CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Internazionale 01 Mag 2005

La Federazione Internazionale dei Giornalisti protesta e chiede l'accertamento delle responsabilità per le morti di Calipari in Iraq e Miller a Gaza

“La Federazione Internazionale di Giornalisti (IFJ) chiede l’accertamento delle responsabilità sulle uccisioni in Iraq, mentre la rabbia aumenta per le “indagini tese all’insabbiamento”.

“La Federazione Internazionale di Giornalisti (IFJ) chiede l’accertamento delle responsabilità sulle uccisioni in Iraq, mentre la rabbia aumenta per le “indagini tese all’insabbiamento”.

“La Federazione Internazionale di Giornalisti (IFJ) chiede l’accertamento delle responsabilità sulle uccisioni in Iraq, mentre la rabbia aumenta per le “indagini tese all’insabbiamento”. L’indignazione nei confronti dei discutibili rapporti – uno redatto da Israele sull’assassinio del giornalista James Miller a Gaza e un secondo dagli Stati Uniti sulla morte dell’agente dei servizi segreti italiani Nicola Calipari, ucciso durante la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena rapita in Iraq – sottolinea la necessità di una legge internazionale che garantisca una “procedura attendibile” per una inchiesta indipendente sulle morti civili. E’ l’opinione della Federazione Internazionale di Giornalisti (IFJ). “I militari in Israele e negli Stati Uniti hanno creato la cultura dell’insabbiamento e dell’auto-assolvimento”, ha detto oggi Aidan White, Segretario generale della IFJ. “L’assassinio di dipendenti degli organi di informazione e dei loro collaboratori, richiede un “procedura attendibile” di investigazione e di ricerca della verità, non di disimpegno e di auto-giustificazione”. La IFJ fa riferimento alle notizie secondo le quali l’indagine sull’incidente avvenuto il 4 marzo, nel quale soldati statunitensi hanno ucciso Calipari e ferito la Sgrena, giornalista de Il Manifesto, assolverebbe in toto le persone coinvolte. Nel momento in cui la Sgrena veniva portata al sicuro, dopo essere stata per un mese in ostaggio dei terroristi, la macchina su cui si trovava ha subito un attacco con armi da fuoco vicino all’aeroporto di Baghdad. Il rapporto, in base alle informazioni da Washington, solleva i soldati statunitensi da ogni responsabilità dell’omicidio, nonostante le prove – tra cui la testimonianza della stessa giornalista ferita – che l’attacco era ingiustificato. “E’ un’ulteriore espressione di totale mancanza di assunzione di responsabilità per le morti causate da un comportamento sconsiderato dei soldati” ha detto White “Ci sono state 14 morti tra i dipendenti degli organi di informazione in Iraq, mentre gli interrogativi sulle azioni dei soldati statunitensi rimangono senza risposta e viene negata ogni giustizia”. Il mese scorso la IFJ ha duramente criticato le autorità israeliane per il loro “insabbiamento crudele e insensibile” riguardo l’assassinio del cameraman James Miller, ucciso da un soldato a Gaza mentre sventolava una bandiera bianca. L’esercito israeliano ha dichiarato che, per mancanza di prove, il soldato responsabile dell’omicidio non poteva essere condannato per aver violato le regole d’ingaggio; ciò ha provocato delle proteste furiose per le manomissioni delle prove effettuate da parte dei soldati israeliane e per una deliberata incuria nelle indagini. “Questi casi mettono in evidenza fin troppo chiaramente quanto i militari, anche quando appartenenti a paesi democratici, attaccano e uccidono i giornalisti e i civili, rimanendo impuniti”, ha dichiarato White. “Questi casi e altri ancora in cui sono coinvolti lavoratori del mondo dell’informazione hanno, perlomeno, una certa risonanza, ma la verità su ciò che sia successo alla popolazione irachena rimane un segreto”. Quest’anno l’8 aprile, giornata dedicata alla protesta per i morti tra i dipendenti dei media, nonché anniversario dell’attacco statunitense all’Hotel Palestina, uno dei centri di informazione in Iraq, la IFJ e i sindacati dei giornalisti di tutto il mondo hanno protestato per la mancanza di indagini attendibili riguardanti i 14 morti tra i lavoratori dell’informazione in Iraq, in cui erano rimaste coinvolte truppe degli Stati Uniti”.

@fnsisocial

Articoli correlati