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Osservatorio sui media 10 Nov 2014

Notizie da lsdi.it Libertà di Stampa Diritto all’Informazione

In primo piano

Immagini come caricature, il caso dello smartphone

Andé Gunthert analizza in un intervento molto interessante su Image Sociale (che qui traduciamo) il processo che trasforma le foto di persone completamente assorte nell’ uso dei dispositivi ‘mobili’ in proverbi e fonte di ‘’senso comune’’, facendone, appunto, delle caricature.
La viralità delle foto di persone assorte nello smartphone – spiega lo studioso francese – si basa sulla loro articolazione con una ‘’verità generale’’ che l’ immagine porta con sé e conferma, in un circolo autorealizzatorio. Essa prende così un valore proverbiale, con la forza che nasce dall’ espressione precisa di un sentimento generale diffuso. Una foto ben scelta può quindi avere la stessa efficacia di un disegno sul giornale, attestandone così le sue declinazioni. Come il proverbio essa fornisce una forma sintetica appropriabile, dotata della firma di un giudizio condiviso, che ne fa un potente strumento retorico.
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Editoria Usa: il ritorno della newsletter

Newsletter via email: il vecchio ritorna nuovo. Alcuni editori stanno reinvestendo sulla posta elettronica per cercare di tenersi ben stretti i lettori. L’ e-mail potrebbe non essere il modo più sexy per raggiungere un pubblico, ma funziona ancora.
Lo segnala Digiday.com in un articolo in cui descrive il modo con cui quattro testate americane – Quartz, Vox, First FT e Time – stanno affrontando questa sfida.
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Editoria
 
Aiuti alla stampa. Il parlamento francese dice no ai contributi diretti

Il Parlamento francese ha condiviso in maniera formale la posizione degli editori digitali associati nello Spiil (Syndicat de la Presse Indépendante d’Information en Ligne) sulla necessità di rivedere i criteri di assegnazione degli aiuti pubblici alla stampa, che in Francia ammontano ad oltre 1,2 miliardi di euro (fra contributi diretti e indiretti).
Lo annuncia lo stesso Spiil, spiegando che ciò è avvenuto nell’ ambito della elaborazione della Legge finanziaria per il 2015. A nome della Commissione Affari culturali ed Educazione, il deputato Jean-Noël Carpentier ha infatti ampiamente ripreso nel testo relativo all’ editoria e agli aiuti alla stampa alcune delle linee che da tempo l’ organizzazione va sostenendo (vedi il Manifesto per un nuovo ecosistema della stampa digitale, ottobre 2012).
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La professione

Agcom: in due settimane oltre 1.500 giornalisti hanno compilato questionario su professione

Sono oltre 1500 i giornalisti italiani che in poco più di due settimane hanno completato il questionario lanciato il 15 ottobre scorso dall’ Agcom per analizzare le condizioni attuali e le prospettive della professione giornalistica e il futuro del sistema dei media.
Il questionario – che sarà disponibile fino al 30 novembre alla pagina www.agcom.it/osservatorio-giornalismo - è stato messo a punto da un Osservatorio sul giornalismo costituito nell’ ambito di una indagine conoscitiva (avviata con la delibera n. 113/14/CONS), nel cui ambito Agcom sta esaminando l’ impatto del processo di digitalizzazione sul sistema dell’ informazione.
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#digit14
 
Freedom of information act: perchè i media italiani lo ignorano?

Gli anglofili lo conoscono come Freedom Of Information Act, l’ acronimo F.O.I.A. circola liberamente in rete e sui giornali di carta da anni, se non decenni; i paesi più evoluti lo hanno adottato da tempo, negli Stati Uniti è legge dello stato dal 1966, da noi non è nemmeno nei pensieri del legislatore.
O meglio, era stato inserito nei proclami del nostro premier.
Addirittura era il primo punto del suo programma di governo, quando ancora era un sindaco quasi segretario di partito con buone chances di arrivare in vetta e comandare il Paese. Poi più niente. Nessuna commissione. Nessun percorso parlamentare. Nessun accenno in successivi proclami.
Abbiamo provato a parlarne a #digit14 assieme a Raffaele Fiengo, giornalista e professore universitario e promotore assieme a tutti noi di Lsdi da anni di un F.O.I.A. italiano, Peter Gomez co-fondatore del Fatto Quotidiano e direttore del Fatto Quotidiano.it, Marco Giovannelli direttore di Varese News, Angelo Cimarosti fondatore di You Reporter e Daniele Chieffi responsabile comunicazione digitale di Eni.
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Freedom of information act: perchè i media italiani lo ignorano? / 2

Le conclusioni del primo intervento di Peter Gomez che apre uno spiraglio introducendo l’ innovazione tecnologica e la Rete stessa come via obbligatoria per il miglioramento.
Il FOIA e l’ informazione locale: qui gli equilibri spesso sono governati da vecchie logiche, racconta Marco Giovanelli, che però forse sono più vicine alla ricerca di trasparenza che garantirebbe l’ adozione del FOIA.
Poi l’intervento di Angelo Cimarosti  e gli spunti preziosi di Raffaele Fiengo.
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Freedom of information act: perchè i media italiani lo ignorano? / 3 – 4

Le delle ultime due parti  del dibattito. Ancora interventi di Raffaele Fiengo, Daniele Chieffi, Peter Gomez, Angelo Cimarosti e Marco Giovanelli.
Nella parte finale della discussione si ragiona intorno a come lanciare e praticare  un’ azione concreta per spingere l’ adozione del Foia in Italia . E dal pubblico arrivano molti spunti interessanti.
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Libri

Il giornalismo fra rivoluzioni e continuità

 Fu vera rivoluzione quella digitale? Solo i posteri potranno dare una risposta a questa domanda, visto che il cambiamento messo in atto dalla digitalizzazione della comunicazione è un processo tuttora in corso e, apparentemente, senza fine. A cercare di tracciare i binari lungo i quali muoversi per capire cosa sia davvero la digitalizzazione della comunicazione arriva il libro di Gabriele Balbi e Paolo Magaudda, Storia dei media digitali. Rivoluzioni e continuità, uscito da poco per Laterza con una interessante prefazione firmata da Peppino Ortoleva.
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@fnsisocial

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