Una settimana dopo la caduta di Aleppo est, l'Onu, come fu nel caso di Sarajevo, è rimasto fuori dalla storia, non riuscendo neanche a votare l'invio di osservatori e la garanzia di incolumità per chi decidesse di lasciare la città.
Una settimana dopo la caduta di Aleppo est per mano delle milizie khomeiniste, dell'aviazione russa e di quel che resta dell'esercito siriano, l'Onu, come fu nel caso di Sarajevo, è rimasto fuori dalla storia, non riuscendo neanche a votare l'invio di osservatori e la garanzia di incolumità per chi decidesse di lasciare la città.
Aleppo così appare da giorni in balia degli eventi e di plausibili razzie. Molti testimoni raccontano di atrocità indicibili, ipotizzando una gigantesca deportazione di massa, al fine di rimodellare la realtà demografica del Paese, probabilmente già in atto.
Il termine genocidio per la Siria ormai è usato frequentemente. Nessuno è in grado di dire quanti siano i morti. Davanti a questa tragedia epocale l'Europa è distratta, esitante.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l'Associazione dei Giornalisti Amici di padre Dall'Oglio e Articolo 21 ritengono proprio dovere impedire che tutto questo venga ridotto all'attesa di una sbandierata e mai effettuata "evacuazione" che, oltre a non esserci, costituirebbe, se imposta, la fine della civiltà e del diritto.
Se ne parlerà mercoledì 21 dicembre alle 16,30 nella sede della Fnsi, in corso Vittorio Emanuele II 349, a Roma, con monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, la professoressa Anna Foa e l'imam di Trieste Nader Akkad. Apre l'incontro Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana.