«Neanche una settimana di sciopero delle firme ha persuaso la proprietà a rispettare gli accordi sottoscritti e a pagare i due stipendi arretrati di maggio e di giugno, mentre sta per maturare pure quello di luglio». Lo denuncia il Comitato di redazione de La Sicilia in una nota pubblicata sull'edizione del 26 luglio 2023 del quotidiano.
«Una situazione vergognosa - prosegue il Cdr - per chi si era assunto degli impegni allorquando si è trattato di convincere i giornalisti ad aumentare la Cig dal 20 al 34% ("firmate ed entro il 30 giugno vi sarà accreditato lo stipendio di maggio, poi a breve ci metteremo a regime con gli altri"), umiliante per chi come il corpo redazionale, al pari di amministrativi, poligrafici e degli stessi collaboratori che permettono a tutt'oggi la realizzazione del giornale, continua a non ricevere riscontro alcuno da una proprietà ormai latitante, al massimo capace di rispondere con note prive di significati e, soprattutto, di contenuti alle sollecitazioni che provengono dall'esterno (vedi l'ultima del sottosegretario all'editoria, Barachini) e che, dopo essersi detta pubblicamente aperta a un confronto, non ha dato riscontro concreto alle richieste di incontro della Fnsi e di Assostampa Sicilia e Catania».
Il comunicato si chiude con l'annuncio delle prossime mosse: «A questo punto, consapevoli che anche uno sciopero "morbido" come quello delle firme non ha prodotto reazioni in chi continua a scaricare sul personale il rischio di impresa, impoverendo ulteriormente, di contro, un prodotto che l'editore vanta essere il "primo giornale di Sicilia" (ma ultimo per il rispetto degli impegni e per l'entità delle retribuzioni), il Comitato di redazione sospende tale forma di protesta e chiede pubblicamente un interessamento del prefetto Librizzi per sollecitare la Domenico Sanfilippo Editore a rispettare gli impegni nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie, ormai in gravi difficoltà, nonché a verificare, in alternativa, se esistono realmente i presupposti perché la società editrice continui la propria attività in queste condizioni».