Il 6 marzo si svolgerà a Catania l’udienza per decidere in merito alla richiesta di rinvio a giudizio di Venerando Lauretta, accusato di aver più volte minacciato con l'aggravante delle modalità mafiose il giornalista Paolo Borrometi, collaboratore dell'Agi e direttore della testata online laspia.it.
All'imputato è contestato di aver rivolto via Facebook a Borrometi frasi quali «Il tuo cuore verrà messo nella padella. E dopo me lo mangerò», «Voglio pagarti il reato che commetto su di te», «Sarò dietro la tua porta. Mi viene da ridere pensando il gg che 6 tra le mie mani», «Ti devo accecare con le dita», «Non ti salva neanche Gesù Cristo», «Pure che mi arrestano c'è chi viene a cercarti... Ora ti faccio passare la voglia di vivere».
Paolo Borrometi, che vive da quasi tre anni sotto scorta, ha già denunciato in passato i presunti autori di altre minacce ed è già in corso a Ragusa un processo, a carico del presunto reggente del clan mafioso locale, nel quale la Fnsi è parte civile al fianco del giornalista.
«Come già fatto in passato, anche per altri colleghi – dichiarano il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il responsabile per i progetti di educazione alla legalità della Fnsi, Michele Albanese – siamo vicini a Paolo Borrometi e saremo con lui in aula in caso di processo. Il sindacato è vicino a tutti i cronisti che subiscono minacce e intimidazioni per via del loro lavoro. Le giornaliste e i giornalisti italiani devono sapere che non sono soli nella loro battaglia per la legalità. Per questo abbiamo già concordato con Borrometi che, al momento opportuno, la Fnsi si costituirà parte civile anche in questo eventuale, nuovo processo».