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Fnsi 03 Nov 2014

Nel tempo dei grandi mutamenti e del dibattito sul ‘jobs act’ per l’occupazione, per i diritti e per la dignità del lavoro

“Si è svolta nella sede della Fnsi l’iniziativa nella ricorrenza della giornata europea indetta dalla Federazione europea dei giornalisti (Efj) Stand up for journalism dedicata quest’anno al tema di come “Coniugare lavoro con diritti e dignità”. All’iniziativa hanno partecipato oltre i massimi dirigenti della Fnsi, Franco Siddi e Giovanni Rossi, il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, il senatore Luciano Uras della commissione Bilancio di Palazzo Madama i segretari confederali della Cgil, Serena Sorrentino, della Cisl, Livia Ricciardi e della Uil, Guglielmo Loy. “Questa giornata – ha detto Siddi – vuole affrontare il tema del lavoro giacché anche il mondo dell’informazione è seriamente colpito dalla crisi al punto che nei soli primi sei mesi di quest’anno sono stati persi ben 634 posti di lavoro senza che nessuno sia stato creato. E questo dopo altri anni di crisi e disoccupazione. Siamo preoccupati di chi dice, e non ci convince, che attraverso licenziamenti si possa creare nuova occupazione. Servono invece interventi per incoraggiare le imprese editoriali a puntare sul capitale umano e non su lesioni di diritti”.

“Si è svolta nella sede della Fnsi l’iniziativa nella ricorrenza della giornata europea indetta dalla Federazione europea dei giornalisti (Efj) Stand up for journalism dedicata quest’anno al tema di come “Coniugare lavoro con diritti e dignità”. All’iniziativa hanno partecipato oltre i massimi dirigenti della Fnsi, Franco Siddi e Giovanni Rossi, il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, il senatore Luciano Uras della commissione Bilancio di Palazzo Madama i segretari confederali della Cgil, Serena Sorrentino, della Cisl, Livia Ricciardi e della Uil, Guglielmo Loy. “Questa giornata – ha detto Siddi – vuole affrontare il tema del lavoro giacché anche il mondo dell’informazione è seriamente colpito dalla crisi al punto che nei soli primi sei mesi di quest’anno sono stati persi ben 634 posti di lavoro senza che nessuno sia stato creato. E questo dopo altri anni di crisi e disoccupazione. Siamo preoccupati di chi dice, e non ci convince, che attraverso licenziamenti si possa creare nuova occupazione. Servono invece interventi per incoraggiare le imprese editoriali a puntare sul capitale umano e non su lesioni di diritti”.

“E’ una crisi enorme che colpisce pesantemente l’editoria – ha affermato Rossi – Per questo ho molte perplessità sulle iniziative del Governo ed in particolare sulla questione dell’art.18. C’è una profonda contraddizione tra la necessità di creare nuovo lavoro e la eliminazione di diritti. Nelle sole regioni della Toscana e dell’Emilia Romagna sono state perse in pochi mesi almeno 10 testate giornalistiche di piccole e medie dimensioni”. La situazione della categoria, del settore editoriale nel quadro di una crisi epocale, è stata tracciata da Fabio Azzolini della Giunta della Fnsi che ha ricordato come il Governo invece di “ irridere le forze sindacali e i lavoratori con battute (gettone e iphone) fino ad ora non ha messo che in cantiere manovre assai timide al di là di poche novità: Aspettiamo ancora la convocazione degli Stati Generali dell’Editoria più volte promessi”. Guglielo Loy così come Serena Sorrentino e Livia Ricciardi si sono incentrati sul Jobs Act e sulla legge di Stabilità e, con accenti diversi, hanno espresso le preoccupazioni per la caduta verticale del lavoro nel nostro Paese e per la pericolosa deriva contro diritti sul lavoro e per le minacce alla dignità dei lavoratori. “Attenzione - ha sostenuto la segretaria confederale della Cgil – che lo statuto dei lavoratori viene minato anche sugli articoli 13 e 14, non solo su quello più famoso: il 18”. “Il tema del lavoro è un elemento caldo – ha sostenuto Cesare Damiano - Auspico che Renzi dialoghi con le forze sociali anche perché, sia sulla legge di Stabilità sia sul Jobs act, vi sono delle evidenti contraddizioni in particolare sul tema degli incentivi, sulle nuove assunzioni ed altro ancora. Anche sui fondi pensione, come quello integrativo dei giornalisti, con l’aumento delle aliquote fiscali si rischia di affossarli e di creare le condizioni perché i nostri figli non abbiano la possibilità di avere una pensione degna di questo nome. In questo senso sono convinto che l’unica strada è il dialogo”. E’ intervenuto anche Luciano Uras ricordando che chi "oggi perde il lavoro a 50 anni diventa un invisibile senza una via di uscita” mentre Vincenzo Vita di Articolo21 ha ricordato come “ ormai per l’editoria non esiste più il Fondo e che testate piccole e medie rischiano la chiusura gettando sul lastrico migliaia di lavoratori”. Valentino Russo, membro del cdr del Giornale radio Rai ha portato la testimonianza dei colleghi del Gr2 e Gr3 che oggi sono in sciopero per la decisione dell’azienda di tagliare l’informazione alle due testate. “Abbiamo evidentemente una visione diversa di Servizio pubblico” ha concluso. Roma 3 novembre 2014


L’ASR AL FIANCO DELLA REDAZIONE DEL GIORNALE RADIO RAI
“GIU’ LE MANI DALL’AUTONOMIA DELLE GIORNALISTE E DEI GIORNALISTI”
L’Associazione Stampa Romana è compattamente schierata al fianco del Giornale Radio Rai oggi in sciopero. Le colleghe e i colleghi della radio si battono per un diritto fondamentale che si chiama autonomia della professione, anche quando viene declinata a livello sindacale.
“La miopia e l’ottusità di certi management editoriali sono fra gli ostacoli maggiori alla ripresa del settore informativo - afferma il segretario Asr Paolo Butturini -. La vicenda del Giornale Radio Rai ne è l’esempio più eclatante. La redazione si era fatta carico della necessità di rivedere il palinsesto, chiedeva soltanto di discuterne alla luce delle linee editoriali e dell’esperienza maturata in questi anni. Il rifiuto della Rai anche soltanto di confrontarsi nel merito col Comitato di Redazione, non è soltanto un inaccettabile atto di arroganza, è un segno dei tempi e dell’abbaglio che molte aziende stanno prendendo, coltivando la segreta speranza di poter fare informazione senza i professionisti del settore. Si sbagliano e ci auguriamo che rinsaviscano presto. Da parte sua l’Asr si batterà in tutte le sedi per riaffermare il diritto delle redazioni a svolgere un ruolo di primo piano nella produzione di un bene così delicato e importante come l’informazione”. Roma, 3 novembre 2014


3 NOVEMBRE INIZIATIVA FNSI PER LA GIORNATA EUROPEA "STAND UP FOR JOURNALISM"
“Manifestazione per il lavoro, con diritti e dignità, nel tempo dei grandi mutamenti e del dibattito sul ‘jobs act’. La organizza la Fnsi che, oggi lunedì 3 novembre prossimo, dalle 15 alle 18, nel salone Walter Tobagi della sua sede di Corso Vittorio Emanuele II 349, a Roma, terrà un pubblico incontro con i protagonisti delle istituzioni e del mondo del lavoro. Con il sindacato dei giornalisti saranno presenti, tra gli altri, il presidente della Commissione lavoro della Camera, on. Cesare Damiano, e i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Serena Sorrentino, Luigi Sbarra e Guglielmo Loy. La manifestazione si inquadra nell’ambito della giornata europea “Stand Up for Journalism”, promossa annualmente dalla Federazione europea dei giornalisti (Efj) per sostenere l’attenzione della categoria e dei media sulla centralità del lavoro e dei suoi valoriQuest’anno l’iniziativa si innesta in un dibattito italiano e continentale di stringente attualità, a causa di una crisi che ha messo in discussione tutte le sicurezze sociali e che registra gravi alterazioni nel mercato del lavoro.
Nel campo dell’editoria le risposte imprenditoriali sono incerte e prive, generalmente, di grande prospettiva. Vanno verso la chiusura numerose testate, reggono piccole e medie concentrazioni, che sembrano fare il paio con altre di potere. Si propongono, a questo punto, nuove sfide per la libertà dell’informazione e per la dignità del lavoro.”


SIDDI E ROSSI INCONTRANO LEADER CGIL, SUSANNA CAMUSSO
“La Federazione Nazionale della Stampa Italiana resta impegnata sul fronte della dignità e della tutela dei diritti dei lavoratori. Fortemente interessata a valutare il merito di ogni ipotesi e i contenuti di ogni iniziativa per rilanciare l’occupazione, la Fnsi avvia un confronto e un colloquio con le organizzazioni sociali e a livello istituzionale, anche tenendo conto delle diverse e molteplici azioni del sindacalismo confederale e delle categorie. E’ confermata per il 3 novembre prossimo la manifestazione, aperta ai soggetti sociali e istituzionali, a Roma, per la libertà, i diritti e l’autonomia del lavoro giornalistico in un quadro che appartiene al patrimonio ideale e concreto del movimento dei lavoratori italiani.
Questi temi sono stati al centro di un colloquio tra il Segretario e il Presidente della Fnsi, Franco Siddi e Giovanni Rossi, con il Segretario della Cgil, Susanna Camusso, che ha voluto illustrare le ragioni della manifestazione nazionale che la sua organizzazione ha promosso per domani. La Federazione Nazionale della Stampa ha ribadito l’interesse per tutte le battaglie a favore di riforme che abbiano al centro il lavoro e i suoi diritti, registrando anche punti di convergenza, in un quadro di autonomie sindacali nelle quali la Fnsi ha una sua specificità fondata su un principio federativo che ha al centro le associazioni regionali di stampa. Disoccupazione diffusa, precariato, disagio sociale, gravi alterazioni del mercato del lavoro, allarme per le forti spinte vetero-liberiste ai licenziamenti facili, sono terreno comune per chiunque consideri la rilevanza della civiltà e della democrazia del lavoro.
Il mondo dell’informazione è chiamato a fare la sua parte, in primo luogo sul terreno della completezza e del rigore professionale. C’è bisogno di molta più informazione sui temi del lavoro, delle proposte che avanzano nel confronto pubblico, sul merito delle cose. Nessun colpevole silenzio si abbatta perciò sulle manifestazioni per il diritto del lavoro. Quella di domani della Cgil sicuramente richiede uno sforzo di attenzione e di rappresentazione di opinioni, così come lo meritano altre iniziative già in programma. In questo quadro la Fnsi assicura la piena e diretta partecipazione alla manifestazione del pubblico impiego dell’8 novembre prossimo contro il blocco della contrattazione e contro le campagne di denigrazione del ruolo e della funzione dei dipendenti pubblici. Migliaia di giornalisti, che lavorano nella pubblica amministrazione per garantirne la trasparenza e un’adeguata informazione, sono pienamente coinvolti e condividono gli obiettivi di questa iniziativa unitaria. La Fnsi invita tutti i colleghi ad esserci e a far prevalere le ragioni dell’unità e degli obiettivi condivisi.” Roma, 24 ottobre 2014

IL 3 NOVEMBRE NELLA GIORNATA EUROPEA “STAND UP FOR JOURNALISM”

FNSI IN CAMPO PER DIRITTI DEL LAVORO, OCCUPAZIONE E ARTICOLO 18
FORTE INIZIATIVA DEI GIORNALISTI A TUTELA DI TUTTE LE GARANZIE

GIUNTA: IMPEGNO AD ASSICURARE UNA CHIARA INFORMAZIONE AI CITTADINI
“Sarà dedicata ai diritti, alle tutele, alla dignità e all’autonomia del lavoro la sessione italiana della giornata europea annuale “Stand Up for Journalism”, promossa per il 3 novembre dalla Federazione Nazionale della Stampa.
L’iniziativa del Governo e il processo parlamentare in corso sul Jobs Act rendono centrali questioni che non tramontano, in ossequio alla lunga età di una legge. E nessuna legge di per sé crea lavoro, che però ha bisogno di leggi equilibrate.
Non si crea lavoro agitando il feticcio delle riforme, né se si accredita l’idea che possa essercene di più se sarà più facile licenziare. Il pensiero vetero-liberista, che si è affermato negli ultimi anni, non ha contribuito né alla ripresa economica e dei consumi, né alla crescita del mercato del lavoro.
In Italia, anzi, questo pensiero, con la legalizzazione di forme atipiche di lavoro che hanno fatto prosperare incertezze di occupazione e di reddito, precariato, disagio sociale, ha prodotto un’alterazione del mercato del lavoro. Un problema che ha colpito e colpisce anche il mondo dell’informazione e del lavoro giornalistico. Spesso viene invocata l’Europa per ridurre l’area dei diritti attraverso il magico richiamo alla “flessibilità”.
Ora, anche la Banca centrale europea riconosce che non c’è sviluppo di nuovo lavoro se non si investe sulla crescita e sulle garanzie che devono reggere l’equilibrio del mercato del lavoro. E’ tempo che a livello comunitario si prenda atto che sono mature le condizioni previste dai trattati per politiche economiche e non solo monetarie, che avviino una inversione di tendenza.
La Giunta della Federazione Nazionale della Stampa ritiene che l’Italia, nella fase conclusiva della sua Presidenza di turno dell’Unione Europea, debba battersi su questo terreno, per imporre a Bruxelles politiche espansive che rilancino l’occupazione, ripristinando livelli ragionevoli di crescita mentre procede il percorso di risanamento dei conti pubblici.
L’accanimento sull’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, invece, appare una formula per provocare una inversione nella considerazione del lavoro, che si vuole indebolire, piuttosto che una condizione di reale efficacia di ripartenza dell’economia e del lavoro stesso. La Fnsi chiede perciò che non si alimenti ulteriormente un sentimento di rivalsa immotivata e dannosa tra parti sociali e generazioni. Allo stesso tempo ritiene che la contrattazione debba continuare ad essere uno strumento utile e di impatto sociale rilevante per chi voglia fare riforme avanzate, assegnando alle leggi, essenzialmente, il compito di definire le tavole dei principi e dei diritti fondamentali.
Allargare le garanzie dello Statuto dei lavoratori, aggiornandole al nostro tempo, richiede uno sforzo sereno e rigoroso di carattere riformista, avendo chiaro che non si compiono atti di progresso se si riducono i diritti e le garanzie legittime del mondo del lavoro. L’abrogazione dell’articolo 18, con l’obiettivo di cancellare la tutela forte dei posti di lavoro e di allargare le possibilità di licenziamento e demansionamento, impatta contro la sfida della corresponsabilità che gran parte del mondo del lavoro, quello del mondo giornalistico compreso, e alcune imprese qualificate hanno intrapreso. Il depotenziamento unilaterale delle garanzie, già avviate dal governo Monti-Fornero, dimostra che su questa strada non solo non si crea nuovo lavoro, ma si creano nuove situazioni precarie e nuove povertà, e anche fenomeni di riduzioni delle libertà.
Per il lavoro giornalistico una nuova norma sui licenziamenti aperti o “liberi”, non solo metterebbe ulteriormente in crisi posti di lavoro già colpiti dalla crisi economica, ma anche l’autonomia e la libertà che caratterizzano l’informazione. L’autonomia del lavoro giornalistico rischia di ridursi ulteriormente a causa dell’ampio spazio che si apre ai più svariati tipi di condizionamento, a cominciare dagli interessi forti che si esprimono talvolta sui media, nonché da quelli di natura pubblicitaria e della propaganda. Il rischio di licenziamenti indiscriminati, che in tempi di crisi è facile nascondere sotto l’ombrello del motivo economico, espone i giornalisti a condizionamenti impropri persino nell’esercizio libero dell’attività di cronaca su fatti che impattano o possono intaccare interessi delicati. Un problema serio per la libertà e l’autonomia dell’informazione.
Tutti questi temi non sono liquidabili con poche battute né con titoli ad effetto.
Per queste ragioni la Fnsi è impegnata in una mobilitazione speciale per la difesa dei diritti del lavoro e perché sia assicurata la massima e chiara informazione a tutti i cittadini, rifuggendo da obbligazioni di schieramento che appartengono alla congiuntura del dibattito politico.
La Fnsi sarà, pertanto, autonomamente in campo con l’iniziativa del 3 novembre, dedicando interamente la tradizionale iniziativa della Federazione Europea di categoria, “Stand Up for Journalism” a questo tema, e invitando a parteciparvi anche i più alti rappresentanti delle principali organizzazioni sindacali, di cui segue con vicinanza le rispettive iniziative a difesa del lavoro.” Roma 15 ottobre 2014


ASSOCIAZIONE STAMPA TOSCANA
LA SOPPRESSIONE DELL’ART. 18 RIPERCUSSIONI SUI GIORNALISTI
Forte preoccupazione per il silenzio che esiste, nella categoria e anche nel sindacato dei giornalisti, in relazione alle conseguenze che potranno essere provocate dagli annunciati contenuti del Jobs Act e, in particolare, dalla soppressione di fatto dell'Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. E' quanto sottolinea l'Associazione Stampa Toscana, esprimendo la sua preoccupazione, per quanto riguarda nello specifico la possibilità di licenziamento, sotto almeno due aspetti.
In primo luogo, il licenziamento per motivi economici rischia di piombare come un cataclisma sulle redazioni in crisi. Un cataclisma che non sarà arrestabile proprio per l’impossibilità, a quel punto, di ricorrere al giudice invocando la giusta causa e chiedendo il reintegro.
In secondo luogo, preoccupa anche il silenzio da parte degli editori. Soprattutto c’è meno fervore sulle richieste di ricorso alla 416, finora unica possibilità per sfoltire gli organici e ridurre il costo del lavoro. Non è che il silenzio della Fieg sia quello che precede la tempesta?
Ed eccoci al punto. L’Associazione Stampa Toscana ritiene devastante la possibilità di licenziamenti in pratica indiscriminati in un momento di gravissima crisi. Ma ritiene anche pericolosissimo, per la stessa professione, la cancellazione dell’Articolo 18: renderà più difficile, per i giornalisti, esercitare l’attività liberamente, andando a fare cronaca, giorno dopo giorno, su fatti capaci di intaccare interessi assai delicati.
E' noto, infatti, che non sono affatto infrequenti le pressioni su editori e direttori di personaggi che hanno interesse a condizionare, e indirizzare, servizi e inchieste. Finora il giornalista è stato tutelato, almeno sulla salvaguardia del posto di lavoro, dall’Articolo 18. Scomparso anche quest’ultimo baluardo, sarà più difficile per tutti garantire all’opinione pubblica un’informazione completa, capace di rivelare interessi e situazioni delicate.
Per tutti questi motivi – e senza dimenticare altri aspetti gravi e preoccupanti, quali i demansionamenti - l’Ast si rivolge alla Fnsi chiedendo, sia pure tardivamente, di mobilitare la categoria. Ma chiede anche al governo, in particolare al premier, Matteo Renzi, e al sottosegretario Lotti, di valutare bene anche i riflessi sulla professione giornalistica e sull’informazione, prima di cancellare unilateralmente le tutele previste dall’Articolo 18.

@fnsisocial

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