«I numeri sono quelli noti, le difficoltà dell'Inpgi sono strutturali. Spostare i comunicatori o un altro tipo di contribuenti dall'Inps verso l'Inpgi secondo me non è la soluzione. Noi saremmo in grado di assorbire l'Istituto, così abbiamo fatto in passato» con altri enti, «saremmo disponibili, c'è una interlocuzione in corso». Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, risponde così, nel corso di una audizione in Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, ad una domanda sull'ente di previdenza dei giornalisti. «Sappiamo quali sono le difficoltà dell'Inpgi – prosegue –, non vogliamo fare interferenze tanto più in un settore come quello dei media che hanno la loro autonomia, tuttavia quello che non vorremmo succedesse di nuovo è una migrazione di contribuenti».
Parole cui ribattono i rappresentanti degli enti della categoria. «Il presidente dell'Inps afferma di non voler fare interferenze nel settore dei media, ma le sue dichiarazioni sono di inaudita gravità perché rappresentano una chiara ingerenza nell'attività dell'Inpgi, di cui prefigura l'assorbimento», rileva il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso.
«Nessuna meraviglia – aggiunge –, visto che da mesi, a margine di convegni e iniziative varie, il presidente Tridico non perde occasione per annunciare la fine imminente dell'Inpgi. Evidentemente, oltre che il patrimonio dell'Istituto, ha messo nel mirino la professione giornalistica che da più parti si punta a indebolire fino a renderla insignificante. È un disegno da contrastare con ogni mezzo». Da qui l'esortazione al governo a riprendere il dossier informazione e avviare «un confronto serrato sulla difesa di un settore vitale per la democrazia, che non può prescindere – conclude il segretario Fnsi – dal rilancio del lavoro e da una previdenza autonoma».
La presidente dell'Istituto di previdenza dei giornalisti, Marina Macelloni, esprime «stupore» nell'apprendere dell'esistenza di una interlocuzione «che non vede però partecipe il soggetto interessato, cioè l'Inpgi», osserva.
«Il presidente Tridico – incalza Macelloni – dichiara di non voler interferire nell'autonomia della Cassa, ma allo stesso tempo, ancora una volta, fa di tutto per sabotare ogni possibile soluzione strutturale alla situazione di grave crisi dell'Inpgi. Consentire l'allargamento della platea, peraltro previsto da una legge dello Stato a partire dal 2023, non è una "migrazione" di contribuenti e non è una soluzione inadeguata. Dalle proiezioni attuariali fatte elaborare dall'ente emerge chiaramente che l'unica soluzione strutturale in grado di ripristinare l'equilibrio economico finanziario della gestione è esattamente costituita dall'ingresso di nuovi contribuenti. Soluzione tra l'altro che non prevedrebbe nessun onere diretto a carico dello Stato, diversamente da quanto ipotizzato dal presidente Tridico, che per poter assorbire l'Inpgi ha già formalizzato l'esigenza di ulteriori stanziamenti economici a carico delle finanze pubbliche».
Al termine dell'audizione interviene anche il presidente della Commissione di controllo sugli Enti di previdenza, Tommaso Nannicini, per il quale le comunicazioni del presidente Tridico, «ci aiutano nel ragionamento sul futuro dell'Inpgi».
Per il deputato della Lega Massimiliano Capitanio «sarebbe interessante sapere chi siano gli interlocutori con cui il presidente Tridico starebbe valutando l'assorbimento dell'Inpgi. Sul futuro previdenziale dei giornalisti è inutile creare allarmismo se non ci sono degli elementi concreti sul tavolo». E riguardo la questione dei comunicatori aggiunge: «Si tratta di un'operazione culturale e non di spostamento di pedine o di salvataggio: chi si occupa di informazione, dai content manager ai blogger fino ai giornalisti della pubblica amministrazione, dovrebbe attenersi alla deontologia e alle regole di questa delicata professione, e quindi è naturale valutare la loro adesione all'Inpgi. Se, invece, il presidente Tridico è davvero al lavoro per assorbire Inpgi, fornisca elementi concreti. Su questo – conclude Capitanio – la Lega presenterà una interrogazione parlamentare».