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Inpgi 13 Mag 2010

Inpgi, il CdA approva all'unanimità il bilancio consuntivo 2009. L'attivo è di 94 milioni, recuperate quasi interamente le perdite del 2008, aumentano gli iscritti, crescono la spesa pensionistica e gli ammortizzatori sociali

 Il consiglio di amministrazione dell'Inpgi, l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti, ha approvato oggi all'unanimità il bilancio consuntivo 2009, con un avanzo di gestione di  4 milioni di euro e una crescita della platea degli iscritti nella misura di 253 posizioni attive.

 Il consiglio di amministrazione dell'Inpgi, l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti, ha approvato oggi all'unanimità il bilancio consuntivo 2009, con un avanzo di gestione di  4 milioni di euro e una crescita della platea degli iscritti nella misura di 253 posizioni attive.

  Nel caso dell'avanzo di bilancio - spiega l'Inpgi in una nota - incide la crescita dei mercati finanziari e, di conseguenza, dei rendimenti realizzati dagli investimenti mobiliari
dell'Istituto che ammontano al 6,7% netto. La prudenza messa in campo nella strategia finanziaria ha portato a recuperare quasi interamente le perdite registrate nel corso della profondissima crisi internazionale del 2008, perdite che si attestavano ad un livello molto inferiore alle medie registrate dai mercati. La tenuta della platea degli iscritti, non depressa dalle molte uscite incentivate dalle aziende di giornalisti che avevano già maturato i requisiti per il pensionamento, è elemento di grande valore nella proiezione di sostenibilità futura. La dinamica dei prepensionamenti (oltre 400 posizioni già decretate dai ministeri vigilanti) si scaricherà sul 2010 e sugli anni seguenti, ma rimarrà neutra per l'Istituto grazie al fondo messo a disposizione dallo Stato e dagli stessi editori per via
contrattuale.   A questi elementi di sistema si affiancano altri elementi, questa volta negativi, che si situano dentro il perimetro della crisi in corso. In particolare, una diminuzione dei contratti a termine, nonché dei rapporti lavoro dei praticanti. Tali fattori evidenziano un mercato del lavoro bloccato o in recessione che porta ad una diminuzione della massa di contribuzione. A concorrere al calo contributivo, fissato complessivamente nel 2,7%, è l'utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali. In particolare, il costo delle
indennità di disoccupazione a seguito della cessazione dei rapporti di lavoro per licenziamento sono cresciute del 20%.    Sul fronte della spesa pensionistica si registra un aumento dei costi vicino all'8%. Si tratta di un aumento rilevante, legato soprattutto alla perequazione delle pensioni prevista per legge che grava per quasi la metà del costo complessivo. L'analisi congiunta di entrate per contributi e uscite per prestazioni fa lievitare il rapporto, per ogni 100 euro incassati, dagli 88 spesi nel 2008 ai 95 nel 2009. Pur con tutte le cautele, legate alla valutazione di alcuni aspetti congiunturali, si assiste ad una crescita del rapporto che non può non preoccupare e andrà attentamente monitorato anche nel confronto con le parti sociali Fnsi e Fieg.  "L'Inpgi - afferma il presidente Andrea Camporese - chiude un bilancio largamente positivo a cui si sommano oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro accantonati. Il consuntivo del 2009 rappresenta una fotografia complessa, ma molto precisa, della crisi del settore editoriale nel contesto più ampio della crisi dell'economia italiana e internazionale. Elementi congiunturali e strutturali si intrecciano in modo dinamico, costringendo ad una analisi profonda della mutazione della platea del giornalismo italiano. Alcuni elementi di sistema saranno chiari soltanto alla fine del ciclo economico negativo che interesserà il comparto giornalistico almeno per tutto il 2010, altri sono visibili già nel bilancio 2009. Emergono contraddizioni tipiche di una fase di veloce evoluzione che andranno monitorate con assoluta attenzione mettendo in atto tutti gli strumenti di stimolo della ripresa dell'occupazione. Gli studi attuariali effettuati evidenziano che il sistema previdenziale, grazie alle riforme realizzate nel passato, si pone in equilibrio sul lungo periodo, nonostante una gobba negativa che intercetta una finestra temporale circoscritta a circa 20 anni, a partire dal 2026". (ANSA).

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