Riconoscimento del lavoro a tempo indeterminato a partire dal 2003 e ripristino del posto di lavoro, differenze retributive e contributive, condanna dell'azienda al pagamento delle spese legali. Così si è chiusa la causa di lavoro tra Valerio Tripi, giornalista dell'edizione palermitana di Repubblica, e Gedi News Network.
Il giudice del lavoro di Torino ha riconosciuto che Valerio Tripi, assistito dall'avvocato Bruno Del Vecchio, negli anni in cui formalmente lavorava per la Repubblica con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, in realtà era un dipendente a tutti gli effetti.
Quella di Valerio Tripi richiama direttamente la vicenda di Massimiliano Salvo giornalista dell'edizione genovese di Repubblica e sono entrambe specchio di ciò che oggi accade nel mondo dell'informazione.
«L'esito pienamente favorevole a Valerio Tripi - dice la segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante - ci conferma due cose importanti ovvero che vincere si può e che i Cococo sono lavoratori subordinati mascherati. La battaglia per l'abolizione di questa figura contrattuale ibrida va proseguita con maggiore determinazione ancora».
Sulla vicenda di Valerio Tripi, che insieme ad altri colleghi aveva costituito il coordinamento dei precari di Repubblica seguito passo passo dalla Fnsi attraverso l'impegno dell'allora segretario aggiunto Mattia Motta, si erano concentrate le solidarietà dell'Associazione Siciliana della Stampa come anche di altre Assostampa regionali come la Ligure, la Subalpina e l'Aser (Emilia Romagna) come anche del Cdr della Rai regionale siciliana.
Il 9 marzo 2022 si tenne anche un presidio a Torino, davanti al tribunale, nel giorno dell'avvio della vertenza.