Rai: solidarietà a Busi per atto di dignità e coraggio, azienda intervenga “La Fnsi è vicina a Maria Luisa Busi con la massima solidarietà. La sua rinuncia alla conduzione del Tg1 con una lettera di amara denuncia è la spia del grande disagio di una professionista seria e credibile che, nella sua funzione, ha concorso fino ad ora a rendere affidabile un telegiornale che, da qualche tempo va cambiando connotati.
Il disagio e l’amarezza che esprime la Busi nella sua lettera, sono segnali di un malessere più diffuso che riguarda ampi settori della redazione. Deve far riflettere l’atto di grande dignità e anche di coraggio di una collega che considera questi valori molto più importanti della visibilità che assicura la conduzione di un telegiornale su cui ritiene di non poterci mettere più la faccia. Il suo non dev’essere considerato un gesto solitario ma l’espressione di un disagio di tanti che – come la Busi ricorda – vedono la loro professionalità mortificata. Il contributo creativo sui temi che, nella dialettica naturale di una redazione, giorno dopo giorno, portano alla creazione di un giornale deve essere considerato sempre una ricchezza non un problema. Quella della Busi non è uno sfogo, ma una denuncia che sollecita una riflessione profonda non solo nella sua redazione ma nell’ambito della professione. Ai vertici dell’azienda del servizio pubblico non può sfuggire il valore del grande patrimonio professionale giornalistico di cui dispone e la necessità di far tesoro di tutti i talenti che esso esprime. Certamente dopo la rimozione, fuori dal normale processo degli avvicendamenti professionali, che aveva colpito professionisti impegnati senza sbavature sul loro lavoro come Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Massimo De Strobel, la denuncia di Maria Luisa Busi non può cadere nel vuoto ne essere derubricata, come tenta di fare il direttore Minzolini, a reazione bizzosa per le voci sulle sue intenzioni di futuri cambiamenti al Tg1. Nelle parole della Busi c’è amarezza e rigore; c’è la ferma rivendicazione dell’identità professionale, della sua qualificazione, dell’adesione a un giornalismo che sta dentro i fatti che contano per la vita di tutta la comunità, testimone prima che protagonista. Merita rispetto e ascolto, infine, anche per le osservazioni che fa nella sua veste di dirigente sindacale della Fnsi impegnata a operare in spirito di collaborazione con i colleghi ma anche di massima espressione della pluralità, delle idee e delle opinioni”.