“Ancora sangue drammaticamente versato da giornalisti nel mondo. In India Jyoti Dey, cronista di nera che seguiva per il quotidiano Mid Day di New Deli inchieste sulla malavita, è stato barbaramente assassinato a colpi di pistola con il chiarissimo intento di chiudere definitivamente la bocca a un giornalista coraggioso e valoroso. A Teheran in Iran, invece, è stato stroncato da un duro sciopero della fame il giornalista dissidente Reza Hoda Saber già incarcerato nel 2009 in occasione della protesta per la rielezione di Ahamadinejad. Il sangue dei giornalisti è quello di un martirio che si va facendo drammatico.
La professione giornalistica non ambisce ai titoli eroici, vuole semplicemente essere testimone corretto dei fatti e degli eventi che contano. Per questo merita rispetto, non carcere, né torture né attacchi mortali. Le nuove morti di giornalisti per causa violenta esigono una rivolta civile internazionale. Mandare a morte un giornalista è un crimine contro l'umanità che va punito adeguatamente, anche attraverso i tribunali internazionali.
La Fnsi, che da domani sarà a Belgrado per l’assemblea annuale della Efj (Federazione europea dei giornalisti), esprime il proprio sdegno e condanna per le ripetute barbarie su chi fa informazione, porrà di nuovo al centro del dibattito nell’assise internazionale del sindacato europeo dei giornalisti i temi della libertà dell’informazione e del rispetto della professione giornalistica e della lotta serrata all'impunità.”
NEW DELI – Jyoti Dey, giornalista indiano di cronaca nera del quotidiano tabloid Mid Day, è stato ucciso, sabato, a colpi d’arma da fuoco, alla periferia di Mumbai, per ragioni che la polizia cerca di ricostruire. Lo scrive l’agenzia di stampa Pti.
Il giornalista, che aveva 56 anni ed aveva realizzato, tre mesi fa, “Zero Dial”, un’inchiesta sugli informatori della malavita, stava viaggiando sulla sua moto quando è stato affrontato da almeno quattro individui pure a bordo di motociclette che lo hanno colpito alle spalle con cinque proiettili.
La polizia ha avviato un’indagine e per il momento sta seguendo una pista della «mafia del petrolio» che il giornalista veterano aveva denunciato e per la quale aveva ricevuto denunce. (Fonte ANSA)
TEHERAN (Iran) - Il giornalista e dissidente iraniano Reza Hoda Saber, 54 anni, è morto oggi a seguito di un attacco di cuore. Lo riferisce l’agenzia di stampa Isna. Saber era in sciopero della fame da 10 giorni per protestare contro la morte, avvenuta in circostanze sospette, della dissidente Haleh Sahabi, giorni fa, durante il funerale del padre, Ezatollah Sahabi. Saber è deceduto all’ospedale Modaress di Teheran, dove era stato trasferito, venerdì scorso, dalla prigione di Evin, a seguito della crisi cardiaca. La sorella del giornalista, Firouzeh Hoda Saber, ha confermato la morte, identificando il corpo del fratello. Saber era stato imprigionato il 22 giugno 2009 in occasione della protesta contro la contestata rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Saber, insieme a Ezatollah e Haleh Sahabi è il terzo dissidente iraniano morto a giugno. Faceva parte del movimento nazionalistico religioso diretto da Ezzatollah Sahabi, un gruppo dell’opposizione interna al potere islamico. (fonte ADNKRONOS)