«Cari lettori, si chiude il primo anno di pesanti ammortizzatori sociali (50% di cassa integrazione), un anno senza novità per quanto riguarda il piano di rilancio del quotidiano Metro, mai pervenuto da parte dell'editore Nme. Al contrario di quello che sta accadendo al marchio Metro, venduto e utilizzato da altri editori del gruppo per moltiplicare e promuovere prodotti editoriali a getto continuo da Napoli a Brescia, a Riccione». È la denuncia dell'assemblea dei giornalisti di Metro che, in un comunicato, si rivolgono direttamente ai lettori per farli partecipi della situazione che i lavoratori del free-press stanno vivendo da tempo.
«Mentre Metro quotidiano viene rimpiccolito e svuotato – spiegano i giornalisti –, MetroWeek, MetroDiario, Metrostadio, utilizzando lo stesso identico logo e quindi la reputazione conquistata in 17 anni di lavoro giornalistico, fanno i profitti di un'altra società del gruppo. Una forma di concorrenza "interna" che per Metro finora ha significato la permanenza in uno stato di crisi perenne. E venerdì 22, ultimo giorno di uscita prima del Natale, il quotidiano non uscirà, per lasciare spazio ad altre iniziative "speciali" fatte da altri e a vantaggio di altri, ma col nostro marchio».
Il 2018, conclude l'assemblea dei giornalisti, «sarà un anno decisivo e ci auguriamo che la crisi finisca per tutti i prodotti a marchio Metro e non solo per alcuni, obiettivo per il quale la redazione continuerà a impegnarsi con determinazione».