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Internazionale 05 Mag 2008

La Federazione Internazionale dei Giornalisti: "Per difendere la libertà di stampa ci vuole una nuova solidarietà tra operatori dell'informazione e opinione pubblica"

Una nuova solidarietà tra gli operatori dell’informazione e l’opinione pubblica, i cittadini, in Italia e nel mondo, per difendere l’autonomia e la sicurezza di chi ha il compito difficile di raccontare la realtà.

Una nuova solidarietà tra gli operatori dell’informazione e l’opinione pubblica, i cittadini, in Italia e nel mondo, per difendere l’autonomia e la sicurezza di chi ha il compito difficile di raccontare la realtà.

E’ questo il significato di fondo che le organizzazioni internazionali dei giornalisti, a cominciare dalla Federazione mondiale (Ifj), hanno voluto dare quest’anno alla Giornata Internazionale per la libertà di stampa, voluta dall’Unesco e dalle Nazioni Unite. Pesanti minacce – come ha rilevato la Ifj – pesano sui media e le battaglie per la sicurezza, un lavoro decente e un giornalismo di qualità possono essere combattute se gli operatori della comunicazione fanno fronte comune e attuano iniziative concrete per difendere i loro diritti e quelli della gente ad essere correttamente informata. Il lavoro del giornalista, l’informazione libera e autonoma rappresentano, come ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricevendo i dirigenti della Federazione della Stampa che qualche giorno fa ha celebrato i cento anni di esistenza, il cuore della democrazia e di un civile confronto all’interno delle Istituzioni. Purtroppo, però, questi diritti sono spesso negati. Il Presidente della Ifj , il britannico Jim Boumelha, ha rilevato che “in tutti i Paesi i giornalisti sono sotto pressione. In Cina, iin Russia, in Messico, in Irak, in Pakistan, in altre regioni del mondo, differenti forme di pressioni, tra cui la violenza personale e collettiva, sono diventate minacce abituali per il giornalismo”. “Ma la libertà di stampa – ha aggiunto Boumelha – e i diritti professionali dei giornalisti sono in pericolo anche nei Paesi più democratici, dove i cambiamenti di natura economica e tecnologica conducono ad un generale indebolimento delle condizioni di lavoro e mettono in pericolo i livelli tradizionali del pluralismo nella stampa e nelle radio televisioni”. La Federazione Internazionale dei Giornalisti sottolinea come l’attacco dei poteri contro il giornalismo libero si concentri sul lavoro di inchiesta e di investigazione condotto dai cronisti specie quando rendono pubblica la corruzione nel mondo politico e in quello degli affari. “Viviamo in un mondo – ha detto il Presidente della Ifj – dove, grazie ad Internet, la libertà di espressione è diventata una realtà quotidiana per milioni di persone. Ma per i giornalisti che cercano la verità, ci sono maggiori pericoli e minacce che devono essere denunciati dall’insieme degli operatori dell’informazione”. In questo ambito la Federazione Europea dei Giornalisti ha rilevato come “si stiano aggravando gli attacchi al segreto professionale ed alla difesa delle fonti e si facciano sempre più pesanti le interferenze politiche specie nei confronti dei servizi pubblici radiotelevisivi”. L’associazione Reporters sans frontières ha preso in esame, in particolare, la situazione in Europa dove si registrano gravi violenze, aggressioni, intimidazioni, non soltanto in Russia ed in alcuni Paesi dell’est, ma anche in Francia nelle banlieues delle città, in Spagna da parte dell’Eta, in Irlanda del Nord da parte di estremisti cattolici e protestanti. In Italia il giornalismo libero è minacciato, oltre che da rigurgiti di terrorismo ed estremismo politico, dalla criminalità organizzata, dalle mafie attive non soltanto nelle regioni del sud ma anche nel nord e nel centro. Molti giornalisti sono stati uccisi dal dopoguerra ad oggi, ma gravi episodi con minacce, lettere anonime, auto distrutte hanno recentemente colpito alcuni giornalisti come Lirio Abbate, cronista dell’Agenzia Ansa di Palermo. Per questo la FNSI, l’Unione cronisti italiani ed altre organizzazioni hanno deciso di ricordare sabato 3 maggio in Campidoglio, alla vigilia della Giornata Internazionale per la libertà dell’Informazione, i colleghi uccisi dal terrorismo e dalle mafie, in una Giornata della Memoria che deve far riflettere il giornalismo italiano e rinnovare l’impegno alla difesa della libertà dell’informazione. Paolo Serventi Longhi – membro del Comitato Esecutivo International Federation of Journalists

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