In primo piano
Il buon giornalismo rimane ancora una cosa molto costosa
I costi fissi per la produzione di un buon giornalismo sono molto alti: è facile mettere su un buon sito di informazione, ma fare contenuti giornalistici originali è ancora veramente costoso.
E’ questo lo scenario dell’ attuale sistema dell’ informazione delineato da Matthew Gentzkow, un economista americano di 38 anni che si occupa di media e a cui è stata assegnata la Clark Medal, uno dei riconoscimenti accademici più prestigiosi che vengono assegnati negli Stati Uniti (fra i vincitori ci sono personaggi come Paul Krugman, Milton Friedman, Joseph Stiglitz, Steven Levitt, Larry Summers) >>
La formazione va estesa anche ai “quasi giornalisti”
Se oggi accettiamo il giornalismo in ambiti dove prima nessuno ne rilevava l’ esistenza, le scuole di formazione devono impegnarsi a scoprire nicchie capaci di dar vita a nuovi programmi e attirare nuovi studenti. Partendo da questo assunto, Dan Gillmore insiste sull’ importanza e sulla credibilità dei “quasi giornalisti”: attivisti e cittadini che offrono preziosi contributi su questioni di calda attualità, come diritti civili, conflitti locali, libertà e simili. >>
De Correspondent: giornalisti come leader di conversazioni e lettori come esperti
Mentre alcuni siti web di informazione giornalistica cominciano a chiudere la sezione dei commenti visto che spesso dai lettori arrivano contributi molto pesanti e intrusivi (Mathew Ingram ne ha recentemente parlato in un interessante post su Gigaom), ad Amsterdam continua il successo di un sito – De Correspondent – che si basa soprattutto sui contributi dei lettori. Sia scritti che in termini di fondi, visto che il sito ha raccolto 1,7 milioni di dollari, realizzando un vero e proprio record mondiale nel settore del crowd-funding. >>
Festival di Perugia: strumenti per ‘’navigare’’
Per orientarsi nella fitta rete di incontri, appuntamenti, conversazioni che hanno fatto il tessuto di questa 14/a edizione del Festival del giornalismo di Perugia consigliamo due pagine del sito dell’ #ijf14. >>
Editoria
Il declino dei quotidiani Usa un classico esempio della ‘’distruzione creatrice’’ di Schumpeter
L’ impressionante declino dei ricavi pubblicitari dei quotidiani a partire dal 2000 è una delle più significative e profonde ventate schumpeteriane di distruzione creatrice dell’ ultimo decennio, se non di una intera generazione. E non è detto che sia finita. Un Report del 2011 dell’ IBISWorld sulle “Industrie morenti’’ identificava infatti l’ editoria quotidiana come uno dei dieci settori industriali che rischiano l’ estinzione negli Stati Uniti.
Il commento e il richiamo a Schumpeter e alla sua teoria della distruzione creatrice come motore principale dei cicli capitalistici è di Mark J. Perry, docente di economia all’ Universtà del Michigan. >>
Quotidiani Usa: in molte testate i numeri del digitale continuano ad andare nella direzione sbagliata
Due recenti rapporti aiutano a far luce sull’ andamento della pubblicità nei quotidiani Usa e sul funzionamento dei paywall.
I dati – spiega Ken Doctor su Niemanlab – mostrano che l’ industria dei quotidiani – tranne una minoranza di casi – ha imboccato la strada sbagliata.
Sia i ricavi digitali che quelli dalle vendite continuano a crescere ma entrambi a dei tassi assai meno positivi degli anni passati >>
Il biografo di Steve Job: ‘’perché i media online si basarono sulla pubblicità e perché è stato un fallimento’’
Walter Isaacson , autore della biografia di Steve Jobs, ha scritto un nuovo libro su internet e il web.
In un estratto fornito a VentureBeat, Isaacson racconta come i fondatori del web, pur avendoci pensato, non fossero riusciti a costruire un modello di pagamento, che forse avrebbe potuto salvare l’ industria giornalistica sotto assedio. >>
161 milioni di visitatori sui siti web dei giornali Usa, ma solo per 1,1 minuti al giorno
Due terzi degli adulti americani – 161 milioni di persone – hanno visitato a marzo i siti web dei quotidiani, ma il tempo medio dedicato ad ogni visita è stato un anemico 1,1 minuti al giorno.
Lo segnala Alan D. Mutter sul suo Reflection of a Newsosaur. >>
Tagli alle redazioni ma bonus ai dirigenti: un quotidiano locale simbolo delle proteste in Usa
Scott Bujnak è diventato una sorta di eroe popolare quando si è licenziato dal quotidiano di Prairie Village (Kansas), il St. Louis Post-Dispatch, dopo aver saputo che il CEO del giornale aveva appena intascato un bonus di 700.000 dollari, mentre la redazione subiva continui tagli. >>
Newsbeat, un’ applicazione che trasforma un giornale in radio
Il gruppo editoriale americano Tribune Company – che riunisce giornali e canali televisivi – ha lanciato qualche giorno fa Newsbeat, un’ applicazione mobile che svolge sia la funzione di aggregatore che quella di radio. >>
Media e potere
Open Data, nuova leva di sviluppo economico e di partecipazione (ma la politica non lo ha ancora capito)
Il Friuli Venezia Giulia si è aggiunto alle Regioni che finora, con fortune alterne, hanno adottato una legge in materia di open data. Il Consiglio Regionale ha infatti recentemente approvato la norma sulla trasparenza e l’ utilizzo dei dati della Pubblica Amministrazione. Tra gli elementi di maggiore interesse della legge spicca l’obbligo, per la Regione e le società da essa controllate, di pubblicare in formato open i documenti e i dati relativi ai bilanci.
Quello che è stato definito “un necessario e non più rinviabile passo avanti verso l’Open Government Program” si inserisce in un percorso intrapreso dalla Regione che avrà il suo apice lunedì prossimo, 5 maggio, con la presentazione del nuovo portale open data nell’ ambito di Go On Italia, iniziativa promossa da Wikitalia con l’ obiettivo di aumentare le competenze digitali di cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione. >>
Trasparenza in Italia: “vorrei ma non posso” o “potrei ma non voglio”?
L’atteggiamento dell’attuale Governo verso le ripetute istanze di trasparenza, che montano non solo dal basso ma ormai in modo sempre più trasversale, si pone a metà strada tra il “vorrei ma non posso” e il “potrei ma non voglio”. >>
La Rete
Morte annunciata per la Net Neutrality?
Nonostante le ripetute promesse di concreto sostegno da parte Mr. Obama nella campagna presidenziale del 2007 e l’ aperto appoggio finora offerto dalla Federal Communications Commission (FCC), in Usa sembra ormai certa la fine della cosidetta ‘Neutralità della Rete’.
Ciò grazie a una recente sentenza di una corte federale che ha annullato precedenti decisioni sulla parità d’accesso, e soprattutto per le rivelazione di un recente ‘scoop’ del Wall Street Journal sui nuovi progetti della FCC. >>
Pubblicità
Pubblicità: il ‘native ad’ non rende un sito meno credibile, secondo studio Usa
Il ricorso al native advertising non rende un sito meno credibile e la valutazione sulla credibilità da parte di giovani e ultra45enni non presenta le differenze che uno si potrebbe aspettare.
Sono i risultati di uno studio di due ricercatori, Patrick Howe e Brady Teufel, di Cal Poly (il Politecnico dell’ Università della California), dal titolo “Native Advertising and Digital Natives: The Effects of Age and Advertisement Format on News Website Credibility Judgments”. >>
Rassegna italiana
Google+ è un “morto che cammina”? (e altre segnalazioni) >>