ aspetto conflittuale o contestario. Questa trasformazione è rivelatrice di una evoluzione sociale, in cui la partecipazione, pur restando critica, perde in conflittualità? Oppure di una volontà politica e mediatica di farla crescere?
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Uno stato di ‘’apprendimento continuo’’ per il nuovo giornalista professionale
Entrare in uno stato di ‘’apprendimento continuo’’ e costruirsi strumenti che consentano di aiutare il lettore ad avere una prospettiva più ampia, a costruire la sua visione più generale: insomma, fargli saltare qualche tappa nel processo che va dalla frammentazione alla comprensione dell’ informazione - E’ la sintesi di una serie di indicazioni che Giuseppe Granieri delinea in due articoli dedicati ai cambiamenti del giornalismo e ai nuovi saperi, tecnici e ‘’filosofici’’, dei giornalisti professionali
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Editoria
Da YouTube un nuovo modello di giornalismo visuale, ma manca un’ etica dell’ attribuzione
Con YouTube si sta sviluppando un nuovo modello di giornalismo visuale, in cui i cittadini condividono con le redazioni la creazione di contenuti. Lo indica un nuovo studio condotto dal Pew Research Center’s Project for Excellence in Journalism - Sulla piattaforma di condivisione di video fondata sette anni fa, l’ informazione – osserva Journalism.org, il sito del Pej – sta diventando infatti un potente elemento di attrazione - Tanto che nell’ arco di tempo analizzato dalla ricerca del Pej, 15 mesi, quasi un terzo dei termini più cercati ogni mese su YouTube fanno riferimento ad argomenti di carattere giornalistico
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L’ informazione iperlocale non può essere delocalizzata. Il caso (negativo) di Journatic
Non si può fare informazione iper-locale se uno è iper-distante. L’ informazione iperlocale si struttura e vive grazie all’ impegno di redattori che sono presenti e grazie alla relazione che si intesse fra redazione e community di riferimento - In un articolo su Poynter Jeff Sonderman, esperto di innovazione dei media, partendo dal caso di Journatic, illustra passo dopo passo come e perché un giornalismo iper-locale ha senso e come si deve strutturare
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Quotidiani: agli italiani piacciono molto, ma non abbastanza da comprarli
Dieci ‘likers’ per ogni copia venduta: è il record registrato da Il Fatto Quotidiano in un ventaglio dei 60 principali quotidiani di sei paesi – Italia, Francia, Spagna, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti – nell’ ambito di una indagine sulle capacità strategiche di relazione su Facebook condotta da ‘’Innova et Bella’’, società di consulenza strategica, che ha analizzato 12 indicatori delle [buone] pratiche di relazione - Ne dà notizia Pier Luca Santoro sul suo Giornalaio, spiegando che, mentre il primo giornale italiano nella classifica globale è proprio il Fatto, che si piazza all 11/o posto, in testa alla classifica si trovano due grandi testate Usa, il Washington Post e il New York Times
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Dig.it
Roberto Bonzio, l’ innovazione del giornalismo di frontiera
Non credo che ''Italiani di Frontiera'' sia un modello replicabile ma vuol dire che c’è una strada, e io non avevo idea che esistesse, ma l’ho trovata e percorsa, e quindi altre 100 e 1000 persone come me possono trovare la propria strada e percorrerla solo guardando “fuori dagli schemi”, solo riuscendo a uscire dal consueto lasciandosi portare dalle proprie passioni, con coraggio, voglia di buttarsi
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Fnsi e giornalismo multimediale, un connubio possibile?
Daniela Stigliano vice segretario Fnsi - Trovare un modello di business sostenibile è un problema che non riguarda solo i giornalisti che vogliono inventarsi e diventare imprenditori o che vogliono farsi una propria testata on line e cercano finanziamenti e finanziatori; è un problema enorme che riguarda anche le testate analogiche, anche quelle mainstream, che hanno necessariamente l ‘obbligo di andare verso questa unica strada possibile: la multimedialità
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Gallo (Linkiesta), siamo la prima public company editoriale italiana
Siamo nati 1 anno e mezzo fa, nel gennaio del 2011, siamo quasi tutti giornalisti della carta stampata, e abbiamo deciso di dar vita a questo giornale totalmente on line partendo dalla costituzione di una particolare compagine sociale. La novità è nell’assetto societario. Linkiesta è una public company. Una società ad azionariato diffuso - Abbiamo cercato una serie di investitori, finanziatori nessuno dei quali potesse avere più del 5% del capitale. Un’ operazione un poco folle per l’ Italia, ma alla fine grazie soprattutto al lavoro del direttore Jacopo Tondelli, e a una serie di soci tra cui segnalerei Andrea Tavecchio e Marco Pescarmona che è il creatore di Mutuionline, siamo riusciti a farla partire
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Schinaia (Fps media), ‘il buon giornalismo può far guadagnare’
”Vorremmo essere innovazione globale”, dice Gianluca Schinaia, di Fps media , a Dig.it. E racconta una interessante avventura - La nostra è un’ esperienza nata da zero, 600 euro a testa, e basta per mettere su la struttura, nessun finanziatore, nessun contributo pubblico, anzi per noi lo Stato è sempre stato un problema perché le tasse le paghiamo prima di prenderci lo stipendio ed è sempre stato così, perché per noi i valori sono importanti
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Media e potere
Gli Usa “a caccia di scalpi”, dopo Wikileaks nel mirino anche il New York Times
Nel dicembre 2010 Wikileaks pubblicava 250.000 file confidenziali provenienti dal cuore della diplomazia americana, scatenando le ire di governi, istituzioni finanziarie, organizzazioni internazionali. Tra pressioni e boicottaggi, denunce e processi, Wikileaks e il suo fondatore, Julian Assange, si sono trovati al centro di un’ azione di interdizione senza precedenti per un soggetto mediatico (o para-mediatico che dir si voglia - Gli effetti collaterali che tale azione avrebbe potuto avere su tutto il mondo dell’informazione sembra fossero sfuggiti ai media internazionali, ma non agli osservatori più attenti
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Serbia: le incognite della vendita di ‘Politika’
Chi c’ è dietro la vendita di Politika, uno dei più importanti e autorevoli quotidiani serbi? E, soprattutto, chi c’ è dietro Uroš Stefanović, un cittadino serbo a cui fa capo la East Media Group, una sconosciuta società russa, con sede a Mosca, che è nata nel gennaio di quest’anno, con un capitale iniziale di 250 euro, ma che poco fa ha acquistato il 50% delle quote del più antico quotidiano dei Balcani per 4,7 milioni di euro? -Tutta Belgrado, racconta Luka Zanoni sull’ Osservatorio Balcani e Caucaso, sta cercando di capire la portata dell’ operazione e i motivi che hanno determinato la vendita della testata, che fa capo al consorzio tedesco WAZ, che ne aveva acquistato il 50% durante il governo Đinđić all’inizio degli anni 2000
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La Rete
Twitter: va avanti il progetto della Biblioteca del Congresso Usa di archiviare tutti i tweet dell’ umanità
Si è rivelata una impresa piuttosto complicata ma il progetto della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti di archiviare tutti i tweet che vengono prodotti sul pianeta continua ad andare avanti - Lo ha assicurato Jennifer Gavin, portavoce della Biblioteca, smentendo la notizia – diffusa da un sito canadese – secondo cui quel progetto sarebbe stato abbandonato
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Il 98% degli americani diffidano delle informazioni trovate su Internet
Lo ha rilevato un recente sondaggio di Mancx e Harris Interactive, condotto a fine giugno su oltre 1.900 persone, racconta Tagliaerbe sul suo blog
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