NAPOLI, 1 LUGLIO - Il dissenso contro il ddl del Governo sulle limitazioni alle intercettazioni passa dalle Aule parlamentari alle pizzerie di Napoli: oggi, in uno dei più famosi locali della città, sarà offerta la pizza ''No al bavaglio'', su iniziativa del segretario campano dei Verdi Francesco Saverio Borrelli e del presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli.
La singolare manifestazione contro la cosiddetta ''legge bavaglio'' vede anche la partecipazione di alcuni rappresentanti dell'università, che hanno manifestato contro il ddl del Governo.
La pizza - trasformata da pietanza universalmente conosciuta a simbolo della protesta - è stata consegnata ai manifestanti da una delle più famose pizzerie della città di Napoli, la Sorbillo, che per tutto il giorno servirà ai suoi clienti soltanto pizze con la scritta ''No al bavaglio''.
Anche Napoli si mobilita e protesta, come in tutta Italia, contro il disegno di legge che intende limitare le intercettazioni telefoniche: ''Il consiglio dell'Ordine della Campania - spiega il presidente Ottavio Lucarelli - ha votato all'unanimità l'adesione alla manifestazione di oggi a Roma e continueremo a partecipare a tutte le inziative a sostegno della libertà di stampa e dell'informazione''. ''Abbiamo scelto la pizza come simbolo della nostra protesta perché è il prodotto culinario più famoso del mondo - dice Francesco Saverio Borrelli - e deve essere simbolo del contrasto alla limitazione della libertà di stampa''.
La protesta si è svolta nella sede dell'università Federico II del corso Umberto I e vi hanno aderito anche i rappresentanti degli studenti, Andrea Sola e Dimitri Paipais, oltre al proprietario della storica libreria Treves Rino De Martino.
Decine le adesioni anche provenienti dalla destra cittadina.
''L'Italia è al 73esimo posto nel mondo per libertà di informazione - dice Borrelli - in un territorio come quello campano inoltre limitare le intercettazioni significherebbe lasciare tutto in mano alla camorra. Inoltre vogliamo proprio capire chi è stato leso dalle pubblicazioni delle intercettazioni, quello che si sta tentando di fare è di tutelare i potenti. La situazione è talmente calda ormai che la gente è esasperata e questo sistema continuare a coprire le malefatte dei potenti potrebbe anche sfociare nella violenza''. (ANSA)