La mafia trasparente, vuoto in prima pagina. Perché e come agisce questa equazione? E’ l’ interrogativo al centro della tesi di laurea – La mafia trasparente, analisi e ragioni di un vuoto in prima pagina - (Scienze della comunicazione, Università di Padova, relatore Raffaele Fiengo) che Maria Paola Scaramuzza dedica all’ analisi di uno di quei casi in cui l’informazione giornalistica, pur con fonti, notizie e personaggi di grande interesse a disposizione, e, soprattutto, di grande peso civile, rinuncia al suo ruolo.
La mafia trasparente, vuoto in prima pagina. Perché e come agisce questa equazione? E’ l’ interrogativo al centro della tesi di laurea – La mafia trasparente, analisi e ragioni di un vuoto in prima pagina - (Scienze della comunicazione, Università di Padova, relatore Raffaele Fiengo) che Maria Paola Scaramuzza dedica all’ analisi di uno di quei casi in cui l’informazione giornalistica, pur con fonti, notizie e personaggi di grande interesse a disposizione, e, soprattutto, di grande peso civile, rinuncia al suo ruolo. Nella prima metà del 2004 solo una quindicina di articoli e sette fugaci apparizioni in prima pagina sono state dedicate dal principale quotidiano nazionale ad una mafia che prospera e che pure si è fatta trasparente. Trasparente perché “invisibile”, come scrive Saverio Lodato nel suo libro intervista al procuratore di Palermo Piero Grasso; trasparente perché “legale”, se è vero che i proventi dei crimini ora si reinvestono e si rintracciano nelle normali attività economiche – gli appalti, più proficui delle estorsioni - che sotto gli occhi di tutti comprimono lo sviluppo della Sicilia e che fatturano 100 miliardi di euro all’anno, senza che più nessuno, in tv o sui giornali, si scandalizzi (secondo il Censis, nel 2003, per un valore del 2,5% annuo sul Pil isolano). Nella tesi sono in primo luogo i giornalisti a tentare una ricostruzione delle motivazioni per cui il tema della mafia diventa ‘’invisibile’’ e si stempera in quel micidiale meccanismo di rimozione contagiosa che spinge direttori e vertici di redazione a rischiare. Francesco La Licata della Stampa, Saverio Lodato dell’Unità, Enrico Bellavia di Repubblica, fra gli altri, intervengono nell’analisi di un vuoto che in certe occasioni si è rivelato insostenibile. Quali notizie escono e quali invece si tacciono, quando accade un fatto di mafia? Perché la notizia di un sindaco scampato l’anno scorso a un attentato, come Rosario Crocetta a Gela, esce sul Corriere della Sera solo con una breve di mille battute? Come si parla dei grandi processi politici, e perché gli effetti della cronaca giudiziaria non sono più in grado - o non vogliono più - animare alcun dibattito politico? (http://www.lsdi.it/dossier/mafia/index.html) - - - - - - - - - - - LONDRA: BLOG ANCHE COME SPAZIO CATARTICO Polemiche in Italia su una sorta di isteria nel web - Repubblica ‘’batte’’ Bbc 49 a 4 - Mantellini: ‘’il citizen journalism foglia di fico per coprire gli errori’’ (http://www.lsdi.it/versp.php?ID_art=84) - - - - - - - - - - - - - - GIANNI MINA’: L’ AMBIGUITA’ DEI CRONISTI ITALIANI A CUBA La tensione che, a ondate, si riaccende intorno a Cuba; le polemiche provocate dall' epulsione di due giornalisti italiani entrati all' Avana con visti turistici per ''coprire'' l' assemblea di alcuni settori della dissidenza antcastrista; lo strabismo con cui la grande stampa italiana seguirebbe le vicende cubane; il ruolo ''ambiguo'' di Reporter sans frontières. Sono i temi al centro dell' articolo di Gianni Minà "L'ambiguità dei cronisti italiani a Cuba" che apre l' ultimo numero (il 90/91) di Latinoamerica.. (http://www.lsdi.it/versp.php?ID_art=82) - - - - - - - - - - - COME USARE IN MODO INTELLIGENTE IL CONTRIBUTO PUBBLICO AI GIORNALI Un intervento su ‘’la voce’’ di Francesco Giavazzi '' Per tutelare l'indipendenza dei giornali – scrive in un intervento pubblicato su ‘’la voce’’ Francesco Giavazzi -, bisognerebbe introdurre regole come quelle a suo tempo suggerite da Luigi Einaudi. Magari condizionando al loro rispetto la concessione dei contributi statali per l'acquisto della carta''. (http://www.lsdi.it/versp.php?ID_art=81) - - - - - - - - - - IL SEGRETO DELLA REPUBBLICA. LA VERITA' POLITICA SULLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA Torna in libreria il saggio di Fulvio e Gianfranco Bellini, a cura di Paolo Cucchiarelli. Lo scenario delineato dai due Bellini è inquietante: un patto tra il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e Aldo Moro, all’epoca ministro degli Esteri, a pochi giorni dallo scoppio delle bombe a Milano e Roma nel dicembre 1969. La fonte che svela a Fulvio Bellini il «segreto della repubblica» è G.A., agente dell’intelligence inglese, conosciuto ai tempi della lotta partigiana. Negli ultimi giorni del marzo 1969 G.A racconta all’amico italiano quello che viene definito il «piano Saragat». L’agente racconta della visita del presidente americano Nixon e di Kissinger a Roma ai quali il capo dello Stato esprime allarmato le sue paure: la deriva a sinistra del Paese e delinea con loro quello che i Bellini ribattezzano «il piano Saragat»: lo scioglimento del Psu, la caduta del governo di centrosinistra e lo scioglimento delle camere. Bellini racconta come, al successivo incontro nel settembre 1969 con l’amico inglese, mancava solo l’ultima delle condizioni. Ma nel frattempo erano scoppiate le bombe di aprile in Fiera a Milano. G.A. si dice sempre più preoccupato di un’involuzione, e predice nuovi attentati. http://www.lsdi.it/versp.php?ID_art=83 ----------------- Per segnalazioni, richieste, critiche, ecc.: redazione@lsdi.it