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In primo piano
Giornalismo digitale in Italia: nelle redazioni domina ancora la ‘’carta’’ ma la talpa del cambiamento sta scavando
Nella grande maggioranza, le redazioni online più strutturate (sia quelle native che quelle di testate ‘’tradizionali’’) considerano il digitale più come uno strumento tecnico/tecnologico che come un nuovo modo di fare giornalismo, un modo che forzi il paradigma culturale del giornalismo tradizionale, in cui l’ organizzazione e le gerarchie interne restano sostanzialmente quelle della carta.
Ma, anche se in modo minoritario, sia in alcune testate native, come Post o VareseNews, sia in alcune redazioni ‘’tradizionali’’, si segnalano dei cambiamenti che fanno pensare a un processo di trasformazione nel concreto della cultura e della pratica giornalistica.
Uno studio del Consiglio nazionale dell' Ordine dei giornalisti, presentto a Digit2014.
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(Ri)definire il giornalismo multimediale
Nuovi modi di raccontare si sviluppano. “Snow Fall” era un progetto spartiacque, ma siamo già arrivati ben oltre.
In un ampio articolo su Medium, Mindy McAdams concentra la sua attenzione sull’ innovazione nel campo delle tecniche di narrazione nel multimediale. Cercando di ridefinire, appunto, che cosa sia effettivamente il giornalismo multimediale.
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Chiusa l’era dei mass media, come sarà il giornalismo di domani?
Ripresentiamo, raccolti in un unico Pdf e con una premessa di Bernardo Parrella, cinque articoli di Jeff Jarvis (@jeffjarvis) – noto studioso e giornalista USA, docente presso la City University of New York e autore di uno dei blog più seguiti da anni, non solo dagli addetti ai lavori, buzzmachine.com – sul tema scottante e già pubblicati da Lsdi nelle settimane scorse.
Si tratta dell’ anteprima di un saggio (in uscita a ottobre) in cui Jarvis indaga e riflette in profondità su “nuovi tipi di relazione, nuove forme e nuovi modelli imprenditoriali per il giornalismo di domani”.
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Media e potere
Gli Usa si fidano sempre meno dei loro media
Gli americani non si fidano molto dei loro media. E’ quanto rivela un sondaggio della Gallup , secondo cui solo il 40% dei cittadini USA credono che la stampa del loro paese offra una vera, completa e corretta informazione. Si tratta, come mostra il grafico qui sotto, del livello più basso degli ultimi decenni. Il tasso di fiducia aveva già raggiunto il 40% nel 2012 e ora torna allo stesso minimo storico dopo un leggero aumento dell’ anno scorso.
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Una ”Battle Cross” anche per i giornalisti decapitati?
La decapitazione del giornalista americano, James Foley , per mano dei membri del cosiddetto Stato Islamico ha sollevato un’ondata di indignazione: tra i nomi che hanno reso omaggio al fotoreporter selvaggiamente ucciso, quello di Gary Varvel , autore di fumetti, il quale ha pubblicato un disegno su indystar.com.
Su Culturevisuelle, Patrick Peccatte ricostruisce i meccanismi di costruzione di immagini legate in qualche modo alla guerra e la diffusione che alcuni dispositivi iconografici hanno avuto al di là del campo bellico.
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La professione
Ora c’ è anche il ‘’couchsurfing’’ per giornalisti
Una rete online per aiutare giornalisti di tutto il mondo a “trovare una storia, un collega e un divano” è stata fondata da tre giornaliste a Berlino.
Si tratta di Hostwriter, che – spiega Susann Eberlein in un interessante articolo sull’ Osservatorio europeo di giornalismo – intende incoraggiare la collaborazione tra giornalisti e aiutarli a trovare un alloggio durante i loro viaggi di lavoro all’estero.
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Segnalazioni
Assange: “Google è la versione privata della Nsa” (e altre segnalazioni)
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