Editoria
Digital First, la rivoluzione di El Paìs
Rivoluzione tecnologica; ristrutturazione dell’ architettura dell’ informazione; riorganizzazione del lavoro redazionale. Sono i tre snodi attraverso cui si è realizzata una vera e propria ‘’rivoluzione’’ nella produzione giornalistica del Pais, uno dei maggiori quotidiani spagnoli - Una rivoluzione che non è stata imposta dall’ esterno ma ‘’viene dall’interno del giornale stesso: dalla sua redazione, dalla sua capacità di integrazione, dalla sua conversione e dalla sua capacità di adattarsi ai tempi’’
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Quotidiano colombiano esce in edicola con la redazione ‘’deserta’’
Un esperimento editoriale basato su dispositivi mobili consegnati ai reporter e ai deskisti, che hanno potuto lavorare “da remoto”: i primi dal luogo in cui le notizie accadevano, producendo testi e foto, e i secondi da dove volevano, che fosse un bar o un parco pubblico - Tutti erano interconnessi attraverso un nuovo sistema editoriale chiamato Milenium, sviluppato da Protecmedia
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Elezioni Usa, i giornali su carta ritenuti ancora i più affidabili
Lo mostra una recente ricerca effettuata da Craig Newmark - I media cartacei, in particolare, detengono il primato relativo alla credibilità con il 22% del favore degli interpellati, che li ritiene molto credibili, mentre blog e social media vengono ritenuti i meno affidabili con solo il 6% degli intervistati che vi ripone fiducia assoluta e ben oltre un terzo che ritiene che abbiano addirittura effetti negativi sulla qualità delle informazioni
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I media Usa sempre più maschili
L’ industria giornalistica americana è ancora dominata dal genere maschile, afferma un nuovo studio realizzato dal Women’s Media Center. Mentre il 73,5% dei laureati in Giornalismo e comunicazione di massa nel 2011 erano donne, la percentuale di donne che lavorano nei media continua a diminuire, spiega MediaBistro
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Cinque modelli economici alternativi
Sul sito dell’International Journalist’s Network Margaret Looney analizza in un post alcuni dei modelli alternativi per finanziare l’ attività giornalistica - dal crowdfunding, all’ uso dei paywall fino al non-profit – che sono stati adottati finora soprattutto negli Usa da grosse testate come ProPublica o New York Times – Ma ora che la struttura economica editoriale continua ad indebolirsi è probabile che anche i singoli giornalisti, a livello individuale o di piccole società, debbano cominciare ad adottare questi modelli per continuare a lavorare – Ma sarebbero utilizzabili anche da parte del giornalismo italiano?
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Giornalismo e giornalismi
Twitter, l’ effetto farfalla e il futuro del giornalismo
i social media modificano il modo di operare dei giornalisti, ma, almeno per ora, sono ancora solo degli attrezzi del mestiere, non necessariamente ‘’nemici’’ del giornalismo, che non ha mai avuto tanta rilevanza come ora: ci sono oggi molti più giornalisti impegnati a spiegarci il mondo che in qualsiasi altro periodo passato’’ – Ma alla fine ‘’è chiaro che guardare a giornalisti professionisti, blogger, utenti di Twitter e citizen journalist come entità a sé stanti non è molto utile’’ – ‘’La chiave è la collaborazione: il giornalismo ufficiale si serve del giornalismo partecipativo e viceversa’’ – Non la tradizione contro il nuovo, ma la tradizione con il nuovo
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Giornalismo e internet: basta con la paura di quelli che sono ‘’là fuori’’
La ‘’Leveson Inquiry’’, l’ inchiesta pubblica sull’ etica, la cultura e le pratiche dei media britannici voluta dal premier Cameron dopo lo scandalo del News of the World e condotta dal giudice Lord Brian Leveson, sta analizzando a fondo, e in maniera trasparente, il mondo dell’ informazione giornalistica del Regno Unito. Dalle audizioni compiute in queste ultime settimane si sta sviluppando un ampio dibattito anche sul giornalismo e internet, in particolare sul modo con cui il mondo digitale sta interagendo con le redazioni dei media mainstream - Il sito journalism.co.uk ha raccolto una serie di osservazioni di giornalisti britannici sentiti nell’ ambito dell’ inchiesta, di cui ci sembra interessante proporre la traduzione
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Il giornalismo è morto, viva il giornalismo
In realtà a morire sono ancora e sempre i giornalisti, quelli veri, che per riuscire a documentare la realtà, quella più complessa e non raccontabile se non attraverso le informazioni raccolte sul campo, finiscono vittime dell’ ennesimo conflitto - Il giornalismo non muore ma aggiorna le proprie regole, o almeno dovrebbe, in funzione delle novità nella fruizione, raccolta, diffusione delle notizie - Il giornalismo italiano invece, quello istituzionale,non si aggiorna
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La bufala dei 500 milioni di utenti su Twitter. Ma il giornalismo dov’ è?
Non è che una bufala diventa una notizia se un altro giornale o una agenzia l’ hanno diffusa. Il giornalismo che tutti invocano contro le approssimazioni della Rete dov’ è? - Nonostante le smentite e i ridimensionamenti, sul web continua a girare quella che Luca Conti chiama la bufala clamorosa dei 500 milioni di account su Twitter, cifra diffusa da una società di analisi ‘’per farsi pubblicità e bevuta in maniera acritica da gran parte della stampa, online e offline’’
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Informazione e pubblicità, relazioni pericolose? Nuovo incontro (a Roma)
Nuova presentazione della Ricerca sull’ evoluzione dei rapporti fra giornalismo e pubblicità compiuta dal Consiglio nazionale dell’ Ordine dei giornalisti e da una équipe del LaRiCA (Laboratorio di Ricerca sulla Comunicazione avanzata, dell’ Università di Urbino), già presentata a Milano il 27 gennaio scorso - Lo studio (‘’Informazione e pubblicità, relazioni pericolose’’) sarà discusso la mattina dell’ 8 marzo, nella sede dell’ Ordine nazionale dei giornalisti, a Roma
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La Rete
Stone, non state troppe ore su Twitter, è ‘’poco sano’’
Lo riporta il sito del Guardian, spiegando che, secondo Biz Stone, 37 anni, cofondatore e ora direttore creativo di Twitter, gli utenti dovrebbero visitare il sito per cercare le informazioni che li interessano e uscirne appena le hanno trovate
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Aperta la stagione di caccia (a Twitter)
In principio fu l’autocensura. Il 26 gennaio scorso il blog ufficiale di Twitter annunciava che la penetrazione in nuovi mercati (aggiungerei “sensibili”) imponeva una nuova policy rispettosa delle differenze culturali legate alla libertà di espressione dei Paesi in questione - Una micro-censura geolocalizzata e trasparente, se vogliamo, in basa alla quale i contenuti ritenuti offensivi saranno oscurati solo nel Paese “offeso”, mentre resteranno visibili in tutto il resto del mondo
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La pubblicità
Nel 2012 7,8 miliardi di dollari sui social network (+50%)
Gli investimenti pubblicitari sui social network continuano a crescere, globalmente, e nel 2012 dovrebbero toccare un aumento di quasi il 50%. La previsione è di eMarketer, secondo cui gli inserzionisti nel corso del 2012 dovrebbe spendere quest’ anno 7,72 miliardi di dollari su reti sociali e applicazioni per i social games, mentre il ritmo di crescita dovrebbe essere superiore a quello registrato nel 2011
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In 5 anni 84 spot per l’ iPhone
Il sito adweek.com ha raccolto tutti i video pubblicitari del dispositivo di Cupertino - Una iniziativa interessante perché nei video si può notare non solo l’evoluzione dei dispositivi ma anche come gli spot non siano sostanzialmente cambiati
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Struttura interattiva sceglie messaggio a seconda del sesso di chi ha di fronte
Si tratta di un Facial Recognition Billboard, messo a punto da Plan UK (30.000 sterline!) per promuovere la campagna “Because I am a Girl”, un’ iniziativa che – spiega Pinkblog.it - punta a rendere tutte le donne consapevoli sulle discriminazioni di genere nel mondo, per poterle combattere meglio
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Video
Giornalisti e giornalismo oggi
In una serie di video un confronto fra David Leigh, Peter Gomez, Fabio Tamburini e Andrea Di Stefano, moderati da Danilo De Biasio, a Cascina Cuccagna
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