Una riunione per esaminare, senza nessuna istruttoria peraltro già formalizzata, la vicenda del presunto dossier sul presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. È quella che è stata convocata per la prossima settimana dal Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, in riferimento alla denuncia con cui l''Associazione Pannunzio' ha chiesto ''la radiazione'' del direttore e del vicedirettore del Giornale, Alessadro Sallusti e Nicola Porro.
La denuncia, annunciata dalla Associazione Pannunzio, è giunta all'attenzione del presidente dell'Ordine lombardo, Letizia Gonzales, che secondo quanto si è appreso, ha convocato i consiglieri per discutere della vicenda prima di avviare, eventualmente, una istruttoria in merito.
La Società Pannunzio per la libertà di informazione aveva presentato una denuncia all'Ordine lombardo nei confronti dell'ex direttore del quotidiano milanese Vittorio Feltri – ora direttore editoriale - in relazione al caso Boff l'ordine comminò a Feltri una sospensione di due mesi, mentre lo ''assolse'' per un articolo scritto nei confronti di Gianfranco Fini a proposito di un presunto dossier a luci rosse che avrebbe coinvolto ex esponenti di An. (ANSA)
IL DIRETTORE DEL "GIORNALE" SALLUSTI E IL SUO VICE PORRO DENUNCIATI ALL'ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA LOMBARDIA
9 OTTOBRE- La Società Pannunzio per la libertà d'informazione, in seguito alla diffusione delle telefonate intercettate tra il vicedirettore del "Giornale", Nicola Porro, e il portavoce di Emma Marcegaglia, Rinaldo Arpisella, ha reso noto di aver denunciato all'Ordine dei giornalisti della Lombardia il direttore Sallusti e il suo vice direttore, chiedendone l'immediata radiazione.
La Società Pannunzio nei mesi scorsi presentò un analogo esposto all'OdG della Lombardia nei confronti dell'ex direttore del Giornale Vittorio Feltri (ora direttore editoriale) per il caso Boffo-Fini. Feltri, dopo una istruttoria, fu sospeso per due mesi.
"Il caso Porro-Marcegaglia - scrive la società Pannunzio - rappresenta il punto di maggiore degrado nell'intera storia del giornalismo italiano, perlomeno tra quelli divenuti di pubblico
dominio. Mai un giornale era stato usato in maniera così diretta come strumento di illegittima pressione. E mai alcuno pseudo-giornalista si era ridotto così visibilmente a esecutore di bassi servizi di regime".
L'Ordine dei giornalisti della Lombardia, peraltro, dopo le perquisizioni nella sede del
Giornale ha espresso "grande preoccupazione" per l'iniziativa della procura di Napoli.
"Il testo delle telefonate - prosegue la società Pannunzio nell'esposto - tra l'altro, apre
uno squarcio assai inquietante sul rapporto tra le proprietà e il potere politico. L'accenno, emerso nel corso delle conversazioni intercettate, all'occulta trattativa e alla richiesta da parte della proprietà del Sole24Ore del benestare del Presidente del Consiglio sulla nomina del direttore Gianni Riotta, costituisce la conferma di una triste prassi che da
tempo rende di fatto inesistente, in Italia, la libertà di stampa. Siamo lieti che i lettori si trovino di fronte a una dimostrazione così esplicita: da oggi nessuno potrà far finta
di non sapere".
"Cogliamo anche l'occasione per ribadire l'illegittimità dell'assetto proprietario della testata del quotidiano 'il Giornale' - conclude la Società Pannunzio - Infatti, la legge Mammì proibisce l'accentramento, nelle stesse mani, della proprietà di giornali e di canali televisivi. Questa legge è stata aggirata da Silvio Berlusconi, che ha ceduto la proprietà
del quotidiano di cui sopra a un prestanome, nel caso il suo stesso fratello. La logica della legge era chiara, la platealità dell'espediente truffaldino altrettanto. Non meno grave consideriamo l'irresponsabile condotta di quanti, politici e organi preposti alla vigilanza, hanno tollerato il perpetuarsi di tale violazione". (ANSA)