L'Unità l'8 marzo, non sarà inedicola per uno sciopero dei giornalisti preoccupati per il futuro del quotidiano especialmente per l'assenza di un credibile progetto di rilancio della testata. Il Cdr aveva chiesto la pubblicazione di un appello alle lettrici e ai lettori che l'azienda ha rifiutato. Lo pubblichiamo qui di seguito.
Abbiamo a più riprese manifestato grande preoccupazione per il futuro del giornale, e i lettori più affezionati lo sanno. Abbiamo chiesto spiegazioni su progetti, investimenti, linea editoriale. Non abbiamo ottenuto risposte. Per questo motivo avevamo chiesto la pubblicazione a pagamento sull'Unità di una lettera aperta ai lettori, pubblicazione che ci è stata rifiutata. Vi riportiamo il testo che avevamo preparato. «Questo è un appello che non avremmo voluto scrivere. Vorremmo certezze, un progetto che garantisca sin da ora il futuro dell'Unità come grande giornale d'informazione, perché oggi ancora lo è. E invece non abbiamo nulla in mano per potervelo dire. Vorremmo esclusivamente scrivere sul nostro e vostro giornale articoli. E invece da tempo, da troppo tempo siamo costretti ad occuparci anche di altro. In queste ore la proprietà dell'Unità sta decidendo i destini della testata. Noi non possiamo dirvi, ora, se questo giornale rimarrà in edicola in futuro sette giorni su sette; non sappiamo se allo stallo degli ultimi sei mesi si sostituirà una fase di rilancio. Abbiamo chiesto spiegazioni e nessun chiarimento c'è stato dato. Noi non chiediamo privilegi, non chiediamo la luna. Vogliamo un progetto vero, vogliamo essere messi nella condizione di lavorare con tranquillità per dare ogni giorno un alto significato all'euro che spendete per acquistarci in edicola. Vogliamo efficienza, vogliamo che il giornale sia in edicola lì dove deve essere, vogliamo che finisca il gioco dei rinvii su iniziative annunciate e poi dimenticate. Vogliamo un giornale che possa offrirsi ricco ai lettori, un primo giornale così come è oggi, autorevole, fiero della sua autonomia, con una sua originale lettura dei fatti. Vogliamo che l'Unità resti uno strumento forte e visibile di battaglie civili e politiche. Vogliamo che questo patrimonio della storia del Paese non venga ancora una volta costretto in un cono d'ombra: stavolta nessuno ci concederà una prova d'appello. Oggi non abbiamo nulla da darvi se non le nostre preoccupazioni e la nostra voglia di dire: Adesso, basta! La redazione dell'Unità ha pagato un prezzo alto in-termini salariali per la riapertura del giornale esattamente sei anni fa. Ha continuato a fare sacrifici negli ultimi due anni quando è iniziata una preoccupante fase di contrazione di copie. Adesso, vogliamo chiarezza». Parole semplici, dirette, animate da un alto senso di responsabilità e di orgoglio per il giornale in cui lavoriamo e in cui vorremmo lavorare ancora a lungo. Ci è - stato opposto un rifiuto, così come ci è stata negata qualsiasi altra spiegazione ulteriore. Per questo motivo abbiamo deciso di scioperare. Care lettrici e cari lettori domani, 8 marzo-Festa della donna, non troverete l'Unità in edicola. Un giorno in cui volevamo esserci, non ci saremo. Pensiamo, a difesa di una causa giusta. Le redattrici e i redattori dell'Unità Pietro Spataro, Luca Landò, Paolo Branca, Nuccio Ciconte, Ronaldo Pergolini, Roberto Brunelli, Massimo Filipponi, Fabio Luppino, Ella Baffoni, Roberto Roscani, Ninni Andriolo, Federica Fantozzi, Andrea Carugati, Simone Collini, Eduardo Di Blasi, Natalia Lombardo, Wanda Marra, Bruno Miserendino, Maria Zegarelli, Edoardo Novella, Marco Bucciantini, Maristella lervasi, Roberto Monteforte, Massimo Solani, Anna Tarquini, Jolanda Bufalini, Cesare Buquicchio, Francesca De Sanctis, Maria Grazia Gerina, Rossella Ripert, Antonella Caiafa, Cinzia Zambrano, Gabriel Bertinetto, Umberto De Giovannangeli, Antonio Fontana, Marina Mastroluca, Sergio Sergi, Enrico Fierro, Vincenzo Vasile, Stefania Scateni, Renato Pallavicini, Bruno Gravagnuolo, Maria Serena Palieri, Toni Jop, Stefano Miliani, Rossella Battisti, Gabriella- Gallozzi, Aldo Quaglierini, Salvatore Righi, Fabio Ferrari, Umberto Verdat, Roberta Massa, Loredana Toppi, Toni De Marchi, Roberto Arduini, Rachele Gonnelli, Maura Gualco, Beatrice Montini, Bianca Di Giovanni, Felicia Masocco, Roberto Rossi, Angelo Faccinetto, Giuseppe Caruso, Laura Matteucci, Oreste Pivetta, Giampiero Rossi, Luigina Venturelli, Onide Donati, Andrea Bonzi, Adriana Comaschi, Luigi Marcucci, Silvia Gigli, Wladimiro Frulletti, Osvaldo Sabato, Francesco Sangermano. L’Unità domani non sarà in edicola. I giornalisti sono in sciopero. Una decisione sofferta, in una giornata - l’8 marzo, Festa della Donna - che è tradizionalmente seguita in modo particolare e attento dall’Unità e dai suoi giornalisti. Ma anche una decisione inevitabile: l’Associazione Stampa Romana è solidale con la redazione, ne condivide le preoccupazioni per il futuro e soprattutto per la mancata informazione da parte dell’Azienda sui progetti industriali ed editoriali. La richiesta di chiarezza fatta all’Azienda dai giornalisti dell’Unità è caduta nel vuoto, la richiesta di pubblicare (addirittura a pagamento) un “appello” ai lettori” è stata negata. L’Associazione Stampa Romana, da parte sua, si rivolge direttamente all’Azienda editrice dell’Unità chiedendo che vengano date risposte immediate, serie, concrete, sulle iniziative per il rilancio del giornale.