Una quarantina di centri di accoglienza visitati in tutta Italia, tra Cie, Cas, Cara e Hotspot, e un bilancio finale negativo che mette in luce «le criticità e la debolezza del sistema di accoglienza». Questi i risultati, presentati oggi nella sede della Fnsi, della mobilitazione nazionale lanciata dalla campagna LasciateCIEntrare in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.
«Nei giorni scorsi – ha spiegato la portavoce della campagna, Gabriella Guido – i nostri attivisti hanno avuto accesso a una quarantina di strutture di accoglienza. Avevamo chiesto alle prefetture di visitarne 65 ma abbiamo ottenuto diversi dinieghi. Dalle visite autorizzate è emerso che il sistema di accoglienza in Italia ha ancora molte criticità, che devono essere affrontate presto e in maniera strutturale».
La situazione del sistema dell’accoglienza in Italia, dunque, resta critica. E questo anche se «proprio pochi giorni fa – ha spiegato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, aprendo i lavori della mattinata – al termine di un incontro con la Federazione della stampa e l’associazione Carta di Roma, il prefetto Morcone ha dato disponibilità ad autorizzare visite di delegazioni di giornalisti anche negli hotspot. È un passo avanti significativo, ma ora bisogna andare oltre le rassicurazioni e superare concretamente i cavilli burocratici».
Dal Friuli Venezia Giulia alla Sardegna, dal Piemonte alla Calabria fino a Lampedusa «abbiamo riscontrato – ha aggiunto la portavoce di LasciateCIEntrare – una debolezza del sistema di assistenza ai migranti a livello giuridico, psicosociale e sanitario. Molti sono abbandonati a loro stessi e le istituzioni non hanno forze sufficienti per gestire il problema».
Da qui la richiesta alle istituzioni affinché nei centri «vengano monitorati gli standard di accoglienza perché siano degni dell'essere umano. Non vogliamo solo criticare e dire che andrà sempre tutto male, ma dobbiamo spingere perché si cambi rotta a livello nazionale e locale», ha concluso Gabriella Guido.
Del resto anche il segretario Lorusso aveva evidenziato l’importanza della questione, rilevando che «il grado di civiltà di Paese si misura anche dalla capacità di accogliere e dalla qualità dell’accoglienza che un popolo sa offrire a chi fugge magari da guerre in corso, o da repressioni politiche».
E gli attivisti di LasciateCIEntrare hanno rilanciato, chiedendo di porre fine «all'immenso parcheggio» per esseri umani scampati alle guerre e alle dittature: «In questi centri – ha spiegato la referente dei territori, Yasmine Accardo - è stato riscontrato un peggioramento delle condizioni. Ci sono situazioni di promiscuità, con bambini non accompagnati e adulti nelle stesse strutture; manca l'inclusione e aumentano le aggressioni ai migranti».
Mentre, per quanto riguarda in particolare l'hotspot di Lampedusa, Alessandra Ballerini, in collegamento telefonico, ha denunciato «una situazione di sovraffollamento nelle stanze e nell'area riservata ai minori non accompagnati non esistono né bagni né docce».
Un pensiero, infine, alla situazione che sta vivendo il popolo turco lo ha dedicato, concludendo il suo intervento, il segretario Lorusso: «Troppo spesso tendiamo a dimenticare quello che non accade sotto i nostri occhi. Riteniamo che quello che sta succedendo in Turchia sia intollerabile. E non solo per gli arresti di giornalisti e le chiusure di organi di informazione: in quel Paese si sta viaggiando verso la cancellazione dello Stato di diritto e non possiamo consentirlo. Le stesse autorità europee e gli stessi governi nazionali che con la Turchia hanno stretto accordi per la gestione del flusso dei migranti che provengono dal Medio Oriente devono intervenire adottando misure concrete e risolute».