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Osservatorio sui media 10 Apr 2008

La radio dei desideri: “Dalla politica più attenzione per la radiofonia italiana a cominciare dalla radio pubblica”

RadiochefaRai, l’Associazione che rappresenta le diverse professionalità della Radio Pubblica, chiede alla politica più attenzione per il settore dell’emittenza radiofonica e si unisce alla richiesta dell’Fnsi e dell’Usigrai perché ci si impegni su una legge di riforma della Rai.

RadiochefaRai, l’Associazione che rappresenta le diverse professionalità della Radio Pubblica, chiede alla politica più attenzione per il settore dell’emittenza radiofonica e si unisce alla richiesta dell’Fnsi e dell’Usigrai perché ci si impegni su una legge di riforma della Rai.

E’ assolutamente necessario che il futuro governo porti avanti subito il tavolo sulla Radiofonia Digitale avviato dal Ministero e dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che, dopo un ritardo di vent’anni, affronta il passaggio ai nuovi standard. Una rivoluzione dell’etere che – se davvero attuata – consentirà finalmente un ascolto decente delle radio in Italia. Alla Rai, RadiochefaRai rinnova la sua richiesta affinché sia realizzato l’atteso Piano Industriale della Radio nell’ottica di una Azienda che si chiama Radio-Televisione Italiana, a cominciare dal consolidamento del segnale, come sollecitato anche dalla Direzione di Radio1-Gr. La trattativa fra Usigrai e Azienda dovrebbe, secondo noi, approdare alla garanzia di risorse certe, adeguate a un settore così importante. Esprimiamo preoccupazione per il fatto che l’Azienda abbia prodotto un Piano Editoriale solo per la televisione. Mentre invece Radio Rai ha assoluto bisogno di un progetto editoriale che ne rafforzi la missione di servizio pubblico, puntando sull’informazione, sulla qualità dei programmi e sulla cultura. Apprezziamo la sensibilità e l’impegno dimostrati dal segretario dell’Usigrai Carlo Verna sui problemi di chi lavora a Radio Rai, e le sue recenti prese di posizione a favore della meritocrazia. Sosteniamo la sua decisione di chiedere all’Azienda assunzioni basate su selezioni e concorsi, e l’idea della ”autocandidatura” per gli avanzamenti interni, che devono tenere conto dei curricula e dei percorsi professionali. Perché la Rai è fatta di tanti professionisti capaci e meritevoli. Ci vuole una legge che le garantisca autonomia. Ma la valorizzazione delle risorse umane è condizione indispensabile per il necessario rafforzamento e il rilancio della principale azienda culturale del paese. Infine, un apprezzamento per la nascita del sito dell’Usigrai (www.usigrai.info).

@fnsisocial

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