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Editoria 01 Lug 2008

La7, le news e quei compensi d'oro

Pubblichiamo dall’Unità del 1° luglio la lettera al direttore del Cdr di La7

Pubblichiamo dall’Unità del 1° luglio la lettera al direttore del Cdr di La7

Caro direttore, bene ha fatto Rinaldo Gianola sull'Unità di ieri a mettere in relazione - dati alla mano - «le liquidazioni miliardarie dei manager Telecom Italia con gli obiettivi di efficienza aziendale che spingono a tagliare migliaia di posti di lavoro». Fatte le dovute proporzioni per La7 lo schema è lo stesso. A pagina 118 del bilancio 2007 di Telecom Italia Media (società quotata, editrice di La7) c'è la tabella «compensi percepiti dagli amministratori e dai direttori, generali». A Parte il "tesoretto" portato a casa dopo le dimissioni grazie a una clausola contrattuale, l'amministratore delegato Antonio Campo Dall'Orto ha percepito, oltre ai 143 mila euro come emolumenti per la carica nel cda, 471.750 euro tra bonus e altri incentivi e 620 mila euro come "altri compensi". Al direttore generale Marco Ghigliani sono andati 176 mila euro di bonus e 218 mila euro come "altri compensi". Manager e amministratori premiati evidentemente per i 65-70 milioni di perdite trovati dal nuovo amministratore delegato Stella. Ci teniamo però a precisare che su La7 (la tv controllata dal gruppo attraverso Ti media) la partita in corso non tratta solo di "limature al contratto di qualche anchorman" (Bignardi o Crozza, Ferrara, Lerner o D'Amico) e nemmeno di improbabili rimpianti per le Markette di Chiambretti. Semmai le domande da porsi sono altre: da dove arrivano i 70 milioni di perdite annui di La7? Con la raccolta pubblicitaria tv in calo, quante risorse toglie al duopolio Rai Mediaset il 3 per cento di share di La7? Cosa accadrà al "terzo polo, tv" all'inizio del 2009 quando i contratti ritoccati di tutte le "star" scadranno ? Ma di mezzo c'è anche - e se permettete, soprattutto - la sopravvivenza dell'informazione di La7, tv nazionale che trasmette grazie alle concessioni delle frequenze assegnate dallo Stato al colosso italiano delle telecomunicazioni, una tra le prime aziende per fatturato del Paese. Per ripianare i debiti lasciati da altri, Stella - in perfetta sintonia con il direttore delle news Antonello Piroso - ha annunciato il blocco della sostituzione in pianta organica dei giornalisti che lasciano l'azienda, la riduzione dei contratti a termine giornalistici e - dopo quella di Parigi - la chiusura delle sedi di corrispondenza di Londra e Gerusalemme valutate come "non fondamentali per l'informazione". In questo caso poi non si tratta evidentemente nemmeno di un problema di costi visto che il compenso annuale del direttore generale di La7 Ghigliani basta a pagare un decennio di attività della corrispondenza da Londra. Il nuovo piano industriale-editoriale sarà presentato "entro l'estate" annuncia l'azienda, intanto però l'informazione viene ridotta subito. Dopo l'annuncio ufficiale dei tagli da parte del direttore Piroso, lo scorso 24 giugno le redazioni di La7 sono entrate in sciopero. Alla nostra richiesta di conoscere nel dettaglio voce per voce, il conto economico 2007-2008 della testata giornalistica il direttore e l'azienda non hanno risposto. Alla Fnsi, che preoccupata ha chiesto un confronto in tempi brevi, Stella ha scritto che a «valle dell'approvazione del piano procederemo alle relative informative ai sindacati». Insomma: "Non disturbate il manovratore", anche se la manovra coinvolge una materia delicata come il pluralismo di voci nell'informazione nazionale. Una questione che, giorno dopo giorno nel silenzio generale, si sta trasformando in una vera e propria emergenza democratica per il Paese. Il Cdr de «La 7»

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