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Osservatorio sui media 19 Dic 2009

New media, mercato italiano in crescita del 13 per cento, ricavi per quasi 600 milioni

(NoveColonne ATG) Roma - “Il mercato dei New Media cresce nel 2009 in Italia del 13% circa e, quindi, compensa in parte la perdita di fatturato dei media tradizionali, generando nuovi ricavi per quasi 600 milioni di euro”.

(NoveColonne ATG) Roma - “Il mercato dei New Media cresce nel 2009 in Italia del 13% circa e, quindi, compensa in parte la perdita di fatturato dei media tradizionali, generando nuovi ricavi per quasi 600 milioni di euro”.

Così Andrea Rangone, coordinatore degli Osservatori ICT & Management della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato nel capoluogo lombardo i risultati dell’Osservatorio su New Tv & Media, promosso dalla School of Management del Politecnico in collaborazione con il Cefriel e basata sull’analisi di più 550 canali relativi a tutte le principali piattaforme televisive digitali e su oltre 50 casi di studio realizzati mediante interviste dirette alle più significative imprese operanti nei diversi stadi di questa filiera, compresi i media fruiti tramite il telefono cellulare. Sullo sfondo la flessione, quindi, del mercato italiano dei media che subisce nel 2009 una contrazione compresa tra l’8 e il 10%, passando da 18,5 miliardi di euro nel 2008 a meno di 17 miliardi di euro nel 2009. Giovanni Toletti, responsabile della Ricerca Osservatorio New Tv & Media: “Questa dinamica è l’effetto congiunto di due andamenti di segno opposto - afferma -: una forte diminuzione degli introiti derivanti dai Media tradizionali e una buona crescita dei ricavi generati dai New Media". Più precisamente, la pubblicità sulla Stampa diminuisce poco più del 20%, quella sulla Tv analogica del 10%, quella sulla radio del 14%; i ricavi derivanti dalle vendite di quotidiani e periodici si riducono di circa il 20%. I Media digitali, invece, crescono del 13% e arrivano a rappresentare il 29% del mercato complessivo dei Media (erano il 24% nel 2008 e il 22% nel 2007). Entrando nel merito delle singole componenti che costituiscono il mercato dei New Media, si può evidenziare che il peso maggiore è delle Sofa-Tv digitali, pari al 76%, a fronte di un peso di Internet pari al 18% e un’incidenza del Mobile pari al 6%.

Le piattaforme televisive digitali sono per ora essenzialmente utilizzate per l’offerta di contenuti di natura televisiva, fatta eccezione per alcuni canali radiofonici (presenti nel bouquet di Sky e sul DTT) e i Teletext (Televideo, Mediavideo, ecc.). Questi ultimi, seppure fino a questo momento non abbiano ancora saputo sfruttare appieno le potenzialità della nuova piattaforma digitale, potrebbero in futuro aumentare il loro ruolo. Nel 2009 il mercato dei Media basati sul Web, inteso come la somma degli introiti da pubblicità e delle vendite di contenuti premium (video e musica in streaming e contenuti editoriali) dovrebbe attestarsi attorno ai 910 milioni di euro, in crescita di oltre il 10% rispetto al 2008. Il 98% di questo valore è costituito dall’advertising, mentre sono ancora molto ridotti i ricavi dalla vendita dei contenuti. Ma il potenziale del Web, come Media, è, ben superiore a questi valori, per due ragioni di fondo, sottolineano i ricercatori dell’Osservatorio.La prima è che ad oggi non si è ancora riusciti - se non in minima parte - a “monetizzare” i due trend fondamentali che stanno cambiando in profondità la natura stessa del Web: la rivoluzione del 2.0 (e la conseguente proliferazione di social network, blog, user-generated-content, community, wiki, ecc.) e la massiva diffusione di contenuti Video (Video-metamorfosi). Entrambi questi fenomeni stanno contribuendo ad una crescita sempre più capillare di Internet anche in Italia (il numero di utenti Internet arriverà a fine anno vicino ai 24 milioni e il tempo dedicato in media dal singolo navigatore italiano è passato dalle 22 ore mensili del 2008 alle oltre 33 ore nel 2009) ma non sono ancora stati capaci di generare adeguati ricavi aggiuntivi.

 “Siamo però convinti che questo accadrà nei prossimi anni” sostengono dall’Osservatorio. La seconda ragione è che nel Web, a differenza invece di quello che accade sulle Sofa-Tv digitali e nel Mobile, non si è ancora riusciti a capire come generare ricavi anche dalla vendita di contenuti premium ai navigatori. “Siamo però convinti – affermano i ricercatori - che sia possibile raggiungere questo risultato, soprattutto quando a volerlo sono player del calibro di Google e News Corp, ma per farlo sarà necessario sviluppare - finalmente - adeguati sistemi condivisi a supporto dei micro-pagamenti”.

@fnsisocial

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