La Federazione nazionale della Stampa italiana e la redazione del quotidiano Avvenire sono stati ammessi come parti civili nel processo in corso a Malta per le minacce rivolte via social da Neville Gafà al giornalista Nello Scavo, assistito dall'avvocato del sindacato Giulio Vasaturo. "Se non la smetti con le tue losche attività, ti fermeremo noi", aveva scritto il 27 giugno su Twitter Gafà, figura di punta dello staff dell'ex premier maltese Joseph Muscat, rispondendo al giornalista di Avvenire autore di inchieste sui traffici di migranti tra Malta e la Libia. In seguito alle minacce ricevute per via del suo lavoro Scavo, fra l'altro, è costretto da alcuni mesi a vivere sotto tutela della polizia.
Nell'udienza di giovedì 1 ottobre, la polizia maltese ha esposto al giudice tutte le prove raccolte a carico di Gafà. È stato inoltre ascoltato Nello Scavo, il quale ha puntualmente ricostruito la dinamica dell'accaduto. Il processo è stato rinviato al 15 ottobre per la sentenza.
«L'ammissione della Fnsi come parte civile in un processo a Malta contro chi ha minacciato pesantemente un collega italiano rappresenta una svolta e rafforza l'azione di tutela del sindacato nei confronti di tutti i giornalisti», affermano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.
«Questo provvedimento – aggiungono –, che va oltre i confini nazionali, rappresenta anche un forte incoraggiamento per il sindacato dei giornalisti maltesi e per tutti i colleghi e le loro associazioni che, nell'isola e nel resto d'Europa, si battono perché siano fatte verità e giustizia sull'assassinio di Daphne Caruana Galizia e affinché ogni giorno siano assicurati e rispettati il diritto di cronaca e la libertà di espressione».
«Ringraziamo l'avvocato Vasaturo – concludono Lorusso e Giulietti – per la sua dedizione alla causa della libertà di informazione e per la passione con cui assiste i giornalisti italiani nei numerosi processi che vedono coinvolta la Fnsi. E ringraziamo i colleghi maltesi che il 16 ottobre prossimo, giorno del terzo anniversario della morte di Daphne Caruana Galizia, saranno in collegamento con Ronchi dei Legionari durante la cerimonia organizzata per ribadire la necessità di continuare a testa alta nella ricerca di tutta la verità su quanto accaduto».
Per gli avvocati Giulio Vasaturo e Chris Busietta, che assistono Nello Scavo e le altre parti civili, «il tribunale di Malta ha sancito, per la prima volta, un principio fondamentale nella giurisprudenza comunitaria. Chi attenta alla libertà di stampa commette un reato che va ben oltre i confini nazionali», spiegano i legali, segnalando l'estrema importanza della pronuncia della Corte maltese.
All'uscita dal Tribunale, Nello Scavo e il giornalista maltese Manuel Delia sono stati insultati, con volgari epiteti gridati in italiano, da alcuni contestatori radunatisi all'esterno del palazzo di giustizia. La tensione è stata immediatamente placata dalla presenza della polizia presente sulla piazza.
Scavo, con la presidente dell'associazione della stampa maltese Sylvana Debono e altri esponenti dei movimenti per i diritti civili dell'isola hanno infine reso omaggio al memoriale che ricorda, nel centro di La Valletta, Dahphe Caruana Galizia. All'iniziativa hanno partecipato anche i familiari della giornalista uccisa con un'autobomba il 16 ottobre 2017.