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Ordine 11 Giu 2008

Intercettazioni, Ordine dei giornalisti della Lombardia: “Il diritto all’informazione non può essere cancellato con un colpo di spugna”

Venerdì il Consiglio dei Ministri potrebbe già discutere delle intercettazioni e della pena di 5 anni di reclusione a chi ne divulga i testi.

Venerdì il Consiglio dei Ministri potrebbe già discutere delle intercettazioni e della pena di 5 anni di reclusione a chi ne divulga i testi.

Quello delle intercettazioni è un problema reale e non è compito dei giornalisti frugare nella vita privata delle persone. Tuttavia senza le intercettazioni telefoniche ordinate dai magistrati, i cittadini sarebbero stati privati del diritto di essere informati sul caso della clinica Santa Rita di Milano dove 14 arresti hanno portato alla luce un nuovo agghiacciante scandalo della sanità proprio sulla pelle di ignari pazienti. E’ solo l’ultimo esempio di una serie infinita di casi che senza il lavoro dei magistrati e dei cronisti sarebbero passati sotto un colpevole silenzio. Il diritto dei cittadini a essere informati e il diritto di cronaca esercitato dai giornalisti non possono essere spazzati via con un solo colpo di spugna. L’Ordine dei giornalisti della Lombardia raccoglie il monito del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a trovare soluzioni e auspica che il Governo, prima di mettere mano a un qualsiasi testo che regolamenti le intercettazioni, si faccia almeno promotore di un urgente, serrato ed esaustivo confronto anche con rappresentanze qualificate di giornalisti e magistrati.

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