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Internazionale 20 Mar 2006

Iraq, gli omicidi prima causa di morte per i giornalisti

(Astro9colonne) - Baghdad, 20 mar - In Iraq i giornalisti muoiono soprattutto assassinati: gli omicidi superano gli incidenti e le morti strettamente legate al conflitto. Lo documenta la nuova analisi del Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ).

(Astro9colonne) - Baghdad, 20 mar - In Iraq i giornalisti muoiono soprattutto assassinati: gli omicidi superano gli incidenti e le morti strettamente legate al conflitto. Lo documenta la nuova analisi del Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ).

La ricerca, compilata in occasione dell’anniversario dell’invasione, evidenzia che 67 giornalisti e 24 collaboratori sono stati uccisi dall’inizio del conflitto, il 20 marzo 2003, facendo dell’Iraq la zona di guerra con la più alta mortalità fra reporter della storia contemporanea. Sono i giornalisti locali i più colpiti: l’80 per cento degli omicidi riguarda professionisti iracheni. Il dato più significativo riguarda, come si è detto, le cause di morte: il 60 per cento dei giornalisti deceduti è stato assassinato. Il CPJ evidenzia inoltre che l’escalation di violenza volontaria è cresciuta in modo vistoso nell’ultimo anno di conflitto, mentre nei due anni precedenti i giornalisti sono morti per lo più per cause legate ad incidenti o al fuoco incrociato. I principali responsabili della morte dei giornalisti sono stati i militanti della guerriglia. Il CPJ, “Committee to Protect Journalists”, è un’organizzazione internazionale indipendente, no-profit, dedicata alla difesa della libertà di stampa nel mondo.

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