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Editoria 03 Gen 2006

Intercettazioni telefoniche tra Consorte e Fassino, inchiesta della Procura di Milano sulla fuga di notizie. Nuzzi (Il Giornale): "Ho fatto solo il mio dovere". La solidarietà del Gruppo Cronisti Lombardi

La procura di Milano ha aperto un fascicolo per rivelazione di atti coperti dal segreto d'ufficio in relazione all' articolo comparso sul quotidiano 'Il Giornale' in cui si riportavano le intercettazioni, a quanto si è appreso mai utilizzate ai fini dell' inchiesta sulla scalata ad Antonveneta, tra Giovanni Consorte e il segretario dei Ds Piero Fassino in particolare.

La procura di Milano ha aperto un fascicolo per rivelazione di atti coperti dal segreto d'ufficio in relazione all' articolo comparso sul quotidiano 'Il Giornale' in cui si riportavano le intercettazioni, a quanto si è appreso mai utilizzate ai fini dell' inchiesta sulla scalata ad Antonveneta, tra Giovanni Consorte e il segretario dei Ds Piero Fassino in particolare.

In base all' articolo 326 del codice di procedura penale si deduce quindi che sia stato iscritto nel registro degli indagati l' autore dell' articolo in concorso con pubblici ufficiali per ora ignoti. (ANSA) "Avevo una notizia, l'ho pubblicata e ho fatto solo il mio dovere di giornalista". È stato questo il commento di Gianluigi Nuzzi, il redattore del quotidiano 'Il Giornale', indagato dalla Procura di Milano per rivelazione di segreto d'ufficio in concorso con pubblici ufficiali ancora ignoti, per l'articolo apparso ieri in cui si riportavano, fra l'altro, intercettazioni di un colloquio fra il segretario Ds Piero Fassino e il presidente dimissionario di Unipol, Giovanni Consorte. Le intercettazioni pubblicate fanno parte dell'inchiesta milanese sulla scalata ad Antonveneta ma non risultano mai essere state trascritte. Nuzzi ha aggiunto: "Quelle intercettazioni non sono nè illegali nè abusive perchè sono state delegate dall' Autorità Giudiziaria di Milano". "Gianluigi Nuzzi è un bravo giornalista che per primo ha trovato le dichiarazioni di Fazio così come per primo ha dato la notizia della perquisizione all'Impregilo. Adesso aveva le intercettazioni di Fassino e noi che facciamo i giornalisti le abbiamo pubblicate": commenta così il direttore del 'Giornalè, Maurizio Belpietro, l'apertura dell'inchiesta per rivelazione del segreto d'ufficio da parte della Procura di Milano, dopo la pubblicazione delle intercettazioni che riguardano il segretario dei Ds, Piero Fassino, sulla vicenda Unipol. "Capisco - spiega Belpietro - che la Procura faccia la sua parte ma non capisco certe reazioni. Non c'è alcun veleno. Abbiamo pubblicato le intercettazioni tra Fassino e Consorte senza dare alcun giudizio sull'operato del segretario dei Ds". "Tra l'altro - aggiunge il direttore del Giornale - lo stesso Fassino il 14 agosto scorso aveva invocato che le sue intercettazioni fossero pubblicate al fine di fare chiarezza. Noi le abbiamo trovate e le abbiamo pubblicate". Secondo Belpietro dalle conversazioni non sembra emergere alcuna responsabilità penale da parte del segretario della Quercia: "C'è però un senso di fastidio per la commistione tra la politica e gli affari. Condivido l'analisi che Miriam Mafai ha fatto oggi su Repubblica". (ANSA) "È assurdo che la procura di Milano se la prenda oggi, dopo aver tollerato per anni ogni sorta dipubblicazione di verbali ed intercettazioni, con 'Il Giornale' che ha pubblicato le intercettazioni dei colloqui tra Fassino e Consorte e non agisca invece al proprio interno per individuare e colpire i responsabili della diffusione abusiva delle trascrizioni". Lo afferma Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali, i radicali della CdL. Della Vedova sottolinea comunque che "fa specie che l'Italia sia un paese in cui a dettar legge sono le intercettazioni telefoniche"; "le intercettazioni a tappeto sono uno strumento vigliacco e assai poco da Stato di Diritto"; e "la pubblicazione delle intercettazioni si presta inevitabilmente a strumentalizzazioni e forzature, derivanti dalla possibilità di pubblicazioni parziali e non contestualizzate". Ma insiste sul fatto che la colpa è semmai della Procura di Milano e non del 'Giornale'. "La Fnsi non ha nulla da obiettare sull'apertura di un'inchiesta contro un giornalista che ha esercitato il diritto di cronaca? - chiede Della Vedova - Del resto lo stesso Fassino, in modo del tutto inappropriato, il 13 agosto scorso disse all'Unità a proposito dei suoi rapporti con Consorte: 'Spero che i testi delle telefonate vengano resi pubblici in modo che tutti possano constatare che si tratta di conversazioni puramente informative e che non c'è nient'altro che uno scambio di opinionì?". (ANSA) Il Gruppo Cronisti Lombardi ha espresso "solidarietà" al collega Gianluigi Nuzzi de 'Il Giornale', indagato per la pubblicazione di intercettazioni telefoniche tra Giovanni Consorte, presidente dimissionario di Unipol, e Piero Fassino, segretario dei Ds. "Riteniamo - è scritto in un comunicato del Gruppo Cronisti - questo atteggiamento della Magistratura intimidatorio e teso a limitare il diritto di cronaca, quindi la libertà di stampa. Un provvedimento, quello contro Nuzzi, che appare una anticipazione della legge che non consente la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, questa sì liberticida, come le altre disposizioni che vietano ai magistrati di comunicare con i giornalisti. In questo modo la cronaca giudiziaria pare avviarsi a divenire un reato per il solo fatto di esistere". Il Gruppo Cronisti Lombardi invita "tutti i cronisti a manifestare la propria solidarietà al collega Nuzzi, perchè il diritto di far cronaca di uno è il diritto di far cronaca di tutti". (ANSA)

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