“Ieri le intercettazioni su una vicenda del recente passato Rai, dove alti dirigenti sono impegnati a favorire l’azienda concorrente e il Presidente del Consiglio suo proprietario. Oggi la rottura delle trattative tra Michele Santoro e La7, commentata da Enrico Mentana e Gad Lerner con un comunicato in cui si parla di “interferenze esterne, comunque inaccettabili”.
Due vicende diversissime, che però trasmettono la stessa, opprimente impressione: quella cappa che da anni il conflitto di interessi fa gravare sulla tv italiana, sul lavoro dei giornalisti, sulle logiche di mercato tanto lodate quanto sbeffeggiate, sul semplice diritto dei cittadini di vedere da qualche parte in onda una trasmissione apprezzatissima.
Non se ne può più. Non ne può più un’opinione pubblica che sta facendo sentire in modo sempre più chiaro di non accettare bavagli al suo diritto di sapere, di essere informata, di essere partecipe. Questa cappa va fatta saltare, perché inquina la vita democratica. Ci sono tutte le condizioni perché i cittadini (e tra di loro tanti di noi giornalisti) tornino ad affermare in modo visibile e potente il loro no, la loro richiesta di libertà. L’aria dei referendum soffia anche per quel bene comune che è l’informazione”.
SANTORO: ACCORDO CON LA7 VANIFICATO SENZA MOTIVAZIONE
"Un accordo praticamente concluso, annunciato dallo stesso telegiornale dell'editore coinvolto, apprezzato dal mercato con una crescita record del titolo, viene vanificato senza nessuna apprezzabile motivazione editoriale". Così Michele Santoro commenta l'annuncio de La7 sulla rottura delle trattative per un suo passaggio, insieme al gruppo di lavoro di 'Annozero', sulla rete. "Siamo di fronte - dice il conduttore in una nota - ad una nuova, eloquente ed inoppugnabile prova dell'esistenza del nostro Paese di un colossale conflitto di interesse". Il giornalista precisa che "naturalmente non possiamo fornire le prove dell'esistenza di interventi esterni ma parla da solo l'interesse industriale che avrebbe avuto La7 ad ospitare un programma come il nostro nella sua offerta. Improvvisamente - sottolinea Santoro - ci sono stati posti gli stessi problemi legali che la Rai pone a Milena Gabanelli e norme contrattuali che noi consideriamo lesive della libertà degli autori e dei giornalisti. Per non tradire le attese del pubblico, ci siamo impegnati a farci carico dell'eventuali conseguenze legali delle nostre trasmissioni, ad autoprodurle e a procedere per gradi, senza un contratto quadro, con una prima serie di 11 puntate. In questo modo, sia noi che l'editore, avremo potuto liberalmente valutare l'opportunità di continuare la collaborazione". Santoro aggiunge "ricordiamo a tutti che il dottor Stella, amministratore delegato di Ti Media aveva pubblicato dichiarato che non c'erano divergenze economiche e che la La7 non aveva nessun problema a mettere in onda un programma come 'Annozero'.
Un programma che, tra infinite difficoltà e attacchi di ogni tipo, è sempre stato realizzato in completa autonomia".
Santoro si chiede "perché hanno cambiato idea? Chi ha interesse ad impedire che si formi nel nostro Paese un Terzo polo televisivo che rompa la logica del duopolio?". Infine, il conduttore sottolinea "per tornare a crescere, l'Italia deve liberarsi del conflitto di interesse e di tutti coloro che non hanno avuto il coraggio di opporgli le ragioni della libertà di opinione e della libertà di mercato. Sulla scia del successo di 'Tutti in piedi' (kermesse tv organizzata da Santoro il 17 giugno a Bologna, con la Fiom, ndr), con l'aiuto fondamentale del pubblico, dimostreremo presto che un Paese semilibero non ci basta. Tutto cambia". (AGI)