CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Osservatorio sui media 04 Mar 2013

Notizie da lsdi.it Libertà di Stampa Diritto all’Informazione

Giornalismo e giornalismi


Filloux e l’ anomalia italiana: per noi il ‘’nuovo giornalismo’’ è il ‘’vecchio giornalismo’’ degli altri’’?

"The Need for a Digital “New Journalism” , l’ articolo di François Filloux di cui Lsdi ha pubblicato la traduzione,  ha riscosso un forte interesse in Italia ed è stato citato a più riprese. Fra gli altri, Giuseppe Granieri ("Perché è necessario un nuovo giornalismo") ha segnalato l’ importanza della “qualità della narrazione’’ come via per ‘’migliorare l’ efficacia tra l’ informazione data e l’ investimento di tempo chiesto al lettore per informarsi. Se tutte le notizie sono allo stesso click di distanza, bisogna dare al lettore un valore aggiunto per essere competitivi“. Ma è molto interessante il punto di vista di Mario Tedeschini Lalli che guarda alle considerazioni di Filloux alla luce della ‘’anomalia’’ del giornalismo italiano
>>  

La professione

Giornaliste freelance, e la chiamano professione

Hanno prevalentemente fra i 30 e i 50 anni, sono sposate o conviventi, ma non hanno figli. E lavorano anche 12 ore al giorno. Per molte di esse (quasi il 70%) l’ essere freelance ha influito in modo significativo sulla famiglia o sulla decisione di averne una: è un lusso che non possono permettersi o, comunque, faticano a gestire, dividendosi tra più lavori senza poter contare su uno stipendio sicuro e adeguato e sull’effettivo supporto di partner, famiglia e strutture pubbliche. Mentre i servizi privati sono eccessivamente onerosi per il 30% delle intervistate, libere professioniste spesso foglie al vento senza garanzie, vittime di ricatti economici dell’editore e delle tensioni nelle redazioni - E’ la sintesi di una ricerca sulle condizioni di lavoro e di vita delle giornaliste freelance (“Donne freelance: la famiglia è un lusso?”) presentato al il Circolo della Stampa di Milano
>>  

La verifica come rituale strategico

Oltreoceano si ripropongono questioni che nel quotidiano italiano ed europeo sono  da tempo all’ attenzione dei professionisti - Ma il risultato di questo nuovo lavoro sembrerebbe in qualche modo  indicare, volendo tirare a tutti i costi delle somme non richieste, come in questo ecosistema geneticamente mutato dell’ informazione, stiano venendo a mancare le componenti strutturali della metodicità e della sistematicità che, in ecosistemi precedenti, erano legati a valori come competenza e qualità
>>

In Francia una laurea per ingegneri-giornalisti

Un laurea doppia, in giornalismo e ingegneria, per formare una nuova figura di giornalista in grado di affrontare livelli di informazione sempre più complessi - Lo stanno per lanciare in Francia  l’ Institut pratique du journalisme (IPJ) e la facoltà di Chimie ParisTech - Lo annuncia E-orientations.com, un sito specializzato nell’ orientamento professionale nel campo digitale, spiegando che in Francia la pratica dei doubles-diplômes (delle doppie lauree) è in forte sviluppo
>>

Editoria

Giornali: con il digitale delle 17 a Le Soir un passo avanti verso la redazione 2.0

Il quotidiano belga Le Soir torna alle origini con un’ edizione serale delle 17, digitale, concepita per tablet e smartphone. Niente di così originale se si pensa a Repubblica Sera, on line già da più di un anno - Ma la nascita di questo nuovo formato ha permesso in realtà alla testata belga una riorganizzazione ben più significativa della redazione - Per alcuni commentatori francesi, i cugini belgi potrebbero aver compiuto un passo in più verso la redazione 2.0, muovendosi decisamente verso quella che era stata definita la ”Google Newsroom” e organizzando il processo di produzione del lavoro giornalistico sulla base del principio del “reverse publishing”
>>

L’ industria editoriale e l’ approdo al digitale. Una sintesi dei nuovi scenari

Tra coloro che prevedono di acquistare un tablet entro tre anni, circa tre quarti pensano di leggere magazine. Due terzi leggeranno quotidiani. Anche in Italia, paese dove c’è la maggiore propensione a PAGARE per i contenuti. In media, un italiano dice di essere disposto a pagare da 6 a 13 dollari al mese per l’abbonamento a un periodico. Negli Usa si pensa di poter spendere da 3 a 5 dollari, da 3 a 7 dollari in Giappone, da 6 a 9 dollari in Spagna, da 5 a 12 dollari in Germania. Per un quotidiano l’italiano si dice disposto a pagare da 12 a 20 dollari al mese, più di tutti gli altri: Usa, Gran Bretagna, Giappone - Sono alcuni dei dati al centro di una serie di riflessioni sull’ industria editoriale sviluppate (in cinque post) dal blog  Il futuro dei periodici, curato da un giornalista che per ora preferisce non uscire allo scoperto.
>>

Google News favorisce i grandi media?

Lo afferma (senza punto interrogativo) Gilles Klein su Arretsurimages, riferendosi ai nuovi criteri che il motore di ricerca si è dato e di cui ha parlato ampiamente sulla sua ultima ‘’Monday Note’’ François Filloux. Abbiamo fatto una prova: su 30 citazioni dalla prima pagina di Google News Italia delle 16 di oggi (28 febbraio), solo 8  non portavano a media mainstream - E’ la terza volta dal 2003 che Google ridefinisce i parametri dell’ algoritmo che regola la selezione delle fonti di informazione riprese da Google News. La notizia è stata data da Computerworld (che l’ ha individuata spulciando fra i documenti relativi ai brevetti depositati da Google nel 2012) e Filloux l’ ha commentata sul suo blog individuando in particolare 13 criteri che ne costituirebbero l’ ossatura.
>>

Free press in calo del 9% in Europa nel 2012

La diffusione della free press, i giornali gratuiti, in Europa è crollata del 9% in un anno, passando da 17,4 milioni del 2011 a 15,8 milioni di copie quotidiane nel 2012. Il numero di paesi con free press è rimasto stabile (27), ma il numero di testate è calato da 82 a 74 - I dati sono stati pubblicati da Piet Bakker su Newspaperinnovation.com.
>>

Giornalismo coi droni: in Usa due corsi universitari sperimentali

L’ uso dei droni nel campo giornalistico è al centro di corsi di studio (per ora sperimentali) organizzati dalle Facoltà di giornalismo di due università Usa, una del Nebraska e una del Missouri - I due corsi insegnano agli studenti come utilizzare i velivoli-robot per raccogliere informazioni e fare servizi di cronaca. Gli apparecchi tra l’ altro cominciano a costare sempre meno visto che, ad esempio, un quadricottero-drone realizzato a Hong Kong dalla DJI Innovations (il DJI Phantom) per fare riprese aeree costa intorno ai 700 dollari.
>>

Media e potere

Dopo i brand anche i Governi diventano media: democrazia o controllo?

Grazie alla democratizzazione della diffusione delle informazioni prodotta dal Web e dai social media, oggi molti governi sono in grado di trasformarsi in centri di produzione giornalistica e di agire come dei media. Ma si tratta di un bene per la democrazia o del tentativo da parte del potere esecutivo di rafforzare il controllo sull’informazione? A domandarselo è Mathew Ingram su Paidcontent.org, rilanciando un  pezzo di Politico sul presidente Obama - E in Italia? Le elezioni consegnano anche a noi un “internet leader” che ha costruito il suo successo sull’uso dei media, opposto a quello berlusconiano. Grillo, Renzi e il Corriere in una piece tutta italiana.
>>

”Cryptoperiodismo”, un manuale per i giornalisti contro i pericoli del cyberspazio

I giornalisti che trattano argomenti particolarmente delicati e temono di poter essere controllati o spiati da aziende o agenzie governative hanno a disposizione un’ ampia serie di indicazioni e consigli raccolti da due giornalisti argentini, Pablo Mancini e Nelson Fernández, che hanno realizzato un manuale dal titolo CryptoPeriodismo (‘’CryptoGiornalismo’’) - Il saggio affronta ‘’i pericoli a cui sono esposti i giornalisti che lavorano nel cyberspazio e le soluzioni che possono essere usate per minimizzare lo spionaggio che aziende e governi esercitano sulle comunicazioni digitali di coloro che trattano informazioni sensibili e di interesse pubblico’’
>>

Hacker e cracker raccontati dai servizi segreti (che copiano da Wikipedia)

Ci volevano i servizi segreti per fare un po’ di chiarezza su hacker e cracker, black hat e white hat, buoni e cattivi, criminali e Robin Hood. La lezione arriva dal DIS, il Dipartimento Informazioni per la Sicurezza diretto da Giampiero Massolo, nella Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza. La sintesi è stata diffusa dalle agenzie di stampa, mentre il documento completo non è stato ancora pubblicato sul (brutto e scarno) sito del DIS ma lo si ritrova sul sito del Sole 24Ore. L’ultimo comunicato stampa del Dipartimento risale addirittura al 7 ottobre 2011. Impietoso il confronto con il sito della CIA statunitense. 
>>

Salvate il soldato Manning (ma anche Wikileaks)

L’ex soldato Bradley Manning ha ammesso di aver fornito a Wikileaks informazioni riservate sugli attacchi USA a civili iracheni, documenti che la organizzazione di Assange ha reso noti nel mondo, tra cui il controverso video Collateral Murder in cui i soldati Usa ironizzano sull’ uccisione di civili inermi - Manning non è pentito per aver divulgato quel materiale e racconta che prima di contattare Wikileaks si era già rivolto ai media tradizionali, in particolare al New York Times e al Washington Post, ma senza ottenere risposta
>>

Fotogiornalismo

Word Press Photo,  dalla questione del ‘’ritocco’’ alla dialettica trauma/ icona

Spostare la discussione sulla questione della dimensione ‘’pittorica’’ delle immagini premiate - dice Olivier Beuvelet su Culture Visuelle - permetterebbe di mettere in luce un punto essenziale del funzionamento di questi emblemi del fotogiornalismo : la dialettica del trauma e dell’ icona - Beuvelet rivisita l’ insieme dei primi premi WPP e scopre che la maggior parte delle immagini scelte come emblematiche di un anno di fotogiornalismo sono costruite attorno a un trauma e tendono in certe occasioni a diventare delle icone, prendendo da questo trauma una ‘’distanza attraverso alcune varianti formali di motivi identificabili’’ oppure basandosi sull’ espressività lirica dei soggetti, soprattutto mettendo in scena la sofferenza stessa, la traumatizzazione dopo il trauma stesso - Ecco ampi brani delle sue riflessioni
>>

La Rete

Social network: i grandi brand internazionali puntano anche su Instagram

I grandi brand internazionali stanno sbarcando sempre più massicciamente su Instagram: cresce infatti l’ utilizzo della piattaforma fotografica, tanto che, come racconta E-marketer, in soli quattro mesi, fra novembre scorso e febbraio 2013, il tasso di presenza da parte dei 100 Top Brand è passato dal 54% al 59%.
>>

Segnalazioni

La ‘’legge antiGoogle’’ e il Tyrannosaurus Rex (e altre segnalazioni)

Notizie, riflessioni e analisi in circolazione
>>

@fnsisocial

Articoli correlati