Il nuovo gioco Rai di queste ore sembra essere quello di indovinare se Giuliano Ferrara arriverà ad avere anche la prima serata di RaiDue. Ma il polverone che si sta alzando non deve oscurare lo scandalo vero e perdurante: di un vertice Rai che ha accompagnato Santoro e il suo gruppo all’uscita, e ha preso a calci 6 milioni di cittadini che chiedono informazione e che ogni settimana si ritrovavano davanti agli schermi Rai. 90mila di loro hanno già pagato 10 euro di tasca propria, perché il lavoro di Annozero prosegua dove può.
E la trasmissione si chiamerà “Servizio Pubblico”, con uno schiaffo ben assestato a Presidente e Direttore Generale. Avrebbero dovuto rispondere sdegnati: “ma come si permette, Santoro? Il servizio pubblico siamo noi”. E invece no, non possono dirlo: la Rai ha lavorato in questi mesi contro se stessa e contro una parte cospicua del suo pubblico pur di compiacere il Presidente del Consiglio. Via Santoro, via Saviano, via Ruffini, via Dandini: senza preoccuparsi né degli ascolti (il fiasco di “Star Academy”, per esempio), né degli introiti pubblicitari gettati al vento. Il Direttore Generale, Lorenza Lei, rivendica discontinuità rispetto all’operato di Mauro Masi. Non ce ne siamo affatto accorti: a giudicare dalla lista delle esclusioni, lo “spirito di Trani” aleggia ancora potentissimo dentro la Rai. Speriamo che se ne renda conto anche il Presidente Garimberti: se fosse stato lesto ad ostacolare queste espulsioni come oggi è stato lesto a rimbrottare il Segretario dell’Usigrai, forse la Rai non sarebbe caduta così in basso. Quanto alle discontinuità, il modo per darne prova autentica è già pronto: visto che il giovedì sera su RaiDue non funziona a sufficienza nemmeno Indiana Jones, perché la Rai non trasmette il nuovo programma di Santoro?