Primo piano
Allarme in Francia per il ‘’degrado’’ del mestiere di giornalista
L’ impossibilità di farcela senza qualche lavoretto extra, nuovi carichi di lavoro non remunerato, precarietà, status professionale confusi: le condizioni di esercizio del mestiere di giornalista in Francia si degradano progressivamente.
L’ allarme viene dalla Scam (Société civile des auteurs multimédia, un’ associazione che raggruppa circa 34.000 autori in vari campi) sulla base di una Ricerca che ha coinvolto 3.400 giornalisti. >>
Selfie, quando l’ immagine è strumento di scambio sociale
In Corea lo chiamano ‘’selca’’ (abbreviazione di “self camera”). Wikipedia lo descrive come ‘’un tipo di autoritratto fotografico preso soprattutto con camere digitale o smartphone e diffuso all’ interno dei social network''. E l’ Oxford dictionary, qualche giorno fa lo ha proclamato ‘’parola dell’ anno 2013’’.
E’ il selfie. In italiano qualcuno parla di ‘’autoscatto’’, ma il termine non contiene il ventaglio semantico che selfie esprime.
André Gunthert , un acuto studioso di fotografia e cultura iconografica, spiega infatti su Culture Visuelle che ‘’più che un oggetto fotografico’’, il selfie è una ‘’manifestazione delle nuove conversazioni connesse’’ >>
L’ evoluzione digitale della specie all’ insegna della ‘’biomedialità’’
Una complessa evoluzione è in atto nel campo della comunicazione e tutti, consapevolmente o meno, siamo attori, o comparse, in questo scenario in continuo mutamento. Dall’ 11° Rapporto sulla Comunicazione – L’evoluzione digitale della specie, appena arrivato nelle librerie (era stato presentato un mese fa) emerge il quadro di un grande cambiamento antropologico, all’ insegna, soprattutto, della ‘’biomedialità’’.
Sul piano dell’ informazione, note cupe per i media tradizionali, anche se questa può essere un’ occasione di forte trasformazione. Un cambiamento che, se attuato nelle giuste forme – dicono Censis e Ucsi -, potrà portare giovamento a tutti, sia ai lettori che ai professionisti dell’ informazione. >>
Le metriche del web come base di valutazione anche del ‘’rendimento’’ dei giornalisti
Le unità di misure proprie del web (lettori unici, pagine viste, ecc.) vengono usate sempre più intensamente nelle redazioni online americane anche per valutare il ‘’rendimento’’ di redattori e cronisti oltre che per orientare il processo di scelta e di produzione editoriale. Lo ha rilevato uno studio condotto dalla American Society of News Editors (ASNE) fra 114 loro associati.
Il 21% delle testate infatti hanno detto di usare le metriche web come uno dei parametri di valutazione dei loro dipendenti.
Un dato – spiega il Reynolds journalism Institute – che riflette il forte impatto dell’ uso di queste metriche nelle redazioni del paese.
La conclusione dello studio è comunque contraddittoria: se infatti per quanto riguarda l’ applicazione di queste misurazioni al prodotto editoriale, il 90,5% del campione ha detto che esse le hanno aiutato nel soddisfare il pubblico, solo il 39% ammette che questo utilizzo ha reso la loro testata più produttiva economicamente. >>
‘’Distribuzioni dal basso’’, come promuovere documentari e materiali multimediali indipendenti
C’ è ‘’Nero d’ Italia’’, un documentario sul petrolio, e ‘’All’ Ombra del gigante’’, la vita di un piccolo centro alle pendici dell’ Etna alle prese con l’ ondata dell’ immigrazione. C’ è ‘’Terra in moto’’, un viaggio nella Bassa emiliana colpita dal terremoto, e ‘’Kosovo vs Kosovo’’, un documentario sulla vita difficile delle comunità serbe che vivono ‘’isolate’’ nel Kosovo.
Sono alcuni dei titoli presentati da Distribuzioni dal Basso, realtà nata nello scorso aprile con l’ intento di promuovere film e documentari di giovani registi e freelance emergenti che altrimenti avrebbero difficoltà ad entrare nel circuito del mainstream.
Lsdi ne parla con Paco Mariani, uno dei 12 redattori. >>
Editoria
Giornalismo investigativo: il progetto Omidyar-Greenwald al microscopio
Pierre Omidyar, fondatore di Ebay e ora filantropo, investirà 250 milioni di dollari nella realizzazione di un sito di giornalismo investigativo insieme a Glenn Greenwald, l’ ex collaboratore del Guardian protagonista della vicenda Snowden.
In due articoli su MondayNote Fréderic Filloux ricostruisce, sulla base degli elementi emersi finora (non molti per la verità), il probabile profilo del nuovo sito cercando di individuare le soluzioni che ritiene migliori. Nel fare questo l’ analista mostra la maturità – ma anche la crudezza – raggiunta dal giornalismo online negli Stati Uniti, sia sul piano delle dotazioni tecnologiche che su quello del modello economico.
Un aggiornamento completo e molto interessante del processo di avanzamento dell’ editoria online. >>
Quasi 2 miliardi di dollari dalle Fondazioni ai media Usa nel triennio 2009-2011
I media americani fra il 2009 e il 2011 hanno ricevuto dalle Fondazioni contributi per i loro progetti pari a 1,86 miliardi di dollari. Un volume di finanziamenti – finalizzati comunque a progetti specifici – con un ritmo di crescita molto alto e che nel campo dei nuovi media risulta superiore a quello dei media tradizionali (stampa, tv e radio) di almeno 4 volte: il 116,5% contro il 29,4%.
Sono alcuni dei dati forniti da una Ricerca – Growth in Foundation Support for Media in the United States - realizzata da Media Impact Funders in collaborazione con Foundation Center e John S. and James L. Knight Foundation, in cui è stato analizzato a fondo il ruolo della filantropia nella economia dei media. >>
Giornalismo narrativo: Matter passa su Medium e chiude il paywall
Il sito di giornalismo narrativo Matter ha deciso di non far pagare più per i propri contenuti: 0,99 dollari, finora, per leggere un articolo o scaricarlo su un qualsiasi dispositivo per la lettura.
Gli editori – Bobbie Johnson e Jim Giles -, in occasione del primo anno di attività del sito, hanno infatti annunciato alcune nuove iniziative, fra cui il passaggio sulla piattaforma di Medium e la decisione di dare gratis i loro prodotti. >>
Le policy sui social media dei giornali italiani: LaStampa.it ha reso diponibile il suo decalogo, si apra un dibattito
Recentemente la Social Media Editor della Stampa, Anna Masera, ha pubblicato sul suo blog la bozza di social media policy del giornale che risale a gennaio 2012, richiedendo osservazioni e proposte. In effetti la pubblicazione di questo decalogo con tutti i suoi limiti può essere una interessante piattaforma di partenza per discutere del rapporto fra old media, redazioni e social network.
In effetti parlare di social media policy pare un po’ eccessivo; meglio parlare di regolamento aziendale, di un decalogo per l’ uso dei social media che rende maggiormente fede alla tipologia del documento che sostanzialmente pone delle restrizioni e definizioni di competenza operativi piuttosto che un framework operativo esteso. >>
La professione
Giornalisti: il problema del precariato arriva in Commissione europea
Fare luce sulla crescente situazione di precariato giornalistico in Italia e costituire una ‘’commissione d’ inchiesta speciale per avviare un monitoraggio serio e concertato sul lavoro autonomo in campo giornalistico nei diversi stati europei’’.
Sono le due richieste al centro di un’interrogazione alla Commissione europea presentata oggi a Bruxelles da 19 eurodeputati italiani, e che in parte di basa sui dati contenuti nel recente Rapporto di Lsdi sulla professione giornalistica in Italia (‘’Il paese dei giornalisti’’). >>