L'Associazione Stampa Romana denuncia il tentativo di colpire la libertà di stampa con il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni. E' la legge-bavaglio più grave, nella limitazione dei diritti dell'informazione, dai tempi del regime fascista. I giornalisti devono mantenere il diritto-dovere di informare, e di diffondere notizie penalmente rilevanti e di pubblico interesse.
La garanzia del diritto dei cittadini alla privacy è solo un pretesto nel disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri il 13 giugno scorso, con il quale si vietano le intercettazioni anche per reati gravissimi, come il sequestro di persona. E' punita la pubblicazione anche degli atti non più coperti dal segreto; anche per riassunto; anche del contenuto, fino al rinvio a giudizio. Un giornalista dovrebbe preferire la velina mediata da una fonte alla visione diretta dei documenti, perché il solo possesso della copia di un verbale giudiziario verrà punito con il carcere. Questo in un Paese che ha depenalizzato il falso in bilancio. Quella che sta avvenendo è una deriva democratica, dove i primi ad essere colpiti non sono i giornalisti, ma gli stessi cittadini nel loro diritto di essere informati. E' necessaria una mobilitazione di tutta la categoria, per difendere i diritti di tutti. L'Associazione Stampa Romana chiede alla dirigenza della Fnsi azioni di protesta esemplari, e di proclamare più giorni di sciopero, il primo da attuare in questa stessa settimana. L'Associazione Stampa Romana si attiverà per organizzare una manifestazione o un convegno di protesta, coinvolgendo anche gli altri soggetti minacciati da questa legge, a cominciare dalla magistratura e dalle forze di polizia.