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Fnsi 30 Giu 2010

Intercettazioni e Privacy, Franco Siddi: "Ascoltare caute ma ferme parole del Garante. Confermati i profili di incostituzionalità"

“La relazione del Garante della Privacy non può restare inascoltata. I pericoli per la libertà di stampa, individuati dal presidente Pizzetti, nelle norme che intendono vietare a priori l’informazione sugli atti contenuti nelle intercettazioni disposte per le inchieste giudiziarie, vanno raccolti dal Parlamento. Il disegno di legge Alfano - così com’ è- è sbagliato e inefficace anche rispetto ai pretesi abusi che vuole impedire. Nessuna legge può stabilire a priori che un atto (le intercettazioni) piuttosto che un altro (qualsiasi verbale, per esempio) se pubblicato, o se di esso se ne da conto, violi la privacy. In questo caso si introducono solo norme, inaccettabili, di censura preventiva.

“La relazione del Garante della Privacy non può restare inascoltata. I pericoli per la libertà di stampa, individuati dal presidente Pizzetti, nelle norme che intendono vietare a priori l’informazione sugli atti contenuti nelle intercettazioni disposte per le inchieste giudiziarie, vanno raccolti dal Parlamento. Il disegno di legge Alfano - così com’ è- è sbagliato e inefficace anche rispetto ai pretesi abusi che vuole impedire. Nessuna legge può stabilire a priori che un atto (le intercettazioni) piuttosto che un altro (qualsiasi verbale, per esempio) se pubblicato, o se di esso se ne da conto, violi la privacy. In questo caso si introducono solo norme, inaccettabili, di censura preventiva.

Non è una legge equilibrata quella che sposta i punti di equilibrio tra libertà di stampa e riservatezza, solo su quest’ultimo punto mirando  - come sta emergendo nelle tesi di chi sostiene il ddl – solo a proteggere la privacy della casta. E già questo è un elemento di grave ingiustizia e iniquità.

La cautela e la prudenza del Prof. Pizzetti, le sue parole misurate, le sue espressioni critiche anche verso gli eccessi talvolta compiuti dalla stampa, non attenuano la forza delle sue parole che incoraggiano una serie riflessione istituzionale e politica. In particolare, il rilievo dato ad un altro punto del ddl che tradisce il valore costituzionale della legge sulla stampa rafforza la nostra istanza di eliminare l’invasione dell’editore in redazione attraverso l’obbligo di adottare misure per impedire la pubblicazione di contenuti editoriali. La legge del ’47 -  ha ricordato infatti il Garante -  è stata approvata dalla stessa Assemblea Costituente che votò la Costituzione Repubblicana, con lo scopo preciso di distinguere la responsabilità ed il ruolo dei proprietari dei giornali da quello dei giornalisti, per essi attraverso il direttore, per tutelare il principio dell’autonomia e della libertà dell’informazione. Un tradimento della memoria costituzionale, fondamento della convivenza.

Un avviso ulteriore dei grandi profili incostituzionali del ddl  sulle intercettazioni.

 Ecco perché la Fnsi continuerà a contrastare in maniera incessante il ddl Alfano senza rinunciare a rendere chiare le proposte per davvero sostenere la lealtà e la completezza dell’informazione e il suo pluralismo. Contro ogni silenzio di Stato. Tutte ragioni queste per le quali i giornalisti domani a Roma e a Conselice (Ravenna), città della Resistenza e dell’unico monumento italiano alla libertà di stampa, ma anche in tante altre città d’Italia (da Torino a Trieste, da Bari a Milano), saranno in piazza con i cittadini per aprire la stagione della resistenza civile. E il 9 luglio (con astensione dal lavoro nella carta stampata il giorno 8) sarà la giornata del silenzio, dell’indignazione, dell’impegno a non accettare alcuna mutilazione (con ogni forma di resistenza possibile) del circuito dell’informazione che appartiene ai cittadini.

@fnsisocial

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