C'è anche un giornalista tra i sei italiani attualmente detenuti in Venezuela. Biagio Pilieri, 59 anni, è figlio di siciliani emigrati in Sud America, ha il doppio passaporto ed è, appunto, un giornalista e politico che si è battuto negli ultimi anni anche per denunciare chiusura di organi di informazione, censure e altri problemi dell'editoria locale. Insomma, paga con la libertà il suo impegno per la democrazia in un Paese controllato dal regime di Nicolàs Maduro.
Arrestato a Caracas il 28 agosto 2024, da allora Pilieri è rinchiuso nell'Helicoide (carcere tra i più duri del Venezuela) ed è formalmente accusato di terrorismo e tradimento alla patria. Come hanno denunciato i familiari - la moglie e i due figli - da quel giorno nessuno ha più potuto parlarci, neanche i suoi avvocati. La sua posizione all'interno del penitenziario è stata localizzata grazie al Gps del suo telefonino.
«Pilieri è innocente dei reati che gli vengono imputati, il suo unico reato è essere un politico in Venezuela», ha denunciato Convergencia, il partito democratico cristiano del quale è coordinatore. Pilieri, dopo essere stato sindaco dal 2000 al 2004 di Bruzual, una città del sudovest venezuelano di oltre 100mila abitanti, è stato deputato in Parlamento a Caracas, dal 2011 al 2021.
«Siamo molto preoccupati perché non sappiamo come sta», hanno detto i suoi compagni di partito, sottolineando che ha «un quadro di salute delicato» e richiedendone il «rilascio immediato». La famiglia ha scritto e chiesto aiuto sia all'ambasciatore venezuelano Giovanni Umberto De Vito, sia al ministro degli Esteri Antonio Tajani, che si sta occupando col governo di tutti gli italiani detenuti in Venezuela a seguito della campagna di repressione degli oppositori voluta da Maduro; tra questi c'è il cooperante Alberto Trentini.
La richiesta al governo è quella di intervenire con le autorità venezuelane affinché si riesca a portare Pilieri in Italia, considerando che è cittadino italiano a tutti gli effetti. Marinellys Tremamunno, giornalista professionista italo-venezuelana corrispondente da Roma per diverse testate ispanoamericane, sta cercando di sensibilizzare più persone possibile a questo caso perché «il governo italiano ha il dovere di proteggere i diritti di tutti i suoi cittadini, senza alcuna discriminazione tra chi possiede il doppio passaporto e chi è solo cittadino italiano: sono sempre italiani. Una volta in salvo in Italia si potrà continuare a fare opposizione politica, ma senza mettere a rischio la vita».