Con un voto unanime l’assemblea dei giornalisti di “La7” ha proclamato lo stato di agitazione affidando al comitato di redazione un pacchetto di 10 giorni di sciopero.
A parte i recentissimi avvicendamenti ai vertici, a pochi mesi dall’annunciata operazione di fusione per incorporazione tra “La7” e “Telecomitaliamedia” ( società quotata in borsa con il 100 % di La7, 100% di Apcom, 51% di Mtv Italia), l’unica strategia editoriale ufficiale sembra consistere nella navigazione a vista mentre nei fatti il motto è “si fa ma non si dice” (soprattutto ai giornalisti). Il 13 ottobre 2005 l’amministratore delegato e i due direttori di news e sport (Giustiniani e Biscardi) non si sono presentati all’incontro fissato da luglio con la Fnsi e la Stampa Romana per chiarire il piano industriale/editoriale dell’azienda il cui assetto è ormai da mesi in costante evoluzione, con l’ avvio del digitale terrestre e la continua nascita di nuove iniziative editoriali nel settore dell’informazione. Un processo che avviene al di fuori di qualsiasi serio confronto sindacale nonostante il Cdr abbia denunciato da tempo la scadenza dell’unico accordo interno sulle attività multimediali, accordo siglato alla fine del 2003 e scaduto a metà 2005. Lo scorso 25 ottobre il direttore delle news (nonché direttore editoriale di La7) affiancato dal nuovo ufficio di direzione ha dichiarato ai giornalisti, che riuniti in assemblea si aspettavano l’illustrazione di un progetto, di “non sapere cosa sia un piano editoriale”. Nel frattempo però tutto cambia in diretta. Il tg delle 20,00 basato dal 19 settembre su un format che tende al rotocalco “sbarazzino” (conduttore/presentatore più ospite in studio a commentare) cerca di allineare il lavoro della testata giornalistica alla svolta editoriale introdotta dal neo “superdirettore” Antonio aampo Dall’Orto: meno informazione, più infotainement, traduzione: mentre i programmi “low budget” della testata chiudono, con la conseguente minaccia di non rinnovare i contratti a termine di validissimi colleghi, si moltiplicano quelli a carattere giornalistico ma extralusso, prodotti esternamente dalla rete. Per fare spazio in palinsesto il lavoro della redazione sportiva è stato praticamente cancellato su “La7” e parcheggiato sul cosiddetto digitale terrestre “free”, avviato all’inizio del campionato di calcio senza piano editoriale e trasformatosi oggi in una poverissima diretta di 16 ore con risultati spesso professionalmente avvilenti. Il tutto appaltato tecnicamente all’esterno, pare con costi molto “interessanti”. In compenso, del canale digitale terrestre news annunciato sul corriere della sera il 12 luglio 2005 ( “La7 sempre più news: un canale sul digitale. Fotia prepara la nuova rete” ) non se ne sa più nulla e il vicedirettore Carmine Fotia oggi è tornato a lavorare per il “buon vecchio analogico”. Questo lo scenario “interno”, fuori la notizia è l’accordo Mediaset-Tim (al momento con “Tim” si intende Telecom Italia mobile non ancora “Tim” Telecomitaliamedia): “grazie alle nuove tecnologie si potranno ricevere i normali programmi tv anche sui telefonini ….l’accordo tra Mediaset e Tim ne è una chiara prova – scrive in prima pagina “La Repubblica affari & finanza” del 24 ottobre- non si sta parlando di un futuro lontano…c’è però un mercato dove già funziona: è la Corea”. Fnsi, Stampa Romana e Azienda torneranno ad incontrarsi il 10 novembre. Alla riunione il sindacato ha invitato l’amministratore delegato Parazzini, il direttore di rete Campo Dall’Orto e i direttori di testata. Nel frattempo il cdr si riserva di mettere in atto tutte le azioni sindacali che riterrà opportune Il Cdr di La7 La solidarietà della Consulta dei Cdr della Stampa Romana Documento votato all’unanimità dal direttivo dell’Associazione Stampa Romana e dalla consulta dei comitati di redazione di Roma e del Lazio: "Di fronte alla violenta accelerazione del processo di riassetto aziendale con la fusione per incorporazione di la7 in Telecom Italia Media, l’Asr e la consulta dei Cdr ritengono che la vicenda apra un vero e proprio caso che investe non solo il futuro dell’emittente nazionale del gruppo Telecom ma lo stesso futuro del pluralismo dell’informazione nel paese. Mentre l’A.d. il direttore editoriale e i direttori delle due testate giornalistiche evitano ogni confronto con il sindacato su piano industriale e editoriale disertando gli incontri già fissati con fnsi Asr e Cdr (l’ultimo quello del 13 ottobre scorso), autorevoli organi di stampa ogni giorno danno notizia dell’ormai imminente convergenza tra telefonia e tv con gli accordi già siglati dai due colossi Telecom e Mediaset. Scenari che aggravano ulteriormente i gravi guasti di un mercato già ingessato e minacciano direttamente l’attività di una tv che negli ultimi anni ha rappresentato uno spazio di libera informazione, sempre più rara nel panorama nazionale. ogni sviluppo delle nuove frontiere mediatiche rese possibili dall’incrocio tra le nuove tecnologie, non può e non deve impoverire le differenze e le pluralità di voci dell’informazione. L’Asr e la consulta dei Cdr chiedono che all’incontro già fissato per il prossimo 10 novembre siano presenti i vertici aziendali al massimo livello per avviare un serio confronto sul progetto industriale e editoriale di Telecom Italia Media. Asr e consulta dei Cdr sostengono all’unanimità la mobilitazione dei giornalisti di La7 che, riuniti in assemblea, hanno affidato al Cdr un pacchetto di 10 giorni di sciopero".