Sarà uno striscione con su scritto "vinci l'indifferenza" ad aprire la Marcia della pace e della fraternità Perugia-Assisi in programma domenica 9 ottobre. «È arrivata l'ora di reagire, non possiamo continuare ad assistere alle stragi senza assumerci la responsabilità di dire "basta" e l’impegno di costruire la pace», ha spiegato il coordinatore nazionale della Tavola della pace, Flavio Lotti, aprendo la conferenza stampa di presentazione dell’evento organizzata nella sede della Fnsi, a Roma.
All'appuntamento, in programma domenica 9 ottobre, sono attese decine di migliaia di persone: «A ieri – ha precisato Lotti – 464 città hanno confermato la loro presenza con delegazioni. 769 finora le adesioni di associazioni e istituzioni, tra cui 102 scuole. Abbiamo un bisogno disperato di una politica di pace e di dare una risposta al grido di dolore».
Il pensiero va alle vittime del Mediterraneo, ad Aleppo e alla Siria, alle città dove la guerra continua a dettare legge, ma anche ai femminicidi o a chi perde il lavoro. Temi verso i quali “non tutti sono indifferenti”, come recita lo slogan scelto per rappresentare la Marcia.
«Anche i giornalisti – ha detto il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Giuseppe Giulietti – possono fare molto contro i muri dell'odio. Per questo domenica mattina ci saremo, insieme a Fnsi, Usigrai, No Bavaglio, Articolo 21. Ci saremo perché la pace si costruisce con eventi come questo. Riprenderemo la Carta di Roma che ha come obiettivo quello di essere contro l'aggressione nel linguaggio, contro i muri dell'odio e dell'indifferenza anche nel linguaggio giornalistico. E porteremo diversi testimoni che ogni giorno cercano di illuminare con il loro lavoro le periferie dimenticate, vicine o lontane che siano».
Giulietti ha poi ricordato l'episodio incredibile della aggressione alla troupe di “Piazza pulita”, in pieno centro di Roma, la storia di Giulio Regeni e il compianto presidente Santo Della Volpe. E Elisa Marincola, portavoce di Articolo 21, ha sottolineato: «Noi ci saremo per evidenziare alcune emergenze, come l'informazione sotto attacco e la battaglia contro i linguaggi violenti. L'informazione non è un problema dei giornalisti ma dei cittadini, perché una informazione che non arriva è un problema dei cittadini».
«Quello di domenica – ha osservato il portavoce della Rete della Pace, Sergio Bassoli – non è né l'inizio né la fine: l'impegno preso continua ogni giorno». Mentre secondo Franco Uda, rappresentante dell’Arci: «In questi tempi avari di mobilitazione dei cittadini dobbiamo tenerci stretta la marcia Perugia-Assisi avendo in testa un progetto politico con proposte alternative alla guerra perenne».
Confidando che l’evento scuota le coscienze anche oltre confine, visto che, come ha ricordato Flavio Lotti, la marcia sarà «la prima e purtroppo unica manifestazione in Europa contro quello che sta accadendo in Siria e questa solitudine ci riempie di responsabilità.