Cinquant'anni fa, il 20 maggio 1970, entrava in vigore lo Statuto dei lavoratori, pietra miliare del diritto del lavoro. Per celebrare la ricorrenza sindacati, istituzioni e associazioni hanno dato vita a un sito web, www.statutodeilavoratori50.it, che ospita una mostra multimediale sugli anni Sessanta e farà da agorà digitale a un convegno istituzionale dedicato al decennio di grandi trasformazioni sociali e culturali, in Italia e nel mondo, che portarono alla promulgazione delle legge 300.
L'iniziativa è promossa dalle fondazione Buozzi, Di Vittorio e Pastore, in collaborazione con il Comitato per gli anniversari di interesse nazionale della presidenza del Consiglio dei ministri, l'Istituto Luce e Aamod, la Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
Al convegno online partecipano i segretari generale di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Il saluto di apertura è affidato al presidente della Camera, Roberto Fico. L'intervento storico introduttivo alla professoressa Silvana Sciarra, giudice della Corte Costituzionale, che fu allieva di Gino Giugni, il giurista che affiancò i ministri del lavoro Giacomo Brodolini e Carlo Donat-Cattin nell'elaborazione e nel dibattito parlamentare che portò all'approvazione dello Statuto.
Ma nel giorno del compleanno dello Statuto dei lavoratori, si parlerà anche di futuro del lavoro. Sempre a cura delle fondazioni organizzatrici, nel pomeriggio del 20 maggio, si potrà partecipare sulla piattaforma www.Illavorodelfuturo.com al seminario di studi live dedicato al tema 'Il lavoro del futuro, oltre la pandemia': studiosi, manager, imprenditori ed esperti di innovazione tecnologica a confronto per discutere delle trasformazioni in atto e di quelle in arrivo. Il portale diverrà successivamente un permanente laboratorio di studi.
«Lo Statuto dei lavoratori – afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – fu il risultato di una stagione straordinaria di riforme e di lotte per i diritti e le libertà. Con la legge 300 del 1970 la Costituzione entrava nelle fabbriche. Ad essere esaltati erano la dignità dei lavoratori e i diritti delle loro rappresentanze contro abusi e soprusi. Il modello produttivo fordista non esiste più, ma lo Statuto è ancora attuale. L'opera di smantellamento sistematico realizzata con una successione di interventi legislativi che vanno dal cosiddetto "pacchetto Treu" al "Jobs act" non ha reso più flessibile e neanche migliore il mercato del lavoro, come affermava la propaganda che ha accompagnato quei provvedimenti, ma rende urgente e indifferibile l'estensione di quel complesso di diritti e libertà fondamentali anche ai nuovi lavoratori. Non possiamo rassegnarci all'idea che il mercato del lavoro, e quello giornalistico non fa eccezione, sia popolato da lavoratori senza diritti, senza libertà e senza tutele. Dignità del lavoro e dignità delle persone sono due facce della stessa medaglia. Ecco perché lo Statuto dei lavoratori è ancora profondamente attuale».