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Fnsi 16 Dic 2003

Legge Gasparri, Berlusconi: "Prestissimo un decreto per Rete 4" Il comunicato del coordinamento dei Cdr Mediaset

Legge Gasparri, Berlusconi: "Prestissimo un decreto per Rete 4"Il comunicato del coordinamento dei Cdr Mediaset

Legge Gasparri, Berlusconi: "Prestissimo un decreto per Rete 4"
Il comunicato del coordinamento dei Cdr Mediaset

Un decreto legge che proroghi i termini, e salvi cosi' Retequattro dall'esilio sul satellite, e' piu' che ''possibile'', anzi quasi certo, e le osservazioni con le quali il Quirinale ha rinviato alle Camere la legge Gasparri non sono cosi' pesanti da non poter essere recepite. Silvio Berlusconi si dice ''sereno'', certamente non ''infuriato'' come gli chiedono i giornalisti, e da Strasburgo, ultimo appuntamento del semestre di presidenza italiana, torna prepotentemente ad occuparsi delle vicende interne dell'Italia. ''Per fortuna nel futuro non ci capitera' una cosa cosi' drammatica'', sussurra il premier confessando cosi' la fatica del semestre europeo e delle dure trattative per la Conferenza Intergovernativa interrotesi bruscamente due giorni fa a Bruxelles. Ma oggi a Strasburgo il nodo della legge Gasparri rinviata da Ciampi alle Camere dal capo dello Stato era inevitabile e il presidente del Consiglio lo ha sviscerato a fondo, anche insieme ai suoi piu' stretti collaboratori, indicando gia' le prime mosse che il governo intende compiere per sminare il terreno da un ordigno a tempo che potrebbe anche influire sulla verifica di gennaio all'interno della Casa delle Liberta'. ''La gente e' con me'', e ''se qualcuno dicesse che in Italia non c'e' pluralismo televisivo sarebbe sommerso dai fischi'', premette Berlusconi ricordando a tutti che c'e' gia' stato anche un referendum sulle Tv che ha dato il polso della situazione italiana, anche se si trattava di parecchi anni fa. Se ha ribadito che intende tenersi ''lontano'' dalla Gasparri - al punto che ha annunciato che ''non ha letto e non leggera' le osservazioni dei tecnici del Quirinale'' - Berlusconi ha spiegato che il decreto per salvare Retequattro ''e' possibile'' e che anzi ''non ci sono rischi'' per farlo. Ma non e' tutto: tra le parole di Berlusconi e quelle dei suoi collaboratori si capisce che a 24 ore dalla notizia del rinvio alle Camere il governo si sta gia' orientando ad approvare un brevissimo decreto che allunghera' i termini per Retequattro e Raitre, che rischia di perdere la pubblicita'. Provvedimento che, calendario alla mano, dovrebbe essere pronto tra Natale e Capodanno. C'e' gia' chi si spinge ad indicare una data: quella del 28 dicembre. Decreto che poi dovrebbe essere convertito in legge nei canonici 60 giorni, quindi entro la fine di febbraio. In questo lasso di tempo si dovra' anche svolgere la verifica di gennaio: il premier non vuole sentire la parola rimpasto. Ma oggi, tra le righe, si e' intuito che, anche se ''la squadra di governo e' ormai esperta'', ''miglioramenti di programma e personali'' saranno accettati. Questo non significa automaticamente un cambio di ministri, ma - e' stato spiegato - un ''arricchimento e non un impoverimento'' della qualita' del governo. Niente nomi naturalmente, ma non e' esclusa la possibilita' che ci possa essere un aumento delle deleghe o anche la nascita di un nuovo ministero. Ma oggi ''l'appuntamento di gennaio'', come l'ha chiamato Berlusconi, sembra lontanissimo. Il rinvio alle Camere della Gasparri e' troppo fresco e Berlusconi, pressato dalle domande dei giornalisti, fa capire che i rilievi mossi dal Quirinale non sono cosi' pesanti e quindi potranno essere recepiti quando un nuovo testo sara' presentato al Parlamento. ''Ci saranno dei limiti che eviteranno'' che ci siano dei rilievi rispetto alla liberta' d'informazione, ha detto Berlusconi a chi gli ricordava che secondo Ciampi il ddl Gasparri sarebbe lesivo della liberta' d'informazione. Una mossa questa che non dovrebbe creare troppi problemi anche con l'opposizione perche', si rileva nell'entourage del premier, significherebbe andare incontro ai rilievi della presidenza della Repubblica. (ANSA) IL COORDINAMENTO DEI CDR-MEDIASET SULLA LEGGE GASPARRI COMUNICA QUANTO SEGUE: I giornalisti del Gruppo Mediaset hanno sempre partecipato compatti agli scioperi e alle iniziative della FNSI per ottenere modifiche alla Legge Gasparri. Ora, dopo il rinvio del testo di legge al Parlamento, diventano evidenti l’inadeguatezza di alcuni suoi elementi fondamentali e la necessità di modifiche che, sulla falsariga di quanto indicato dal Presidente Ciampi, garantiscano il pluralismo dell’informazione, a tutela dei cittadini e degli stessi giornalisti. E’ urgente adesso che venga garantita la continuità produttiva ed occupazionale di Retequattro. Il Coordinamento dei giornalisti di Mediaset diffida azienda, Governo e Parlamento dall’utilizzare tutti coloro che lavorano per Retequattro come ostaggi o strumento di ricatto politico.

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