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Ordine 11 Mag 2010

Letizia Gonzales, presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia: "Mi batto per il rispetto delle regole della professione, la sentenza Feltri è nel solco del nostro modo di operare in senso tecnico"

Pubblichiamo l'intervista di Beppe Ceccato a Letizia Gonzales, che uscirà sul periodico della Fnsi Galassia. Nell'intervista ci si sofferma in particolare sul ruolo centrale che l'Ordine dovrebbe esercitare, quello di controllo deontologico. E sul caso Feltri-Boffo che ha fatto discutere.

Pubblichiamo l'intervista di Beppe Ceccato a Letizia Gonzales, che uscirà sul periodico della Fnsi Galassia. Nell'intervista ci si sofferma in particolare sul ruolo centrale che l'Ordine dovrebbe esercitare, quello di controllo deontologico. E sul caso Feltri-Boffo che ha fatto discutere.

MILANO - “Formazione, convegni, rigore nei procedimenti disciplinari. C’è un filo, nella gestione di un Ordine, che tiene tutto insieme, in modo organico: vedere il giornalista nel suo ruolo sociale e con le proprie responsabilità nei confronti della società civile”. Dopo la sentenza che ha comminato a Vittorio Feltri, direttore de Il Giornale, una sospensione di sei mesi, Letizia Gonzales non si stanca di spiegare le ragioni di una decisione che fa discutere la categoria e il Paese. Presidente dell’Ordine dei Giornalisti lombardo dal 7 giugno 2007, è stata la prima donna a ricoprire questa carica in Lombardia. Nel suo ufficio, pile di giornali, pratiche, libri e, in bacheca, una vignetta di Altan: “Ho paura, ma per fortuna non so ancora di cosa…”

Presidente, molti ti vedono come un superpoliziotto…

“No, affatto! Nel rispetto del mio incarico, quando affronto un procedimento disciplinare nei confronti di un collega raccolgo quante più informazioni possibili. Nel caso di Feltri, sono andata a Terni dal gip Pier Luigi Panariello. Sono stata l’unica persona da aver accesso agli atti del caso Boffo. Il giudice, infatti, ha riconosciuto che compito dell’Ordine è la deontologia e ha voluto fornirmi tutti gli elementi affinché il procedimento disciplinare potesse essere il più garantista possibile”.

Perché la sentenza Feltri fa discutere così tanto?

“Perché il collega, come molti, concepisce il giornalismo come forma militante…”

…E dunque, vive la condanna come una sentenza politica.

“Non solo lui, ma anche tutta una certa parte politica, perché dirige il quotidiano del fratello del Presidente del Consiglio. In realtà, qui la politica non c’entra nulla. Feltri ha violato un principio tecnico del nostro ordinamento, la mancata verifica di una fonte d’informazione, che ha avuto un effetto devastante sul direttore di Avvenire, dimessosi dall’incarico”.

Si tratta di qualità dell’informazione, dunque.

“L’uso disinvolto delle fonti aumenta la possibilità di violazioni dell’etica professionale. In Italia s’è sviluppato un giornalismo che utilizza l’informazione in modo spregiudicato, non più equidistante. È un Paese anarcoide, che non vuole più regole e vive con fastidio chi cerca di farle rispettare. Inoltre, anche la tecnologia contribuisce a un’informazione spesso approssimativa. I giornalisti sono acrobati che saltano dalla carta stampata al web agli smatphone, usando linguaggi diversi, in tempi ridottissimi. Gli editori, su questo, hanno una grossa responsabilità”.

In questo senso vanno i corsi di formazione e i convegni organizzati dall’Ordine lombardo?

“La formazione permanente è essenziale, sia essa tecnologica (vedi la multimedialità), di aggiornamento professionale o di stretta deontologia. I convegni organizzati all’Università Statale hanno, poi, aiutato a capire qual è il futuro della professione e come siamo visti dall’opinione pubblica. Abbiamo aperto con successo un osservatorio della cronaca, dove i cronisti sottopongono dubbi e vogliono chiarimenti. È diventato un pronto intervento sulla deontologia”.

Conta la squadra di governo in un Ordine?

“Tantissimo, soprattutto se si tratta dell’Ordine più grosso d’Italia, con oltre 25mila iscritti. Con i miei consiglieri ho condiviso tutte le iniziative di governo. Siamo volontari e, per fare bene il nostro lavoro dobbiamo avere motivazioni forti e spirito di servizio. La condivisione degli obiettivi è importante. Perché l’Ordine, va ricordato sempre, è a garanzia del cittadino e non dei giornalisti…”

 

@fnsisocial

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