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Internazionale 03 Nov 2015

Libertà di stampa, 5 giornalisti arrestati in Iran e 2 in Turchia nelle ultime ore

Mentre in Italia la Fnsi lancia la mobilitazione contro il tentativo di imporre per legge il bavaglio alla stampa, a poca distanza dal Belpaese i giornalisti continuano a finire in prigione. Gli ultimi casi in Iran e in Turchia.

Mentre in Italia la Fnsi lancia la mobilitazione contro il tentativo di imporre per legge il bavaglio alla stampa, a poca distanza dal Belpaese i giornalisti continuano a finire in prigione. Gli ultimi casi in Iran e in Turchia.

Ancora casi di giornalisti finiti in carcere in Iran e in Turchia. Alcuni media iraniani, tra cui l'agenzia di stampa semiufficiale Fars e il sito d'informazione Digarban, hanno dato la notizia dell’arresto da parte delle autorità di Teheran di cinque giornalisti nelle ultime ore. Notizia confermata dalla tv di Stato che ha spiegato che "il servizio di intelligence dei Guardiani della Rivoluzione ha arrestato diversi membri di una rete legata a governi ostili occidentali che lavorano nei media nel paese".
Solo di due giornalisti arrestati si conosce l'identità. Si tratta di Isa Saharkhiz, ex capo del Dipartimento stampa del ministero della Cultura iraniano, arrestato per aver insultato la Guida Suprema della Repubblica islamica Ali Khamenei, e di Ehsan Mazandarani, direttore del quotidiano Farhikhtegan. Mentre non è stata ancora resa nota l'identità degli altri tre giornalisti arrestati. 
In Turchia, intanto, i due giornalisti della rivista Nokta arrestati per una copertina critica della vittoria di Recep Tayyip Erdgan alle elezioni di domenica sono stati incriminati per tentato "colpo di Stato". Lo ha riferito la stessa rivista su Twitter, spiegando che “il caporedattore Cevheri Guven e il direttore Murat Capan sono stati arrestati con l'accusa di aver cercato di sovvertire il governo con la forza".
Nokta, rivista di sinistra, aveva salutato la riconquista della maggioranza assoluta ad opera dell'Akp di Erdogan con una copertina in cui si annunciava "l'inizio della guerra civile".

@fnsisocial

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