Possiamo produrre quanto vogliamo, contenuti a iosa, e anche buoni, ma viene il momento in cui ci troveremo di fronte alla scoperta che…nessuno ci sta ascoltando… - La strada per salvarsi da questa inondazione di contenuti, osserva Tom Forensky, è capire che sarà il contenuto interessante a scovarci e non il contrario
– “Se crei dei contenuti interessanti, di rilievo, saranno loro a trovare la strada per raggiungere le persone interessate – Conterà poco l’ intervento della SEO o la diffusione su Twitter, Google Buzz, Facebook, ecc. Se il contesto non è rilevante quesi contenuti non arriveranno mai fino a me”
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Giornalismo e giornalismi
Un ‘giornalismo di immersione’ per vivere l’ attualità dall’ interno
L’ immersive journalism utilizza le piattaforme per i giochi online e le ambientazioni virtuali, come Second Life, per dare nuova forma a notizie, documentari e vicende di attualità e permettere di ‘viverle’ dall’ interno – I prototipi realizzati sulle prigioni di Guantanamo, le torture negli interrogatori, il mercato del carbone
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Una ‘Google News’ europea del giornalismo partecipativo
La fusione in Francia fra Overblog, Wikio ed ebuzzing prefigura la nascita di un gruppo in grado di controllare la produzione, la pubblicazione, la gerarchizzazione e lo sfruttamento commerciale di contenuti editoriali partecipativi – La nuova entità potrebbe contare già su circa 120 addetti, suddivisi fra Parigi, Milano, Roma e Londra, e dovrebbe produrre più di 10 milioni di euro di fatturato nel 2010
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Il progetto-Api dei public media Usa: un motore per l’ innovazione del giornalismo
I giornalisti delle principali strutture radiofoniche pubbliche (non profit) degli Stati Uniti stanno lavorando da diversi mesi per creare un sistema che consenta di condividere e di diffondere i contenuti dei ‘public media’ su qualsiasi piattaforma
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Voci globali, un nuovo esperimento di giornalismo partecipativo indipendente
La rete di attività connesse al network di Global Voices Online, si arricchisce di una nuova creatura, più centrata sull’Italia ma sempre di taglio internazionale: Voci Globali.
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Giornalisti digitali
Quando lo sfruttamento passa attraverso le “piattaforme professionali di informazione”
Esperienze, trafila e inghippi contrattuali in quegli aggregatori di blog che si presentano come moderne aziende editoriali ma che espropriano i produttori di informazione di tutto il loro lavoro, lasciando in piedi solo qualche vaga speranza – E non conta niente che chi lavora per loro sia un giornalista professionista accreditato, oppure un ignoto collaboratore al suo primo contatto con il mondo dell’informazione. Quello che conta veramente è che scrivano bene, siano “esperti” nel settore che intendono approfondire sul loro blog, e non pretendano un compenso – E per quello che riguarda i dipendenti interni, nonostante il lavoro esplicitamente editoriale, i contratti vanno dal metalmeccanico al commerciale, ecc. – Sono i “non redattori centrali”, assunti per “non essere giornalisti”
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500 euro lordi al mese per il ‘redattore senza contratto giornalistico’
E’ il salario medio del web editor, una figura che consentirebbe anche ai grandi ‘pure player’ di internet (portali cone libero.it o yahoo.it, ecc.) di adottare “strutture di costo con meno vincoli sulla forza lavoro”, invece che giornalisti regolarmente a contratto come ha fatto ad esempio Luca Sofri col suo ‘Post’
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Informazione di qualità come garanzia per i cittadini in rete
Per arricchire i termini del dibattito sulle condizioni dei giornalisti digitali che Lsdi ha aperto in queste settimane, abbiamo ricostruito la posizione della Fnsi, il sindacato dei giornalisti italiani, attraverso le osservazioni espresse dal suo presidente, Roberto Natale (nella foto), nel corso dell’ ultimo Festival internazionale del giornalismo di Perugia - Proprio puntando a garantire la qualità dell’ informazione anche in rete, aveva spiegato Natale, la Fnsi si è battuta per “superare, col nuovo contratto di lavoro, la logica ghettizzante che caratterizza gli operatori dell’ informazione on line” – “Grazie all’abolizione dell’allegato N, il sindacato ha cercato di riportare alla logica unitaria le aziende editoriali nella contrattualizzazione dei giornalisti dell’on line”
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Giornali
I ricavi da paywall sono solo un quarto di quelli del cartaceo
Anche se tutti i lettori della carta accettassero di pagare per l’ edizione online dei quotidiani, questi ultimi registrerebbero ugualmente delle grosse perdite – L’ intervento di un esperto di Ender Analysis
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Una informazione sempre più “verticale” e specializzata per affrontare lo scoglio dei paywall
L’ Osservatorio europeo di giornalismo (Ejo) analizza la ricerca di un modello di proposizione dei contenuti più articolato e coerente con le aspettative del web, riferendosi agli esempi del Financial Times e di Usa Today.
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Influenza suina: colpa dei media il fallimento della campagna vaccinazioni?
Pubblicato su Youcapital.it un progetto degli studenti del Master in Comunicazione della Scienza della Scuola Internazionale Superiore Studi Avanzati di Trieste sugli aspetti informativi e mediatici relativi al caso “virus H1N1”