«Due provvedimenti a tutela della libertà di informazione e del lavoro giornalistico sui quali auspichiamo ampia convergenza in Parlamento e che restano aperti ai contributi dei rappresentanti dei giornalisti italiani». Con queste parole Primo Di Nicola, primo firmatario dei due testi, ha presentato nella Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama i disegni di legge inviati oggi, 2 ottobre 2018, alla presidenza del Senato rispettivamente in materia di liti temerarie e di tutela dell'identità delle fonti giornalistiche.
«Su 100 richieste di risarcimento ai danni di giornalisti – ha spiegato il senatore Di Nicola – 40 sono infondate. Ciononostante, le minacce di richieste milionarie si trasformano in vere e proprie intimidazioni che impediscono ai giornalisti di fare serenamente il proprio lavoro. Oggi minacciare una citazione milionaria costa zero perché anche se il querelante perde non deve lasciare nulla».
Se venisse approvato il disegno di legge, il giudice avrebbe invece la possibilità di condannare chi ha avanzato la richiesta temeraria a pagare non meno della metà della somma chiesta come risarcimento.
«Con il secondo provvedimento – prosegue il primo firmatario – cerchiamo di mettere in sicurezza il segreto professionale, che oggi esiste solo sulla carta, dato che molto spesso i giornalisti sono costretti a rivelare davanti a un giudice le loro fonti. Entrambi gli interventi sono attesi e promessi da anni. È giunto il momento che il Parlamento faccia quello scatto che finora non c'è stato».
Con Di Nicola, ad illustrare i disegni di legge in conferenza stampa anche i senatori Gianluigi Paragone ed Elio Lannutti. Presenti anche i rappresentanti di Federazione nazionale della Stampa italiane e Ordine nazionale dei giornalisti.
Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha auspicato che si compatti in Parlamento «il fronte trasversale che ha a cuore questi temi», potendo così arrivare ad approvare delle norme che, ha incalzato, «si rifacciano ai principi stabiliti già da tempo dalla Corte europea dei diritti umani. Sanzionare chi promuove una richiesta di risarcimento danni infondata nei confronti di un giornalista con una pena pecuniaria non inferiore al 50 per cento dell'importo richiesto al cronista è una norma di civiltà».
Sulla tutela del segreto professionale, Lorusso ha poi ricordato i casi di perquisizione in redazione e i sequestri degli strumenti di lavoro finalizzati a risalire alle fonti in caso di fughe di notizie dai palazzi di giustizia. «Ma i giornalisti – ha detto – sono tenuti a dare le notizie, non a nasconderle. La segretezza delle indagini devono garantirla gli inquirenti, non i cronisti».
Sia Lorusso che il presidente del Cnog, Carlo Verna, hanno infine sollevato la questione delle azioni in sede penale, ribadendo che l'abolizione del carcere in caso di diffamazione a mezzo stampa consentirebbe all'Italia di risalire di almeno una ventina di posizioni nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa.
Anche il senatore Paragone e il senatore Lannutti hanno ricordato come troppo spesso i giornalisti che fanno inchieste si trovano in una condizione di debolezza rispetto a chi ha a disposizione importanti studi legali e ingenti disponibilità economiche. «Questi provvedimenti vogliono anche dare fiducia ai giovani che credono nel giornalismo di inchiesta pur non avendo alle spalle editori disposti ad assumersi il minimo rischio», ha detto Paragone.
E Lannutti ha concluso: «Occorre porre fine alla lesione alla libertà di stampa rappresentata dalle liti temerarie. Qui non c'è maggioranza o opposizione, c'è da difendere la libertà di stampa e il diritto dei cittadini ad avere una informazione libera».
«I due disegni di legge su liti temerarie e segreto professionale - è infine il commento del segretario generale Lorusso e del presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti - rappresentano un passaggio importante verso la soluzione di due problemi che indeboliscono la libertà di stampa e il diritto di cronaca. Nell'ottica di contribuire a migliorare il quadro legislativo generale, la Fnsi promuoverà nelle prossime settimane una iniziativa di confronto e approfondimento con tutti i parlamentari sensibili a queste problematiche, a cominciare da coloro che si sono fatti promotori di analoghe iniziative volte a salvaguardare il diritto di cronaca, la libertà dei cronisti e il diritto dei cittadini ad essere informati».