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Ordine 15 Lug 2009

L’Ordine nazionale e gli Ordini regionali a difesa della libertà di stampa dalle limitazioni imposte dalla "legge Alfano"

L’Ordine dei Giornalisti invita la categoria ad un costante impegno a difesa della libertà di cronaca dalle limitazioni imposte dalla “legge Alfano”. Non si tratta di sollecitare manifestazioni “contro” chicchessia ma “a favore” del dovere di informare compiutamente i cittadini.

L’Ordine dei Giornalisti invita la categoria ad un costante impegno a difesa della libertà di cronaca dalle limitazioni imposte dalla “legge Alfano”. Non si tratta di sollecitare manifestazioni “contro” chicchessia ma “a favore” del dovere di informare compiutamente i cittadini.

   Le disposizioni, approvate di recente alla Camera dei Deputati e che il Senato valuterà dopo la pausa estiva, rappresentano un oggettivo bavaglio per il mestiere del giornalista. La strada di rendere conto di quanto accade nel mondo (resa già difficile dal tempo che manca e dalle innumerevoli strumentalizzazioni che la accompagnano) si fa ancora più angusta e contorta. La previsione del carcere, la quantità di multe immaginate, il pesante coinvolgimento dell’editore e la possibilità poco chiara di dare conto di provvedimenti giudiziari solo “per riassunto” finiranno per ridurre al lumicino le opportunità di conoscere le vicende giudiziarie che agitano questo nostro Paese. O, peggio, consentiranno abusi ed esagerazioni in esclusiva a chi non avrà il problema di saldare le penali in sospeso. La civiltà di una Nazione si misura, anche e non  marginalmente, nel grado di autonomia che è riservato all’informazione, che è per i cittadini insostituibile strumento di conoscenza e di crescita sociale. Il provvedimento, anche se approvato a larga maggioranza dalla Camera, rappresenta un passo indietro e compromette, tra l’altro, la credibilità internazionale del Paese. Oltre tutto, la “legge Alfano” si pone in controtendenza rispetto alle intenzioni di questo stesso Governo e questa stessa maggioranza che, poco tempo fa, proponeva di togliere dal codice la previsione del carcere per il giornalista per sostituirla con l’obbligo della rettifica. Ed è lontana dalla legislazione della Comunità Europea che, ripetutamente, si è espressa a favore della libertà dell’esercizio di cronaca. Gli errori che i giornalisti hanno commesso – e che, in qualche misura, sono inevitabili – devono rappresentare un impegno per la categoria a maggiore serietà, rigore e rispetto, ma non possono offrire il pretesto per stringere il bavaglio alla libertà di stampa. L’Ordine nazionale confida che l’allarme lanciato dal Presidente della Repubblica, le considerazioni del garante della privacy e i segnali di disponibilità che sono venuti da autorevoli membri della maggioranza possano determinare condizioni utili ad approvare norme che garantiscano il diritto dei cittadini all’informazione. L’Ordine nazionale, assieme ai presidenti degli Ordini regionali, sollecita il presidente del Senato ad un incontro a più voci richiesto, ricordando che il senatore Renato Schifani nel discorso con il quale inaugurò la nuova sede del Cnog, affermò che la nuova legge “non dovrà sacrificare e ledere un diritto ad un'informazione corretta, completa, senza timori reverenziali e subalternità”.  Lorenzo Del Boca a nome del Consiglio nazionale; Gianluca Amadori, Odg Veneto; Gerardo Bombonato, Odg Emilia Romagna; Dante Ciliani, Odg Umbria; Fabrizio Franchi, Odg Trentino Alto Adige; Letizia Gonzales, Odg Lombardia; Paola Laforgia,  Odg Puglia; Claudio Laugeri, Odg Valle d’Aosta; Oreste Lo Pomo, Odg Basilicata; Ottavio Lucarelli, Odg Campania; Massimo Lucchesi, Odg Toscana; Attilio Lugli, Odg Liguria; Antonio Lupo, Odg Molise; Maria Stella Malafronte, Odg Friuli Venezia Giulia; Sergio Miravalle, Odg Piemonte; Franco Nicastro, Odg Sicilia; Stefano Pallotta, Odg Abruzzo; Filippo Peretti, Odg Sardegna; Gianni Rossetti, Odg Marche; Giuseppe Soluri, Odg Calabria; Bruno Tucci, Odg Lazio.

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