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Osservatorio sui media 16 Set 2013

Notizie da lsdi.it Libertà di Stampa Diritto all’Informazione

Digit2013 da oggi a Firenze >>


In primo piano


I giornali forse stanno morendo ma la colpa non è di internet e il giornalismo continua ad andare forte

I giornali erano in crisi ben prima che arrivasse internet e il giornalismo sta andando alla grande se uno sa dove andare a guardare. Non è una novità, ma se lo dice Mathew Ingram vale la pena di seguire la sua analisi. Su Paidcontent Ingram dedica un ampio articolo all’ ex giornalista e professore George Brock, responsabile dei programmi di giornalismo della City University di Londra, secondo cui se i giornali sono su una china molto scivolosa da un po’ di tempo, quella che il giornalismo sta attraversando è ‘’una evoluzione naturale e non certo una catastrofe’’. >>

Riptide: storia multimediale dell’epica collisione tra giornalismo e tecnologie digitali

Un catastrofico scontro di masse e correnti con direzioni contrarie: così il Nieman Journalism Lab di Harvard sintetizza quel processo che dal 1980 ha cambiato e sta cambiando il mondo dell’ informazione e che viene ricostruito in Riptide, un imponente progetto realizzato assieme al Joan Shorenstein Center on the Press, Politics and Public Policy.Una trasformazione raccontata dai protagonisti stessi, vincitori e vinti, in un’opera multimediale che raccoglie le testimonianze dirette dei rappresentanti del giornalismo tradizionale e delle nuove tecnologie. Un processo lento ma profondamente innovativo, che parte dalla diffusione del computer, negli anni ’80, e prosegue con Internet, social network, tablet, smartphone e così via, coinvolgendo sempre di più il mondo dell’ informazione. >>

I dati e il futuro giornalismo

Il futuro del giornalismo è sicuramente nei dati, ma non solo quelli contenuti negli enormi set sparsi sul pianeta. Importanti sono anche quelli sui lettori, anche se vanno cambiate le metriche e, soprattutto, vanno tolti dalle mani di ingegneri che pensano solo agli algoritmi, opportunisti della Rete a caccia di dollari o manager oberati di lavoro e preoccupati solo di fornire risultati quantificabili, e consegnati alle redazioni. In modo che ogni giornalista quando lavora abbia un’ idea di quale sia il pubblico a cui la sua pubblicazione si rivolge.In un momento di grande enfasi nel campo del Data journalism, Owen Thomas, su Readwrite, cerca di fare il punto sul dibattito in corso, mettendo in guardia contro un’ interpretazione troppo riduttiva del giornalismo dei dati ma, soprattutto, invitando a stare con i piedi per terra. >>

Giornalismo e giornalismi

Medium: più spazio per le parole , anche quelle degli altri

Sono sempre più numerose le piattaforme disponibili per chi vuole fare informazione online. Jon Russell in un post su Thenextweb ne ha illustrate 15, quelle che ritiene le maggiori. Alcune di esse sono storiche, come WordPress, Blogger o Tumblr. Altre poco conosciute al pubblico italiano non di nicchia, come Svbtle o Postach. Fra le più recenti c’ è Medium, la nuova creatura di Evan Williams, co-fondatore di Twitter. Medium ha delle caratteristiche diverse dagli altri siti e sta raccogliendo sempre più seguaci, attratti dalla possibilità di avere uno spazio maggiore e poter così fornire notizie di più ampio respiro e approfondimento. >>

Come lavora un data journalist

Qualche giorno fa Il Fatto.it ha pubblicato una inchiesta sulla omofobia in Europa e in Italia realizzata da Jacopo Ottaviani.Si tratta di un bel lavoro di data journalism (il giornalismo basato sui dati), realizzato attraverso l’ individuazione, l’ elaborazione e la visualizzazione di una serie di dati raccolti da varie fonti: in questo caso, soprattutto ILGA Europe, Pew Research Center (“The Global Divide on Homosexuality''). Ottaviani – che partecipa al gruppo ‘’Datajournalismitaly’’ – racconta a Lsdi come ha realizzato questa inchiesta e fa capire come lavora concretamente un data journalist. >>

La Rete

In una timeline la ”storia” della neutralità della Rete

Webcartografie riporta una interessante timeline sul tema della Net Neutrality, che, osserva, ‘’è ritornato a essere un tema centrale di recenti dibattiti sul web’’. La timeline, realizzata da Public Knowledge, racconta l’ evoluzione della discussione negli Stati Uniti e ricorda che a coniare nel 2003 il termine ‘’net neutrality’’ era stato Tim Wu, docente di legge all’ università della Virginia. >>

Privacy: Riforma del codice di deontologia, una discussione decisiva per il giornalismo

Le norme attuali risalgono a 15 anni fa, quando Internet era ‘’tutta un’ altra cosa’’ ed è importante cogliere l’ occasione offerta dall’ ufficio del Garante per approfondire la discussione su vari argomenti importanti, fra cui anche quello del diritto all’ oblio. Un tema al centro di uno dei panel di DIgit2013, quello dedicato alla memoria digitale . >>

Editoria

Jeff Bezos cambierà il WP ispirandosi ad Amazon

I cambiamenti al Washington Post saranno probabilmente l’ argomento più in vista nei prossimi mesi – o, forse, anni – sulla scena mediatica.Ne è convinto Frederic Filloux che dedica la sua ultima Mondaynote all’ argomento.Filloux, giornalista ed esperto di media, ipotizza in questo primo articolo (ad esso ne seguiranno altri) che Jeff Bezos, ‘’con la sua comprovata capacità di reinventare vecchi modelli di business’’, ricorrerà alle strategie che sono alla base di Prime Service, un grande successo di Amazon. >>

Giornali stampati su richiesta: un esperimento in Svezia

Dal 19 giugno è in corso in Svezia un esperimento di stampa di giornali su richiesta. Le prime edicole digitali sono state realizzate dalla sezione svedese della Meganews, che per ora le ha installate in un ospedale, un aeroporto, un supermercato e due alberghi.Le macchine – segnala il blog di Erwann Gaucher – consentono di avere accesso facilmente a circa 200 testate che si possono stampare su richiesta, come spiega nel video in fondo Lars Adaktusson, managing director di Meganews. >>

Il print on demand come servizio integrativo e non esclusivo

L’ esperimento di edicole elettroniche in corso in Svezia, di cui abbiamo parlato ieri, era stato già analizzato da Pier Luca Santoro in un suo recente libro, ‘’L’ edicola del futuro, il futuro delle edicole. Ovvero che fine farà la carta stampata’’. Nel libro, pubblicato in formato e-book su Informant, Santoro, che fra le varie attività ha gestito anche una edicola, fornisce una serie di particolari interessanti sulla tecnologia che è alla base di quel processo e analizza le diverse questioni che esso pone, sia sul piano economico che su quello culturale. Concludendo che il servizio di print on demand potrebbe essere un elemento integrativo, ma non esclusivo, delle edicole del futuro.  >>

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