A 45 anni dall’omicidio di Mario Francese, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia, ucciso a colpi di pistola mentre stava tornando a casa, Assostampa Sicilia torna a ricordarlo con il Gruppo cronisti in viale Campania a Palermo venerdì 26 gennaio 2024 alle 9. Saranno presenti davanti alla targa che ricorda il giornalista ucciso dalla mafia nel 1979 per Assostampa il segretario regionale Giuseppe Rizzuto, la presidente del consiglio regionale Tiziana Tavella, la segretaria regionale del Gruppo cronisti Claudia Brunetto, il segretario provinciale di Assostampa Palermo Gianluca Caltanissetta. A ricordare Mario Francese ci saranno anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia Roberto Gueli, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto Massimo Mariani, i rappresentanti delle forze di polizia e il figlio Giulio Francese.
La figura e l'impegno professionale di Mario Francese saranno ricordati anche a Siracusa, dall’Assostampa di Siracusa in collaborazione con l’Odg di Sicilia ed il presidio di Libera Siracusa intitolato proprio al cronista assassinato nel 1979. Come ogni anno, la commemorazione si terrà al giardino a lui dedicato all’interno del Parco Archeologico (ex Casina Cuti), intitolato dal Comune al cronista assassinato. Alle 9:30, i giornalisti siracusani deporranno un mazzo di fiori davanti alla lapide commemorativa. Saranno presenti: il prefetto Raffaela Moscarella, il sindaco Francesco Italia, i vertici provinciali di questura, Arma dei carabinieri e Guardia di finanza, i nipoti del giornalista ucciso.
Mario Francese, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia, fu ucciso da Cosa nostra il 26 gennaio del 1979 sotto la sua abitazione a Palermo, alla fine di una giornata di lavoro. I processi hanno condannato mandanti ed esecutori materiali dell'agguato e hanno fatto chiarezza sul movente. Francese fu ucciso per le sue inchiesta giornalistiche con le quali aveva denunciato gli interessi economici sempre più ramificati nella attività lecite dei corleonesi di Salvatore Riina, come nel caso della costruzione della diga Garcia. Il cronista siracusano fu il primo a descrivere l'organizzazione di Cosa nostra, anticipando circostanze poi accertate nei grandi processi di mafia.