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Internazionale 20 Set 2005

Libertà d'informazione in Internet: sul caso del giornalista cinese condannato a 10 anni di carcere, interviene decisamente Magistratura Democratica contestando il governo di Pechino come i gestori di Yahoo

Un ''ennesimo insulto al diritto che suscita sconcerto e indignazione'': cosi' Magistratura Democratica definisce la vicenda, pubblicata nei giorni scorsi dalla stampa, del giornalista cinese denunciato alle autorita' del suo paese da parte dei gestori del portale Yahoo, per aver ''trasmesso via e-mail una circolare governativa ad un collega statunitense''.

Un ''ennesimo insulto al diritto che suscita sconcerto e indignazione'': cosi' Magistratura Democratica definisce la vicenda, pubblicata nei giorni scorsi dalla stampa, del giornalista cinese denunciato alle autorita' del suo paese da parte dei gestori del portale Yahoo, per aver ''trasmesso via e-mail una circolare governativa ad un collega statunitense''.

Un ''ennesimo insulto al diritto che suscita sconcerto e indignazione'': cosi' Magistratura Democratica definisce la vicenda, pubblicata nei giorni scorsi dalla stampa, del giornalista cinese denunciato alle autorita' del suo paese da parte dei gestori del portale Yahoo, per aver ''trasmesso via e-mail una circolare governativa ad un collega statunitense''. La presa di posizione della corrente della magistratura non si limita solo alle parole: Il segretario nazionale Ignazio Juan Patrone, dice che Md comincera' ''immediatamente le operazioni necessarie per lasciare Yahoo-groups'' e per passare la sua mailing list emmedi sul proprio sito www.magistraturademocratica.it. ''Non si tratta di una questione 'tecnica', ma di una decisione politica - spiega -. Yahoo e' responsabile esattamente come le autorita' ed i giudici della Repubblica popolare cinese per questo ennesimo insulto al diritto''. Secondo il segretario di Md, ''i diritti fondamentali non possono essere tali a San Francisco o a Roma ed essere calpestati in Cina, Paese il cui sistema penale si e' rivelato, anche in questo caso, brutale e incivile - dice il segretario nazionale Ignazio Juan Patrone -. La liberta' di trasmettere, anche per mezzo della posta elettronica, idee e documenti, deve essere garantita qualunque sia il Paese ove la corrispondenza e' diretta ovvero da dove essa parte. La liberta' di stampa e' un bene di tutti e la condanna di un giornalista (a dieci anni di carcere!) per la divulgazione di notizie all'estero suscita orrore''. (ANSA)

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