In primo piano
Sempre più giornalisti si sentono ‘’digital first’’
Un numero crescente di giornalisti nel mondo si considerano ‘’digital first’’ e vedono i social media come una parte importante del loro lavoro - Lo ha accertato una Ricerca sul giornalismo digitale svolto da Oriella PR, un network internazionale che riunisce 16 agenzie di comunicazione, attraverso un sondaggio compiuto interpellando 553 giornalisti di 15 paesi. >>
Nonostante la crisi, i giornali restano un buon affare. Almeno per Warren Buffett
In una fase di forte calo delle vendite e delle entrate pubblicitarie dei giornali, non compensato dalla crescita dell’ online, perché un uomo d’ affari come Warren Buffett (nella foto) ne ha acquistati a decine negli ultimi due anni? - E’ l’ interrogativo al centro di un articolo di Glenn Dyer pubblicato da TheMediaOnline, una testata sudafricana. Dyer analizza la conversione che ha portato il miliardario Usa a modificare radicalmente la sua posizione nei confronti dei giornali, dal pessimismo assoluto di 7 anni fa al forte interesse finanziario di ora, con quasi 400 milioni di dollari investiti negli ultimi 18 mesi per acquistare 63 testate, tra cui 28 quotidiani. >>
Pubblicità. La ricerca neurologica al servizio del ‘’native advertising’’
Si parla sempre di più di native advertising - quel metodo pubblicitario molto controverso che ibrida contenuti e annunci pubblicitari all’interno del contesto editoriale (e che è quindi per certi versi simile ai publiredazionali in quanto maschera contenuti pubblicitari come articoli giornalistici) - Un esperto Usa di marketing, Matt Rosenberg, di Taykey, aggira le polemiche di carattere ‘’etico’’, spiega come siano state scoperte delle relazioni strette fra’’ argomenti altamente coinvolgenti e pubblicità’’ e ritiene che la crescente comprensione delle basi neurologiche dell’ efficacia di un annuncio può essere sfruttata efficientemente a un livello scalare. >>
Giornalismo e giornalismi
Cresce in Usa il giornalismo non profit, ma la ricerca di un modello di sopravvivenza è sempre più dura
Secondo un recente studio del Pew Institute – ‘’Nonprofit Journalism. A Growing but Fragile Part of the U.S. News System‘’- continuano ad aumentare negli Stati Uniti i siti giornalistici non commerciali e tutti sono in cerca di un modello di finanziamento efficace invece di affidarsi unicamente alle sovvenzioni per sopravvivere. >>
‘’Change the list’’: la CNN chiede al pubblico di scegliere i servizi da fare
La CNN si rivolge al pubblico chiedendo di segnalare gli argomenti da affrontare. E’ stato John D. Sutter, uno dei principali commentatori della rete televisiva americana, a sollecitare i suoi ascoltatori, pubblicando sul suo blog un sondaggio online su 20 argomenti e promettendo di realizzare dei servizi sui cinque temi più votati - “Stiamo praticamente chiedendo al pubblico di fare i capi-redattore che assegnano i servizi’’, ha detto Sutter al New York Observer. >>
Wired: ‘’non puntiamo ad avere giornalismo gratis, ma racconti sull’ innovazione. Gli articoli sono un’ altra cosa e vengono pagati’’
‘’La nostra operazione è un po’ diversa dall’idea di avere giornalisti che scrivono gratis per noi. Il progetto è quello di chiedere a giovani professionisti (ma non della comunicazione o del giornalismo) di raccontare il loro punto di vista sull’ innovazione’’ - Federico Ferrazza, vicedirettore dell’ edizione italiana di Wired e responsabile della sezione online del magazine, replica alle accuse contenute in alcuni commenti a una nostra notizia sul progetto della rivista di aprire le proprie pagine ai blogger per ‘’costruire la più giovane (e forte) squadra di innovatori d’Italia’’. >>
Informazione locale, contratti di lavoro, monetizzazione del web: all’ autodromo del Mugello il meeting di Anso (editori online)
Economia, business, tendenze, casi studio, problemi e normative dell’ informazione giornalistica online - E’ l’ orizzonte dell’ undicesimo Meeting dell’ Anso, l’ associazione che raccoglie gli editori online, in programma il 20 e 21 giugno prossimi al Circuito del Mugello, a Scarperia - ‘’Così vicini, non così lontani’’ è il itolo del Meeting , articolato attorno a ‘’Domande e risposte concrete su editori, giornalisti e quotidiani online’’, come recita il sottotitolo >>
La Rete
Dall’ Egitto alla Turchia: otto tratti comuni nelle proteste via social media
Il digitale non è certo la causa delle rivoluzioni, non l’ unica, ma quando si sviluppino determinate condizioni, il web sociale può dare luogo a proteste di massa secondo modalità che sono oramai ricorrenti - Le ha individuate e descritte Zeynep Tufekci, una tra le migliori studiose dell’intersezione tra Internet, società e politica al mondo e turca di nascita, ‘’in un lungo e bellissimo post (Is there a Social-Media Fueled Protest Style? An Analysis from #Jan25 to #geziparki) sul ruolo giocato da Facebook e Twitter rispetto a quanto sta accadendo nel suo Paese’’, come scrive Fabio Chusi sul suo blog. >>
Libri
WoW, che libro
''Working on web. Giornalisti e comunicatori: come non si inventa una professione'' - Un libro a 6 mani (Daniele Chieffi, Claudia Dani e Marco Renzi) potrebbe sembrare un problema di pigrizia, forse lo è anche, di sicuro lo scrivente che è anche l’ideatore del progetto da solo il libro non l’avrebbe mai scritto - A volere ben guardare e “senza premeditazione”, (ce ne siamo accorti solo oggi), siamo tutti e tre comunicatori oltrechè giornalisti, ma in modo molto diverso e particolare, sia per la differente età, sia per le differenti esperienze accumulate procapite - Uno ha cominciato nel marketing, poi ha proseguito la propria carriera in pubblicità, dove ha appreso i rudimenti della comunicazione, mentre qualche portone più in là sgambettava da giornalista alla radio. >>
Segnalazioni
Definire i giornalisti e le testate giornalistiche online: impossibile e dannoso (e altre segnalazioni)
Notizie, riflessioni e analisi in circolazione >>