Oltre 10mila tweet(*) con l'hashtag #iostoconverdelli per la mobilitazione sui social lanciata da Articolo21 e Fnsi il 23 aprile, giorno indicato per la "cancellazione" del direttore di Repubblica nelle ultime minacce di morte rivoltegli da anonimi "leoni da tastiera". #AntifascistiSempre era l'altro hashtag proposto, anche questo entrato e rimasto per tutta la giornata nella classifica dei trending topic di Twitter.
Nata da un'idea dell'inviato della Rai, Nico Piro, la mobilitazione ha registrato la partecipazione di rappresentanti politici, associazioni, personaggi del mondo della cultura, giornalisti, direttori e intere redazioni, dall'Italia e oltre confine. Tutti stretti intorno a Verdelli, da oltre un mese costretto a vivere sotto scorta, e a tutti i cronisti e le croniste minacciati per via del proprio lavoro al servizio dei cittadini e del loro diritto ad essere informati.
All'appello hanno risposto, fra gli altri, anche Gad Lerner, Ezio Mauro, Massimo Giannini, Paolo Berizzi, Mauro Biani, il segretario generale della Federazione Europea dei Giornalisti Ricardo Gutiérrez, Libera contro mafie, Libera Informazione, Amnesty International Italia, Avviso Pubblico, Unicef, la Fondazione Giancarlo Siani, la rete Nobavaglio, l'ex presidente del Senato Pietro Grasso, l'ex presidente della Camera Laura Boldrini, il sottosegretario all'Editoria, Andrea Martella.
«Squadrismo non è folklore. Minacciano @CarloVerdelli e quanti denunciano loro trame perché odiano la Costituzione figlia della Resistenza. Libertà di stampa è tutto: difendiamola dai nuovi fascismi. Chi minaccia un cronista minaccia la democrazia e la libertà», ha twittato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso.
«Sempre pronti a difendere, dentro e fuori il tribunale, i giornalisti minacciati», ha aggiunto il presidente Giulietti, che in un'intervista a Radio Radicale ha parlato di un «bellissimo risultato, un messaggio a coloro che ogni giorno minacciano decine di cronisti, molti dei quali sconosciuti, che illuminano il ritorno di gruppi neoafascisti». Perché, come in tanti hanno scritto aderendo al tweet storm, «le minacce a @CarloVerdelli riguardano tutti noi».
(*) Dato aggiornato alle ore 19 di giovedì 23 aprile.